“Il taglio del peso è pericoloso, può portare all’arresto cardiaco e alla morte”: l’esperto commenta la nuova moda della boxe

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Il taglio del peso nella boxe e negli sport da combattimento in generale è la pratica in cui l’atleta riduce, solitamente molto rapidamente, il proprio peso corporeo per rientrare in una determinata categoria il giorno della pesatura ufficiale. Poi, dopo il peso, nelle 24-36 ore che precedono il match, l’atleta si reidrata e si rifocilla, salendo di peso, talvolta anche di 10 kg. “Una definizione scientifica di taglio del peso, terminologia nata negli spogliatoi delle palestre, non esiste, però compare ormai da un po’ di tempo anche in articoli scientifici“. Il Dottor Massimiliano Bianco è docente all’Università Cattolica. Dopo anni in cui è stato arbitro e giudice di pugilato, oltre che consulente medico della Federazione Pugilistica Italiana, oggi è nel Board dell’IBF e collabora come medico con l’European Boxing, ente europeo della neonata World Boxing e con la WAKO, federazione sportiva della kickboxing.“Con il cosiddetto taglio del peso l’atleta mette a repentaglio la salute, un rischio che può portare nei casi più estremi — come si legge nella letteratura scientifica e nelle cronache dei giornali — all’arresto cardiaco e quindi alla morte. È successo a ragazzi che tentavano di perdere le ultime quantità di liquidi per raggiungere il peso, magari per eliminare gli ultimi duecento grammi“, dice a ilfattoquotidiano.it. Per Bianco il taglio del peso è un male, in uno sport come il pugilato che è già rischioso di per sé. “Perdere peso in pochi giorni con il taglio, una vera e propria scorciatoia rispetto al più lento avvicinamento al peso di gara che richiederebbe mesi, stressa l’intero organismo e, in particolare, reni, fegato, cuore, sistema nervoso e muscoli. Per non parlare dei diuretici, che sono vietati in quanto doping, e sono rischiosissimi quando ci si trova già in condizione di disidratazione”.Poi una volta fatta la cerimonia del peso, il rischio è passato? “In questo caso non c’è evidenza scientifica, come per quanto detto pocanzi, ma il buon senso ci fa ipotizzare che sia dannosa anche l’iper idratazione successiva al peso ufficiale: le 30-36 ore di reidratazione (nota come over hydration) portano ad un aumento rapido e importante di peso e quindi ad un ulteriore stress”. Per Bianco c’è anche un terzo punto da tenere in considerazione: “L’eventuale divario di peso tra due pugili sul ring dopo una diversa reidratazione. È dimostrato scientificamente che negli sport da combattimento un gap di peso fa la differenza, con un vantaggio prestativo per chi pesa di più”. Un pugile e il suo nutrizionista potrebbero però obiettare che è proprio per questo che si fa il taglio del peso, perché se lo fa il tuo avversario e tu no, la differenza di peso sul quadrato è troppa. Ovviamente se non lo facesse nessuno dei due, il problema sarebbe risolto. “L’IBF – continua Bianco – fa due pesi, quello a 24-30 ore dal match e poi uno alla mattina seguente, con un margine di incremento peso bloccato al 7% o di 10 libbre per le categorie piccole. Personalmente sto continuando a raccogliere dati in questo senso. Io ne farei tre di pesature, una anche poco prima di salire sul ring. Sarei curioso anche dal punto di vista scientifico di conoscerne i risultati perché constato ad occhio nudo che i pugili continuano a salire di peso fino all’ultimo secondo”. Tutto questo accade quando il titolo è valido solo per l’IBF, non quando è unificato con le altre sigle che non prevedono due pesature. “Fortunatamente però vedo sempre più spesso una clausola di reidratazione nei contratti”.Sulla stessa linea d’onda anche un biologo nutrizionista di alto profilo, che si occupa in prima persona del taglio del peso di atleti di livello assoluto, come Etinosa Oliha, campione del mondo dei medi IBO e in attesa di disputare la semifinale mondiale IBF. Francesco Ragone, dopo la Laurea Magistrale in Biotecnologie Vegetali (Alimentari) presso l’Università degli Studi di Torino, si è iscritto all’Albo dei Biologi ed esercita in Piemonte. “Se fatto male il taglio del peso è pericolosissimo per l’atleta – spiega a ilfattoquotidiano.it – e può dare conseguenze gravi come la morte, un evento già verificatosi in passato”. Per Ragone il problema principale non è il taglio del peso in sé (a patto che non si superi l’8-10% di peso perso da recuperare poi nelle 24-36 ore prima del match) ma il fatto che in Italia, nel 90% dei casi, non ci sono professionisti seri a seguire l’atleta in questo percorso, ma delle specie di stregoni. “Spesso gli atleti si autogestiscono con il proprio maestro, riducendo di molto la propria performance sportiva e mettendo a repentaglio la salute. Bisogna sensibilizzare gli atleti a farsi seguire da chi di dovere. Qualsiasi nutrizionista preparato si opporrebbe alla richiesta di tagli del peso che possano mettere a serio rischio l’atleta”. In Federazione Pugilistica Italiana non ci sono norme in questo senso. Il responsabile del Settore Professionisti, Andrea Locatelli, ha appena portato in consiglio federale una proposta per porre intanto il problema. La soluzione potrebbe essere la doppia pesatura: la prima a qualche settimana dal match, proprio per non far perdere tanti chili in pochi giorni. Questo prevederebbe però un impegno maggiore per la FPI o per i comitati regionali, che dovrebbero attivarsi per un controllo nella zona di residenza dell’atleta (l’autodichiarazione è sempre rischiosa). È tuttavia fondamentale che la discussione sia iniziata, con la creazione di una commissione formata dallo stesso Locatelli, dal maestro Rolando Grassi, dal dottor Mario Ireneo Sturla e dall’ex pugile Luca Rigoldi.L'articolo “Il taglio del peso è pericoloso, può portare all’arresto cardiaco e alla morte”: l’esperto commenta la nuova moda della boxe proviene da Il Fatto Quotidiano.