Nord Stream, il legale di Kuznietsov loda l’indipendenza della magistratura italiana ma forse gli sfugge qualcosa

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Come era prevedibile, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con la quale la Corte di Appello di Bologna, confermando il giudizio di primo grado, aveva stabilito che l’ufficiale ucraino Kuznietsov avrebbe potuto essere estradato in Germania, dove lo aspetta un processo per l’attentato che nel 2022… ha distrutto il Nord Stream 2.La sentenza della Cassazione italiana ha una certa sintonia, certamente non voluta, con le parole del premier polacco Tusk che giusto la scorsa settimana in riferimento ad un altro ucraino arrestato in Polonia con le medesime accuse aveva affermato: non è nell’interesse del nostro Paese estradarlo in Germania, aggiungendo che il guaio non era stato far saltare il Nord Stream 2, ma averlo costruito.Ovviamente la nostra Cassazione non fa politica e i motivi dell’annullamento con rinvio sono squisitamente di natura giuridica: a quando si apprende hanno a che fare con una impropria qualificazione giuridica della condotta contestata che renderebbe illegittimo il giudizio medesimo, per due volte ribadito dalle corti di merito.L’avvocato del cittadino ucraino, comprensibilmente sollevato, si è lanciato in commenti lusinghieri e altisonanti nei confronti della magistratura italiana, forse senza accorgersi di una certa paradossale ironia.Sì, perché proprio mentre celebrava la benedetta imparzialità della Suprema Corte, l’avvocato ha tirato in ballo i concetti di “Ragion di Stato” e di “pressioni politiche”, concetti ai quali i magnifici ermellini avrebbero fieramente opposto una intransigente indipendenza. Insomma: dura lex sed lex. Assumendo l’avvocato, è lecito ritenere che la “Ragion di Stato” e le “pressioni politiche” respinte al mittente sarebbero state quelle tedesche sul governo italiano.Non ha colto, il sagace avvocato, che i medesimi concetti potrebbero ben essere presi e trasferiti ad un altro indirizzo, quello che porta alle autorità ucraine e più su a quelle statunitensi? E’ pensabile infatti che un ufficiale ucraino con il curriculum di Kuznietsov decida di venire a trascorrere le vacanze estive in Italia, con tutta la famiglia, portandosi dietro i documenti autentici senza che ci sia un accordo tra governi? Un accordo simile a quello che ha spalancato le spiagge italiane ai militari israeliani stressati o a quello (intuibile) in forza del quale il libico Almasri, con codazzo al seguito, pensava di godersi la Juve in santa pace a Torino?Ma c’è ancora qualcuno che si sorprenderebbe davanti ad una applicazione del diritto sempre più spudoratamente subordinata al rapporto delle forze in campo? Tra battute sessiste (“sei bellissima”) e salutiste (“devo farti smettere di fumare”) il governo italiano, e per suo tramite la nazione tutta, rischia di digerire qualunque deformazione del diritto e di normalizzare l’impunità dei carnefici, pur di stare nel giro giusto degli amici che contano, al tavolo lordo della “ricostruzione”.E pensare che in Italia c’è chi da oltre trent’anni si batte per fare piena luce sui rapporti criminali tra mafie e pezzi di Stato considerandoli, udite, udite, dei r-e-a-t-i e non una manifestazione necessaria dell’esercizio del potere. Probabilmente costoro finiranno in “riserve indiane” simili a quelle destinate ai sopravvissuti palestinesi dal piano di “pace” trumpiano e soltanto perché quello sconsiderato di Basaglia ci ha privato dei manicomi (la storia di Leonardo Vitale, il primo pentito di Cosa Nostra, andrebbe studiata nelle scuole).Ma tutto ciò posto, per me il problema è un altro ed è lo stesso del caso Almasri: come mai persone come Kuznietsov ed Almasri sono state arrestate, contribuendo con tutta evidenza alle tribolazioni della Giorgia nazionale? L’impressione è che qualcosa non funzioni all’interno degli apparati di sicurezza del nostro Paese, in particolare che ci sia qualche “mal di pancia” di troppo: forse aspettative deluse, forse traiettorie personali confliggenti, forse “messaggi” lanciati a chi può comprenderli a spese del contribuente.Questa impressione non può che generare preoccupazione per la tenuta del nostro Paese. Di segnali allarmanti ce ne sono stati eccome in questi tre anni di governo meloniano: la vicenda Baiardo (che quasi rovina la festa al Ros), la vicenda Giambruno (i tipi sospetti che si aggirano attorno alla sua macchina), la vicenda Caputo (capo di gabinetto di Meloni, spiato), i casi Paragon ed Equalize, le dimissioni di Belloni e di Del Deo. Cosa bolle in pentola?Tornando in conclusione all’ufficiale ucraino: ora per lui potrebbero aprirsi le porte del carcere, affievolendosi le ragioni cautelari, e se a quel punto lo vedremo portar via nottetempo da un convoglio di auto blu, sapremo di aver peccato ancora una volta a pensar male, ma anche…L'articolo Nord Stream, il legale di Kuznietsov loda l’indipendenza della magistratura italiana ma forse gli sfugge qualcosa proviene da Il Fatto Quotidiano.