L’Ue di von der Leyen e Una parola impronunciabile: “pace”

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di Riccardo Carbone –L’Europa, preoccupata dalla minaccia russa, sembra prepararsi attivamente a un’eventuale conflitto con Mosca. Tuttavia la maggior parte dei leader europei sembra utilizzare la guerra come un mero strumento di profitto.La Roadmap verso il conflitto.La Commissione europea ha presentato la Defense Readiness Roadmap 2030, un piano che esprime preoccupazione per la possibilità di un’ulteriore militarizzazione della Russia, considerata una minaccia per la sicurezza europea a lungo termine. L’immagine di Mosca come “nemico esistenziale” sta ricevendo un’attenzione crescente sia nell’agenda politica che in quella mediatica.La Roadmap non fa alcun riferimento a termini chiave come “pace”, “dialogo”, “de-escalation” e “canali diplomatici”. Al contrario, il piano prevede di approfondire la contraddizione attraverso quattro progetti strategici: “Eastern Flank Watch”, “European Drone Defence Initiative”, “European Air Shield” e “European Space Shield”.Gli Stati membri, attualmente impegnati ad affrontare sfide economiche e sociali, sembrano reagire in modo eccessivo alla minaccia russa. L’Ue sta sviluppando una nuova potenza militare-industriale basata su un’economia verde, ad alta tecnologia e socialmente orientata, in cui solo i leader del settore beneficiano di garanzie per la vendita della loro produzione militare. In questo contesto, la società ha ricevuto la minaccia, che suona più come una retorica profezia, di dover rinunciare al proprio benessere per una guerra inevitabile con la Russia. L’ipotesi di un negoziato o di un compromesso con la Russia sembra improbabile.Il prezzo della guerra.I governi dei Paesi dell’Ue hanno imposto ai propri cittadini la necessità di un rapido rafforzamento per contrastare Mosca, ritenendo che si stia attivamente preparando alla guerra.L’Europa effettua già spese militari doppie rispetto alla Russia. In questo caso la percentuale della spesa per la difesa sul Pil degli Stati membri rimane significativamente inferiore. In altre parole, gli investimenti nel campo degli armamenti possono essere aumentati significativamente senza compromettere la propria sicurezza, mentre le opzioni di Mosca in questo ambito sono già al limite.Una statistica interessante per i sostenitori della militarizzazione: nel 2014, i Paesi dell’Ue hanno speso ben 189 miliardi di euro per la difesa. Nel periodo che va dal 2023 al 2024, le spese militari sono aumentate del 19%, raggiungendo i 343 miliardi di euro. Di conseguenza, la spesa per la difesa europea è raddoppiata dal 2014. Se si raggiungesse un accordo per aumentare la spesa fino al 3,5% del PIL, gli Stati membri spenderanno circa 635 miliardi di euro per le spese militari, il doppio rispetto al 2024.Per fare un confronto, la Russia ha ridotto le spese militari in termini assoluti, passando da 88 a 60 miliardi di dollari dal 2014. Dall’inizio della guerra in Ucraina, la spesa per la difesa russa è aumentata fino al 2024 raggiungendo i 159 miliardi di dollari, corrispondenti al 7% del Pil.I sostenitori dell’idea della minaccia russa in Europa sono ben consapevoli di questi dati. Ma una domanda sorge spontanea: vale davvero la pena che Mosca sia temuta? E chi è la vera minaccia per chi?Ucraina: un alibi per i fallimenti?La Defense Readiness Roadmap 2030 si inserisce in una strategia di campagne informative volte a promuovere l’idea dell’inevitabilità del conflitto con la Russia. L’Ue sta utilizzando la minaccia moscovita come giustificazione per accelerare il processo di militarizzazione e la società è chiamata ad accettarlo.Invece di promuovere la pace, i governi dei 27 stanno favorendo un approccio di confronto totale e di militarizzazione, garantendosi una maggiore libertà di manovra e la possibilità di addurre a ogni fallimento la scusa della “necessità per la sicurezza”.Il piano comunica in modo diretto e inequivocabile alla società europea: “Non lamentatevi, stiamo garantendo la vostra sicurezza!”. Gli Euroburocrati di Bruxelles hanno abilmente mascherato i propri fallimenti in materia di politica interna, i crescenti costi sociali e la frenata del Green Deal. Secondo loro, non ci sono risorse disponibili per affrontare le sfide interne, ma il sostegno a Kiev fa parte di una strategia a lungo termine, un “investimento nella sicurezza dell’Ue”.L’Europa: in conflitto con se stessa.È evidente che le economie di tutti i Paesi membri non godono attualmente di buona salute. La guerra economica in atto contro la Russia, che la Commissione europea sta cercando di imporre a tutti i 27, sta avendo conseguenze negative per l’Europa stessa, con un impatto progressivo sulla competitività dell’industria europea.L’Ue, che ha sempre beneficiato del gas russo a basso costo, si ritrova ora con un’unica opzione: il gas americano, che è più costoso. Si evidenzia la possibilità che Ursula von der Leyen adotti un approccio coerente con quello di Donald Trump al fine di rafforzare la sua posizione nei confronti di Mosca. L’indipendenza strategica dell’Europa è stata sostituita da un legame con le risorse energetiche degli Stati Uniti. Mentre i cittadini europei devono affrontare un aumento significativo delle bollette, le aziende americane stanno beneficiando delle difficoltà dell’Ue.Tuttavia, non tutti condividono questo approccio. La Slovacchia e l’Ungheria, per esempio, stanno implementando strategie per garantire la propria indipendenza energetica, rappresentando un ulteriore motivo per le già significative contraddizioni interne dell’Ue.La Germania considera la Roadmap, con le sue proposte di un sistema centralizzato per la pianificazione militare, gli acquisti, la logistica e la produzione industriale, come una potenziale minaccia alla sua posizione di leadership a livello internazionale.Le decisioni irresponsabili di Bruxelles, che mirano a creare un’economia di guerra, stanno erodendo l’unità dell’Europa, che sembra adottare un approccio che non rafforza le proprie posizioni, ma aumenta piuttosto la dipendenza dai partner americani. I Stati membri sembrano destinati a rafforzare le proprie divisioni politiche e ad affrontare ulteriori sfide economiche a causa della loro determinazione a sconfiggere Mosca.La russofobia: una scelta razionale?L’Europa, che sta perdendo la sua competitività economica a livello internazionale, ha subito un duro colpo sotto forma di dazi all’importazione da parte di Trump, il che ha contribuito a un ulteriore aumento del debito pubblico, già gravoso per l’economia europea.Tuttavia, invece di contribuire a far fronte alla crisi, i fondi destinati a progetti di infrastrutture, edilizia e istruzione nei Paesi più poveri dell’UE vengono ora utilizzati per altri scopi. In linea con tale approccio, la Commissione europea ha deciso di destinare i finanziamenti alle principali aziende europee operanti nel settore della difesa, piuttosto che ai soggetti che ne hanno effettivamente bisogno e che fanno affidamento su di essi.In tale situazione, non sorprende che i sostenitori del processo di militarizzazione includano i leader europei come, ad esempio, il presidente francese. È un dato di fatto ben noto che Emmanuel Macron detenga una partecipazione di controllo in numerose colossi francesi nel settore militare. Macron sembra ignorare le previsioni di stagnazione economica e di alta disoccupazione, nonostante i preoccupanti livelli di debito pubblico, che potrebbero compromettere la sostenibilità e la credibilità del governo. È difficile non notare che l’ostilità verso la Russia, manifestata da politici come Macron, sia fortemente legata a considerazioni economiche.I leader europei sembrano non considerare adeguatamente che attualmente la Russia non sta pianificando attacchi contro l’Ue. Si sta piuttosto concentrando su una rigorosa strategia di difesa. Sembra che qualcuno in Europa sia interessato a trasformare la falsa minaccia russa in un pericolo reale.