Yemen: Houthi vietano le visite a centinaia di detenuti

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I ribelli Houthi dello Yemen continuano a vietare le visite a centinaia di detenuti in diverse province yemenite, nonostante alcuni di loro siano trattenuti da oltre quattro mesi. Secondo quanto documentato da un’associazione per i diritti umani yemeniti, solo nella provincia di Ibb sono stati registrati 192 casi di detenzione di civili, il numero più alto dall’inizio dell’anno, rispetto a circa mille detenuti nel corso del 2023. Secondo quanto riferito dalle famiglie di decine di detenuti a Ibb, Sanaa e Dhamar, i servizi di intelligence degli Houthi non hanno ancora rivelato i luoghi di detenzione dei loro parenti, accusati di aver pianificato celebrazioni per l’anniversario della caduta del regime dell’Imamato nello Yemen del nord nel 1962. Inoltre, viene negata loro la possibilità di contattare le famiglie telefonicamente, nonostante siano passati mesi dalle irruzioni nelle loro case e dai successivi arresti. Il giudice Abdul Wahab Qatran ha descritto la detenzione di suo fratello, un contadino, come un’azione vendicativa in risposta a un video pubblicato oltre un anno fa, in cui sfidava i leader Houthi a confrontarsi “uomo contro uomo, fucile contro fucile”, un’espressione tribale di rifiuto dell’umiliazione e dell’ingiustizia. L’Associazione delle Madri dei Rapiti ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation delle campagne di rapimenti condotte dagli Houthi nella provincia di Ibb (193 km a sud di Sanaa) dall’inizio dell’anno, con 192 casi documentati di civili rapiti, in chiara violazione delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali sui diritti umani. L’associazione ha notato un aumento significativo di questi abusi il mese scorso, in concomitanza con l’anniversario della rivoluzione del 26 settembre, che rovesciò il regime degli antenati degli Houthi nel nord del Paese. In tale occasione, il gruppo ha lanciato ampie campagne di rapimenti nella provincia.