San Siro, il Pd avvisa i Verdi sulla vendita: «Proposte sì, veti no»

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Ven, 31 Ott 2025«Casa e tutela del ceto medio sono le vere sfide delle grandi città, ed è su questi temi che investiremo le risorse generate dalla vendita di San Siro».DiRedazioneCondividi l'articolo(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)L’orologio corre, ma anche oggi non sarà il “giorno x” per la cessione di San Siro. Il sindaco Giuseppe Sala aveva assicurato che l’accordo con Milan e Inter era «ad un passo», spiegando: «Stiamo lavorando con il notaio, spero che entro venerdì ci sia il rogito». L’appuntamento slitta invece a martedì prossimo, data considerata ormai decisiva: oltre sarebbe troppo rischioso, visto che il 10 novembre sarà la data limite prima che scatti il vincolo sul secondo anello del Meazza. Se la proprietà passerà dal pubblico al privato, la tutela non sarà più automatica. Il prezzo complessivo per stadio e aree è di 197 milioni: la prima tranche, circa 100 milioni tra imposte e oneri, sarà versata al momento del rogito; il resto sarà rateizzato e coperto da fideiussione bancaria. Palazzo Marino venderà a una newco partecipata al 50% da Milan e Inter. In quota rossonera il CEO sarà Filippo Guidotti Mori, per i nerazzurri in pole c’è Massimiliano Catanese. Il lieve rallentamento dell’iter non sarebbe imputabile né al Comune né ai club, ma ai tempi tecnici per i versamenti da parte del pool di banche. Dalle società trapela comunque ottimismo: l’obiettivo resta chiudere martedì.  Sulla vendita di San Siro e sulla “tagliola” imposta dal Pd per stoppare la discussione in Consiglio e accelerare il voto la notte tra il 29 e 30 settembre si è aperta la frattura con i verdi Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini che i dem stanno tentando di ricucire (Carlo Monguzzi invece ha già lasciato la coalizione).  Europa Verde giorni fa ha presentato il conto, una serie di punti che presenteranno al sindaco Sala prima di decidere se continuare a sostenere la giunta. Cucchiara e Gorini chiedono un «cambio di visione» concreto a partire dall’urbanistica ma toccando anche verde, mobilità, sport, casa, lavoro e comunicazione. E proprio sull’urbanistica chiedono che le deleghe non restino in mano alla vicesindaco Pd Anna Scavuzzo che le ha assunte ad interim dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi. Sala l’ha già blindata: «Ogni contributo va bene, sulla modalità con cui si è gestita l’urbanistica possiamo ragionarci, sul ruolo della Scavuzzo no». E ieri anche la capogruppo Pd Beatrice Uguccioni sui social ha avvertito: «A chi chiede discontinuità su tutto rispondiamo con equilibrio e chiarezza: vanno ascoltati tutti, con interesse e rispetto, ma le scelte si fanno mettendo al centro la città, non le esigenze dei singoli partiti. Suggerimenti sì, veti no».  «Se vogliamo davvero rilanciare l’azione dell’amministrazione da qui al 2027 dobbiamo tenere lo sguardo fisso su ciò che conta davvero: i bisogni delle persone, non gli equilibri interni tra partiti o le polemiche di giornata. Casa e tutela del ceto medio sono le vere sfide delle grandi città, ed è su questi temi che investiremo le risorse generate dalla vendita di San Siro. Il Consiglio sarà chiamato a indirizzare questi investimenti, per dare risposte concrete a chi oggi fatica a trovare un’abitazione a prezzi accessibili e a chi rischia di essere escluso da una città che cambia. Milano cresce e rimane una delle più attrattive in Europa nonostante qualcuno continui a dire che va tutto male, solo per attaccare politicamente la giunta», ha concluso. Developed by 3x1010