Alain Berset, Segretario generale dell’Organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, ha sottolineato il ruolo delle giovani generazioni nella creazione di una “narrativa comune sulla democrazia”, non soltanto in ottica di protezione anche di innovazione. Con un particolare riferimento allo sviluppo del “Nuovo patto democratico” (per l’Europa), ossia a quel processo “strategico” e “politico” di rafforzamento delle fondamenta della democrazia che, promosso dal Consiglio d’Europa, si prefigge di essere “collettivo” e “inclusivo” anche tramite un sito web dedicato.Molte sono state le idee scambiate e le proposte elaborate dagli oltre 80 giovani leader di tutta Europa che hanno preso parte all’evento preparatorio tenutosi sempre a Malta. Un’iniziativa che ha confermato quanto le ragazze e i ragazzi e le loro organizzazioni possano essere, anzi siano, agenti di cambiamento positivo. Rispetto a questa sfida di un rinnovato spirito democratico, i testi della Dichiarazione Finale e della Risoluzione adottate evidenziano quattro elementi, tra di loro collegati: pensare con i giovani, riconoscendone il contributo al processo decisionale, mediante canali di comunicazione mirati, al pari di analisi e indagini specifiche; imparare dai e con i giovani, attraverso processi interattivi che consentano l’apprendimento intergenerazionale, promuovano la comprensione e il rispetto reciproci tra i decisori politici e questo segmento della popolazione; partecipare con i giovani, sulla base di competenze e valori democratici, come l’inclusione, il pluralismo e la non discriminazione; agire con e per i giovani, includendone le opinioni e le aspirazioni nelle varie fasi del ciclo decisionale. Si tratta di un percorso di integrazione della prospettiva giovanile nell’elaborazione e nello sviluppo di politiche pubbliche (anche degli Stati membri) “giuste” e “inclusive”, di cui il Consiglio d’Europa è storicamente attore chiave, a partire dalla definizione di standard. Basti pensare agli strumenti messi a punto, tra gli altri: i Centri europei della gioventù che a Strasburgo e a Budapest (in un prossimo futuro, con l’aggiunta di una terza sede nella regione del Mar Nero, come segno tangibile del sostegno all’Ucraina) offrono formazione ai giovani in materia di democrazia e diritti umani; la Fondazione Europea per la Gioventù che, per quanto oggetto di riforma, continua a fornire sostegno finanziario per attività promosse da associazioni giovanili europee nell’ambito della promozione dei diritti umani; la Carta europea sulla partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale, la cui nuova edizione è in fase di approvazione. Ulteriori esempi di tale approccio strategico sono l’accordo parziale sulla mobilità giovanile grazie alla “carta giovani” e il Partenariato della gioventù tra la Commissione Europea e il Consiglio d’Europa. Altrettanto significativi, nell’ambito di questa piattaforma, sono gli impegni assunti dai ministri, tra cui la salvaguardia dei diritti democratici dei giovani nelle elezioni, così come la garanzia della libertà di parola e di protesta e il rafforzamento delle strutture giovanili e dei consigli giovanili (nazionali, regionali e locali). Parimenti, di rilievo per le generazioni più giovani (attuali e future) appaiono alcune sottolineature, contenute nei testi finali della Conferenza ministeriale, riguardanti: l’educazione alla cittadinanza (pure digitale) per rafforzare il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici, nonché la resilienza e la coesione sociale delle società europee; l’accesso dei giovani ai diritti, specialmente ai diritti sociali, nella nuova era digitale, di fronte ai rischi derivanti da tecnologie trasformative quali l’intelligenza artificiale; l’urgenza della crisi climatica e il ruolo fondamentale che i giovani possono svolgere nell’affrontarla. Unitamente al riconoscimento delle conoscenze, delle competenze, delle esperienze e delle prospettive dei giovani quali titolari di diritti, supportato da un commitment istituzionale di alto livello a cui corrisponda l’impegno dei giovani stessi, per un’integrazione efficace sarà determinante anche la messa a disposizione di risorse (umane e finanziarie) adeguate e di meccanismi di consultazione, di monitoraggio e valutazione d’impatto all’avanguardia.È interessante notare che tale nuovo quadro di riferimento della prima organizzazione internazionale costituita in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, sulla partecipazione dei giovani ai processi democratici, abbia preso forma al centro del Mediterraneo, in un Paese che ha la vocazione unica di edificare ponti fra l’Europa, il Vicino Oriente e il Nord Africa. L’opera di László Krasznahorkai, a cui è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura 2025, ci ricorda la complessità della realtà europea contemporanea. Però, per mantenere viva la speranza per la democrazia non “abbiamo bisogno di falsi profeti”, ricorrenti nei suoi romanzi che raccontano grandi e piccole apocalissi, semmai, come riaffermato a Malta, di “politiche più lungimiranti e a prova di futuro che riflettano (anche) i bisogni e l’energia dei giovani e siano in grado di rispondere alle sfide attuali e future”.