I Verdi stanno discutendo con il sindaco sulle condizioni per rimanere in maggioranza. Lo stanno facendo, secondo il Corriere, con una “cartellina plastificata” (pla-sti-fi-ca-ta, scandire bene) nella quale ci sono le condizioni per andare avanti. Dall’alto del loro 5 e qualcosa per cento delle amministrative, numero 3 eletti di cui uno – Carlo Monguzzi – pare più opposizione alla giunta che manco Fratelli d’Italia, hanno chiesto tutta una serie di cose, tra le quali la bocciatura di Anna Scavuzzo, vicesindaco, marca Pd riformista. La brillante iniziativa green, il cui senso è silurare possibili percorsi riformisti di questa e future giunte, ha generato però un documento, con tanto di slide, da parte del Circolo Matteotti: come dire che anche dal cemento spuntano i fiori. “Abbiamo chiaro che il centrosinistra milanese può impantanarsi a parlare del passato e abbiamo voluto porre invece idee e proposte per il futuro”, precisa al Foglio Massimo Ferlini, coordinatore segreteria Italia Viva. “Noi a differenza dei Verdi non abbiamo alcun imbarazzo nello stare nella giunta Sala e non partecipiamo come circolo al tema degli assetti (non è il nostro ruolo)”, punge il dem Pietro Bussolati. Però i riformisti, italiavivisti, azionisti e piùeuropeisti che fanno parte di questo circolo multipartitico (o apartitico, a scelta) concedono: “Ci piace che siano emerse delle idee e vogliamo partecipare”. Dunque, slide 1: bisogna dare ai milanesi un assessore con delega al futuro. “Valutare le politiche milanesi e in particolare relative a casa, welfare, trasporti e servizi a rete in un’ottica metropolitana. Allo scopo realizzare gli Stati generali metropolitani nell’autunno 2026 per promuovere una riforma dotata di fiscalità propria, in modo da poter rendere omogenei i livelli di qualità offerta e le agevolazioni per l’accesso ai servizi”. Ottimo recupero delle ottime idee di Carlo Tognoli, pessimamente ignorate negli ultimi 15 anni almeno. Slide 4: “Sostenere e indicizzare le attuali politiche di canone concordato che hanno consentito di attivare molte soluzioni, la riduzione dello stesso potrebbe avere l’effetto perverso di ridurre uno strumento che sta funzionando”. Slide 6, un grande classico che il Comune non ha voluto percorrere: “Promuovere un Consorzio metropolitano dei trasporti che porti a una progressiva collaborazione tra Fnm e Atm dialogando con Regione Lombardia, con lo scopo di costituire un grande soggetto pubblico lombardo capace di integrare le politiche di mobilità con quelle urbanistiche”. Ultima slide, la sicurezza: “Progetto Porto di Mare (fase 2): una volta il parco era tutto bosco della droga. Il Comune, insieme alle Forze dell’ordine e con l’ausilio di Italia Nostra, aveva cambiato drasticamente in meglio il volto della zona. Oggi notiamo un disimpegno delle forze dell’ordine che sta riportando spaccio e consumo nel quartiere”. Archiviamo il pdf: il Matteotti parte con un concetto un po’' nuovo, come spiega al Foglio Pietro Bussolati: “I prossimi 18 mesi devono essere l’inizio della futura amministrazione. Noi siamo assolutamente a nostro agio nell’amministrazione Sala. Ma crediamo che sia importante in questo momento aprire il dibattito sul futuro. Ad esempio tutte le politiche dovrebbero avere una dinamica metropolitana”. Aggiunge Paolo Costanzo, +Europa: “Milano negli ultimi 15 anni è cresciuta e diventata più attrattiva – dice al Foglio – Ciò ha inevitabilmente creato delle distorsioni che vanno corrette per permettere a tutti di viverla. Solo con un approccio pragmatico e riformista possiamo perseguire questo obiettivo perché la politica, la sana politica, deve guidare e non rincorrere il futuro”. Conclude Francesco Ascioti, Azione: “Questi mesi che mancano alle elezioni a Milano devono essere considerati un momento di costruzione del futuro e devono essere considerati mesi decisivi per costruire la Milano che verrà, il Matteotti e prendendo tutto quello che di positivo c’è dalla proposta dei verdi”.