Storie di streghe e lupi mannari, fantasmi di persone che hanno abitato un piccolo borgo delle Marche fino a non molto tempo fa. Montelupone, poco più di 3mila abitanti in provincia di Macerata, ha una tradizione fatta di misteri e leggende la cui forza si fa maggiormente evocativa in occasione dei giorni più paurosi dell’anno. Ed è proprio qui che si svolge l’Halloween Mystery Fest, in programma dal 31 ottobre al 2 novembre e da qualche anno appuntamento fisso per migliaia di persone che da ogni parte del Bel Paese si riversano nel comune marchigiano – inserito nella lista dei “borghi più belli d’Italia” – per esperienze immersive da condividere con familiari e amici, le cui mani da stringere si rivelano sempre utili quando paura e imprevisti colgono di sorpresa.Lo abbiamo sperimentato noi stessi aggirandoci per le vie di Montelupone ma soprattutto armandoci di coraggio e affrontando non una, bensì due escape room, una delle quali si svolge all’interno di grotte del ‘700 ed è considerata tra le più difficili d’Europa (spoiler: la nostra squadra, come da manuale, non è riuscita nell’impresa di uscire in tempo utile). Nei giorni dell’Halloween Mystery Fest l‘escape room 10 metri sottoterra non è praticabile, perché le grotte diventano la tappa finale e da brividi del Mystery Tour, il giro che tra vicoli e mura medievali riporta a galla le storie nascoste del paesino marchigiano. Guida assolutamente originale del tour e mente dell’Halloween Mystery Fest è Leonardo Bedini, attore e cantastorie che, dopo un viaggio in Scozia durante il quale ha avuto modo di partecipare a una visita notturna in cui si raccontavano fatti storici, ha deciso di proporre qualcosa di simile anche nel suo paesino. Certo all’inizio non è stato facile farsi prendere sul serio: “Quando facevo i primi Mystery Tour i miei concittadini tiravano le pietre addosso a me e al pubblico”, racconta a FqMagazine. Bedini è un pozzo inesauribile di storie, e ogni angolo di Montelupone ne custodisce una. Inevitabile chiedergli da dove abbia tratto questo sapere di portata enciclopedica: “Archivi storici, Internet, chiacchierate con chiromanti e cartomanti – spiega –. Ovunque vado faccio domande, raccolgo brochure”.Figura a dir poco poliedrica, Leonardo Bedini (filosofo mancato che ha lasciato l’Università a tre esami dalla laurea) è anche ristoratore e colonna portante de “La taverna dell’artista”, locale sito in un palazzo del 18° secolo, anch’esso custode di segreti pronti a essere rivelati al chiaro di luna. Se il piano terra è del tutto innocuo e, anzi, è una delizia per il palato – assolutamente da provare i risotti, specialità della casa, oltre agli immancabili cavalli di battaglia della cucina marchigiana, dai cremini ai formaggi, passando per i salumi – sono gli ambienti superiori e sotterranei quelli da cui guardarsi bene. Di sotto si snodano le grotte dell’escape room e del Mystery Tour, mentre di sopra una delle tre stanze del b&b testimonia il passaggio di un uomo dalla vita travagliata. L’intero edificio è infatti anche noto come Palazzo Narcisi-Magner, dal nome della nobile famiglia che lo acquistò nel 1821. Aldo Magner, ultimo erede della casata, era un giovane aitante che prese parte alla Seconda Guerra Mondiale dalla quale tornò fortemente traumatizzato. Non riusciva più a proferire parola, e per questo prese a comunicare e a esprimere il proprio disagio unicamente attraverso la scrittura. Scriveva ovunque, fitto fitto, in un susseguirsi di simboli, dati e frasi che appaiono sconnesse a chiunque le legga, ma che avranno avuto un loro significato. Nemmeno il controsoffitto della camera in cui ha soggiornato il sottoscritto è stato risparmiato dalla grafomania di Aldo. Eccole lì, le scritte, nel punto esatto in cui, in un secondo momento, si sarebbe aperta una crepa dovuta alla grande frana che nel 1980 colpì Montelupone. Con una coincidenza che ha dell’incredibile, la crepa segue esattamente le linee dei suoi messaggi.Proprio a lui è dedicata la seconda escape room, disponibile anche nei giorni di Halloween e denominata “la cantina del matto”, perché così il povero erede della famiglia Magner era chiamato in paese. 4 le stanze in cui si articola l’esperienza che, livello dopo livello, porta a una conoscenza sempre più profonda di Aldo. L’impatto è forte: il primo ambiente intende far entrare i partecipanti nella sua testa profondamente segnata dall’esperienza della guerra, e per questo l’effetto è disturbante, con luci strobo che mettono a dura prova chiunque varchi la soglia. Solo i più bravi riusciranno a risolvere gli enigmi e, passo dopo passo, a entrare in contatto con il suo fantasma, diventandone forse perfino amici. Per tutti gli altri non resta che sperare di fare sonni tranquilli nella camera centrale del b&b, sempre che Aldo non decida di tirare agli ospiti qualche colpo mancino dei suoi.L'articolo “All’inizio i miei concittadini mi tiravano le pietre addosso”: siamo andati a caccia del fantasma del “matto” di Montelupone e vi raccontiamo come è andata proviene da Il Fatto Quotidiano.