“Fai la morale agli altri ma hai collaborato con brand che sostengono Israele. Dov’eri quando 11 anni fa parlavo di Palestina?”: Fedez risponde a Ghali sul silenzio dei rapper su Gaza

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“Ghali, undici anni fa, quando parlavo di Palestina, dov’eri?”, ha detto Fedez, riferendosi al collega rapper, durante una puntata di Pulp Podcast intitolata “Spot al genocidio”. Ma da dove è nata l’osservazione di Fedez? Per capirlo, occorre fare un breve passo indietro. Poco più di una settimana fa Ghali, con un post su Instagram, se l’era presa con moltissimi rapper italiani, accusandoli di non aver preso posizione sul conflitto mediorientale. “Il rap è morto, è tutto un gran teatro”, aveva scritto il cantante nella breve descrizione contestualizzata, poi, nel carosello di pensieri da lui condivisi sulla piattaforma social. Il “gran teatro”, citato dall’artista italo-tunisino nella didascalia, faceva riferimento al nome conferito al suo show a Fiera Milano Live, dello scorso 20 settembre. Concerto che, oltre all’intrattenimento, presentava una forte componente di “riflessione sociale e politica”, come aveva spiegato il direttore creativo del live.“Quella del ‘io non ho mai fatto politica sui miei profili social quindi perché dovrei farlo ora’, oppure ‘è una storia molto delicata e complicata che va avanti da millenni’ sono tutte stron***e e scuse (…)”, aveva scritto Ghali all’interno del suo lungo post, andato presto virale. In merito alle frasi pubblicate dall’artista italo-tunisino si è espresso, nelle ultime ore, anche Fedez. “Ghali lo conosco da tanti anni – ha esordito il rapper milanese durante una puntata del suo podcast – (…). Era proprio nel periodo 2010/2011, in cui io ho sempre affrontato tematiche politiche, ho fatto varie canzoni in cui parlavo del conflitto israelo-palestinese”, ha dichiarato Fedez. E ancora: “Questo tipo di retorica del ‘sono il più puro’, è una retorica che non funziona. Perché se volessi applicare lo stesso tipo di ragionamento, mi verrebbe da dirti ‘Ghali, undici anni fa, quando parlavo di Palestina, dov’eri?’. Oggi stiamo assistendo alla fase finale di una pulizia etnica. Mi sono emozionato a vedere le persone scese in piazza perché ho visto finalmente qualcosa di reale, le persone nel mondo reale, non più nei commenti”, ha proseguito Fedez, che è poi entrato nel dettaglio.“Quando vedo queste cose qui invece mi cadono le palle: vedere un rapper che, direttamente dalla Fashion Week di Parigi, viene a fare la morale ad altri. Perché tu, Ghali, così come me, così come tanti altri rapper, hai collaborato con i brand che sostengono Israele. – ha aggiunto Fedez -. Quindi è una retorica che non funziona, perché la stessa retorica che tu stai facendo agli altri, lo stesso moralismo che tu stai facendo agli altri, lo possono fare gli altri su di te, Ghali”, ha detto Fedez. “Dov’eri undici anni fa? – ha indirettamente domandato il rapper meneghino a Ghali -. E non è una colpa. Sai perché? Semplicemente non ti eri interessato al tema, non mi viene da fartene una colpa. Così come io non te ne faccio una colpa, tu non puoi fare la colpa agli altri. Sai perché? Perché ad oggi si può dire tutto del conflitto israelo-palestinese, ma non si può dire che non se ne parli”, ha proseguito. “Io spero vivamente che questo post non sia l’annuncio di un nuovo singolo. Perché se fosse realmente così, tu passeresti dallo ‘Stop al genocidio’ allo ‘Spot al genocidio’”, ha concluso Fedez.Al post di Ghali, in cui l’artista aveva elencato una serie di papabili motivi che potrebbero aver spinto i suoi colleghi a non esporsi pubblicamente sul tema, era poi conseguita una sonora sentenza. “Il rap è ufficialmente morto. Il silenzio dei rapper ha ucciso il genere. Ne è rimasto solo lo stile, il suono, la forma (…)”, aveva scritto Ghali.Le risposte (dirette o meno) da parte di alcuni rapper non si erano fatte troppo attendere. “Millantate la parola hip hop. Potete avere tutti i platini del mondo (…) ma non siete nulla”, aveva scritto Clementino, a supporto di Ghali, sul proprio profilo Instagram. Inoki, invece, senza mezzi termini, aveva risposto con: “E ti ringraziamo per averlo ucciso”, sotto al post di Ghali in cui sosteneva fosse arrivata la “morte” rap. “Puntare il dito sui nostri colleghi oggi non ci pulirà dai peccati commessi ieri”, aveva scritto il rapper Artie 5ive, prima di concludere con “Palestina libera dagli oppressori”. Anche Guè aveva detto (o meglio, screenshottato) la propria: “Non ho mai amato le ca**ate di Instagram. Rapper da classifica che non ti esponi, fai come me. Dona, manda il grano. Questo è molto meglio”, aveva pubblicato il rapper milanese, con tanto di screen di donazioni ad associazioni benefiche in favore della popolazione palestinese.L'articolo “Fai la morale agli altri ma hai collaborato con brand che sostengono Israele. Dov’eri quando 11 anni fa parlavo di Palestina?”: Fedez risponde a Ghali sul silenzio dei rapper su Gaza proviene da Il Fatto Quotidiano.