Per l’istituzione effettiva del Parco Nazionale della Costa teatina, in Abruzzo, l’attesa prosegue. Da 24 anni. Specificatamente dal 23 marzo 2001. “Il Ministro dell’ambiente – si poteva leggere nel decreto – procede, entro centottanta giorni a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Ma il parco non è ancora nato nonostante altri passaggi, come nel 2011, quando una nuova legge sottolineò che “in ragione della straordinaria urgenza connessa alle necessità di tutela ambientale, di tutela del paesaggio e di protezione dai rischi idrogeologici” serviva attuare la legge di dieci anni prima entro 7 mesi. Ma niente di tutto ciò, di nuovo, è accaduto. Solo nel 2014 viene nominato da Palazzo Chigi un commissario ad acta e solo nel 2015 si arriva a una perimetrazione provvisoria. “Da allora sono trascorsi altri dieci anni, ma nessuna azione concreta è stata portata a termine dalle istituzioni competenti e il parco è rimasto fermo, andando ad arricchire l’elenco dei ‘parchi di carta’ previsti da una legge, ma mai concretizzati” denuncia il Wwf. Per questo l’organizzazione animalista – “dopo aver sollecitato innumerevoli volte le amministrazioni” – ha presentato un ricorso al Tar. Nel 2021 l’associazione tentò anche di coinvolgere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.Ilfattoquotidiano.it ha chiesto cosa intende fare la Regione Abruzzo: l’assessorato all’Ambiente ha rimandato al consigliere con delega ai rifiuti, urbanistica e territorio, paesaggio Nicola Campitelli il quale assicura che “a breve chiariremo la nostra posizione in modo ufficiale”. Al momento dunque non sono bastati dieci ministri dell’Ambiente di schieramenti diversi (tra i quali anche uno dei Verdi) e sette presidenti di Regione, tra destra e sinistra, oltre a diverse interrogazioni parlamentari, perché la politica abbia chiara la situazione.Un paradiso da tutelare – Il parco è costituito dalla “costa dei trabocchi”, dalla diffusa presenza sul litorale delle antiche macchine da pesca su palafitta risalenti al XVIII secolo, e si presenta come un corridoio verde lungo 40 (50) km sulla Costa Teatina, nel tratto meridionale del litorale abruzzese, da Francavilla al Mare fino al confine con il Molise. Abbraccia i comuni di Francavilla, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino Di Sangro, Casalbordino, Vasto, San Salvo. Per una estensione complessiva di 10528 km quadrati. Un paradiso terrestre che l’antropizzazione incontrollata ha trasformato. E che, senza le necessarie tutele che l’istituzione del parco potrebbe assicurare, rischia di venire stravolto. “Il territorio della costa teatina, privo di un sistema di tutela efficace, è stato esposto ad interventi edilizi e trasformazioni che ne minacciano l’equilibrio ambientale e paesaggistico, compromettendone anche le grandi potenziali turistiche”, scrive ancora il Wwf.Le criticità ambientali – Differenti gli elementi di fortissima criticità ambientale riscontrabili su tutta la costa: dalla fortissima erosione costiera che interessa la spiaggia sabbiosa alla cementificazione di alcuni fiumi, come l’Osento e il Sinello. Dalla qualità delle acque di altri, come il Feltrino e l’Alento, a causa della pessima gestione dei depuratori, alla presenza di numerosi scarichi direttamente in mare. Fino al consumo di suolo provocato da nuove edificazioni.“Come è recentemente accaduto per il Parco nazionale del Matese, confidiamo che la magistratura faccia quello che la politica si è rifiutata di fare per un quarto di secolo”, dichiara Luciano Di Tizio, presidente del Wwf. “Vogliamo che si concluda finalmente il procedimento previsto dalla legge e che vengano attuate le misure necessarie per proteggere davvero un’area riconosciuta di alto valore naturalistico e culturale”.Le associazioni e gli attivisti – Per questo motivo ad ottobre 2010 è nata la Costituente per il Parco Nazionale della Costa Teatina, un movimento di cittadini, associazioni, amministratori e operatori economici. Da parte loro Marco Terrei e Andrea Natale, attivisti del Wwf, dal 2013 promuovono “Cammina per il Parco”, un’iniziativa “che punta a far crescere la consapevolezza dell’importanza del Parco nazionale della Costa Teatina”.L'articolo Il Parco della Costa Teatina che dovrebbe tutelare anche i trabocchi: deciso nel 2001, non esiste ancora proviene da Il Fatto Quotidiano.