Arrivano ad Halloween il remake di un cult del cinema trash, The Toxic Avenger, l’atteso Dracula francese di Luc Besson e il nuovo dramma agrodolce di Virzì, Cinque secondi. Ma ci sono pure due cortometraggi, Fortuna e Ciao Varsavia, che hanno l’Abruzzo come fil rougeQuesto bouchet di titoli per Halloween proviene in realtà dalla Festa del Cinema di Roma, ed è composto da tre lunghi e due cortometraggi. A volte in cartellone si affiancano film così profondamente diversi tra loro, il cinema lo si ama anche per questo.Così iniziamo con Dracula – L’amore perduto, il nuovo lavoro di Luc Besson, scomodatosi nel ricollocare questa reinterpretazione coppoliana su Parigi. Tanto a Bram Stoker sembra si possa fare questo ed altro. Il risultato sembra sontuosamente pacchiano, finto in tutto, a partire dalle scenografie ultra posticce con la novità dell’iperdefinizione digitale 2025 atta a sgretolarne il senso. Il regista francese purtroppo si brucia la chance di rinnovare davvero il Vampiro. Durante la visione il suo lavoro romantico non smette di essere confusionario per un continuo rimescolamento di carte condito da poche e fragili nuove idee, ad esempio i buffi gargoyle in pietra come aiutanti di Vlad, o il Van Helsing prete del grande Christoph Walz scritto però in maniera mai incisiva.Si adombra anche il talento di Caleb Landry Jones, magnifico protagonista anche del precedente Dogman, qui in balia di troppi elementi mai ben congegnati. Sorte anche peggiore per la nostra Matilda De Angelis. Lei sempre ottima, ma la sua valchiria accorpa anche altri personaggi del romanzo, muovendola come un jolly mai significativo. A volte le singole bravure non bastano a evitare un film malriuscito. Semmai spalanca gli occhi per il barocco bombardamento d’immagini, giusto per riflesso, perché questo Dracula illude un po’ ma non conquista mai.Invece dalle retrovie dei B-Movies anni ’80 che diventarono trash per la loro demenzialità resuscita in versione meanstream (o quasi) The Toxic Avenger. Filmaccio della Troma di Lloyd Kaufman e Michael Herz, casa di produzione indie e low budget che dal ’74 partorì una vasta filmografia di antieroi pulp e politicamente scorretti, tra cui appunto, la saga sul Vendicatore Tossico. Il protagonista diventa ora Peter Dinklage, star del Trono di Spade. Il placido inserviente nano di un’industria dedita all’inquinamento selvaggio si ammala, ma al tempo stesso cade in una vasca di melma tossica che lo tramuta in un mutante deformato e con una letale super-forza.Con l’obiettivo di non lasciare solo il suo adorato nipote, Jacob Tremblay, Toxie inizierà una battaglia splatter contro il villain di Kevin Bacon spalleggiato da un Elia Woods in versione gobba. Tutti personaggi buffi e abominevoli intorno al ragazzo da salvare e al caro zio. In questa fanta-commedia trash sanguinaria ma dai buoni sentimenti non c’è ambizione o illusione di far grande cinema. Nessuna ricostruzione in CGI ma tanto lattice old style, addirittura il mostro è interpretato da una stuntwoman col costume gommato, Luisa Guerreiro. Grazie a un intrattenimento a tinte forti si sgnignazza in maniera liberatoria e con le giuste punzecchiature all’attuale sistema sanitario americano.E giungiamo in Italia, dove la linea della sobrietà ce la traccia Paolo Virzì con il suo Cinque secondi. In un’isolata campagna un uomo burbero e solitario con faccia e barba di Valerio Mastandrea viene in contatto con una gioiosa comune di giovanissimi coltivatori abusivi di un terreno in vigna. Non è una commedia ma un drammatico agrodolce, che strappa sorrisi e non poche emozioni per il percorso di questo personaggio scritto con sagace realismo. Il regista livornese firma lo script insieme a Francesco Bruni e Carlo Virzì: una storia stilisticamente e narrativamente perfetta, della quale rivelar qualcosa, come il motivo del titolo, rovinerebbe la visione del film a qualsiasi spettatore.I tre però stavolta affrontano temi come il pudore e il riscatto del dolore, la gabbia fisica della malattia, il ribaltamento del senso di colpa e un incontro inaspettato tra due genitorialità agli antipodi. Nel cast anche Valeria Bruni Tedeschi, e soprattutto Galatea Bellugi, giovane attrice tremendamente brava, oramai fiorita e pronta a qualsiasi ruolo, e qui millenial libera e determinata nelle sue scelte. Il film si nutre di molte più sfumature del previsto, esigendo molto dallo spettatore, ma restituisce anche una grande caratura. In sintesi, fidandosi di Virzì e Mastandrea, vi toccherà l’anima.Questi due corti invece sono passati solo alla Festa del Cinema, più precisamente ad Alice nella Città e proseguiranno i loro cammini attraverso i festival. Fortuna, di Maurizio Forcella ci porta in un Abruzzo del passato, dalle credenze ancestrali e con le vite dei suoi personaggi segnate come calanchi. Va così che in un villaggio montano, un pastore gitano di passaggio interpretato da Ivan Franek diventerà fulcro d’interessate richieste per un suo presunto potere mistico da esercitare su una bambina: Fortuna. Con un taglio folk molto antropologico e un finale quasi magico l’autore scava nelle leggende popolari utilizzando con eleganza formale la macchina da presa.Resta invece piantato in una realtà attuale decisamente più materialista Ciao Varsavia. Una modella con problemi alimentari affronta un provino con tutto il carico di insicurezze e instabilità che a volte fanno parte del gioco. Di quel gioco. Sembra quasi un punto di partenza per un nuovo film da realizzare, ma si tratta di un racconto fatto d’immagini e silenzi dilatati nel disagio attraverso uno sguardo modernissimo sulla resistenza di una giovane in tensione tra mercificazione e fragilità. Diretto da Diletta Di Nicolantonio e con Carlotta Gamba e Fortunato Cierlino, alla sua prima uscita si è aggiudicato il Premio Andromeda Film. Pur girlato in Polonia, vede infine Sara Serraiocco, attrice abruzzese ma dallo spirito cosmopolita, alle prese per la prima volta con il ruolo di produttrice esecutiva. #PEACEL'articolo Halloween: nuove uscite tra ‘Toxic Avenger’, ‘Dracula’, Paolo Virzì… e un po’ d’Abruzzo proviene da Il Fatto Quotidiano.