Ita Airways, oggi scattano i licenziamenti per 1.900 dipendenti dell’ex Alitalia: “Noi traditi dal governo Meloni” – Le storie

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“Ogni giorno piango, perché mi hanno tolto il lavoro pur esistendo ancora l’azienda: Ita rappresenta chiaramente la continuità di Alitalia”. Chi parla è una ex dipendente di quella che veniva chiamata la compagnia aerea “di bandiera”. Da oggi è disoccupata, insieme ad altri quasi due mila suoi ex colleghi. Tra questi c’è pure suo marito, che si sofferma sulle promesse tradite di Giorgia Meloni: “Durante la campagna elettorale per le politiche 2022 – ricorda – Fratelli d’Italia aveva promesso che avrebbe ribaltato la scelta del Governo Draghi di non dichiarare la continuità aziendale. E invece non solo si è proseguito sulla stessa linea, ma dopo le prime sentenze favorevoli ai lavoratori è stato approvato un decreto interpretativo che di fatto ha sancito la fine per 1.900 dipendenti”.L’agonia dei lavoratori Alitalia dura da anni, attraversa le diverse crisi, ma oggi arriva a un punto cruciale. Da oggi queste persone non sono più dipendenti della compagnia, e l’ultima speranza a cui possono appigliarsi è il ricorso alla Corte di giustizia europea promosso dal Tribunale di Roma. Finora, le pronunce sono state negative: alcuni mesi fa la Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso. Il nodo resta sempre lo stesso: Ita Airways, azienda nata evidentemente dalle ceneri di Alitalia, ha acquisito solo i “beni e servizi” o il “ramo d’azienda” a tutti gli effetti? Fuori dai tecnicismi: opera in perfetta continuità con Alitalia o è un soggetto del tutto nuovo. Il governo Draghi, con l’avallo dell’Unione europea, ha stabilito la discontinuità. Ecco perché a ottobre 2021 Ita Airways ha potuto avviare le attività assumendo chi voleva, e non assorbendo automaticamente tutti i dipendenti di Alitalia.Questi sono rimasti nella “bad company” in cassa integrazione, in attesa di un verdetto annunciato ma non sperato. I rinnovi dell’ammortizzatore sociale sono finiti; il 16 ottobre hanno ricevuto le lettere di licenziamento che riportano la data di oggi, 31 ottobre. “Sono una delle tante persone che hanno servito per anni Alitalia – ricorda M., un’altra lavoratrice – e che poi sono state lasciate a terra da Ita Airways, senza una giustificazione reale, senza rispetto, senza voce. Il 14 ottobre 2021 è una data che non dimenticherò mai. Quel giorno ci dissero che stava nascendo Ita, che sarebbe stata la “nuova compagnia di bandiera”, moderna, efficiente, pronta a ripartire. Ma per noi, donne e uomini che avevamo dedicato la vita al volo, fu l’inizio della fine”.La donna ricorda quando, nel 2023, una sentenza aveva reintegrato alcuni di loro: “Anche quella vittoria si è trasformata in umiliazione. Perché, nonostante la reintegra disposta dal giudice, sono rimasta quattro lunghi mesi senza essere mai impiegata in volo. Quattro mesi di attesa, di silenzi, di porte chiuse, di comunicazioni che non arrivavano”. Poi il decreto legge del governo Meloni con la famosa “norma di interpretazione autentica” che ribadisce la discontinuità tra Alitalia e Ita, chiudendo definitivamente la porta alle speranze di ritornare a lavorare in Ita.La storia di Alitalia si intreccia con la vita di tante persone che si sentivano parte di questa azienda. “Sono entrata in Alitalia a 24 anni col massimo entusiasmo e all’apice delle energie giovanili”, ricorda E., lavoratrice con 23 anni di servizio. “Per quasi 8 anni ho avuto contratti a termine (cosiddette stagioni), che hanno comportato mancanza di ferie godute e molte rinunce a eventi familiari come matrimoni, funerali, vacanze di natale ed estati intere”. Una fase da delegata sindacale con una sigla confederale, poi abbandonata per la sfiducia in queste organizzazioni. Ricorda con dispiacere anche la “ristrutturazione” del 2014: “Quella voluta da Renzi e Lupi che ha portato Ethiad nel capitale – dice -, compagnia con capi molto arroganti che pretendevano di insegnarci il lavoro malgrado la loro recente esperienza come compagnia molto più giovane, peraltro seminando terrore”.Poi gli anni dell’amministrazione straordinaria “sereni sul piano lavorativo ma concatenati a eventi familiari importanti, tra cui la malattia e morte di mio padre, successivamente la laurea e il lock down”. “Ci tenevo così tanto ad essere corretta – aggiunge – che per volare ho rinunciato alla sua ultima Pasqua, pur avendo la 104”. Infine, la cassa integrazione a zero ore e gli ultimi anni fino al licenziamento: “Ora quando guardo quella divisa, quando sento i miei amici che volano, provo tuttora un senso di appartenenza quella realtà che stride con la condizione attuale di esubero o meglio scarto. Mentre amici e parenti di delegati confederali che hanno avallato lo scempio hanno preso il mio posto, pur provenendo magari da altre realtà lavorative”.L'articolo Ita Airways, oggi scattano i licenziamenti per 1.900 dipendenti dell’ex Alitalia: “Noi traditi dal governo Meloni” – Le storie proviene da Il Fatto Quotidiano.