Il comandante della Nato vuole “più flessibilità” nelle regole d’ingaggio per gestire il confine con la Russia

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Per rispondere prontamente a eventuali minacce russe servono nuove regole. Parola del generale statunitense Alexus Grynkewich, comandante in capo della Nato, che ha chiesto agli alleati “più flessibilità” nelle regole d’ingaggio in modo da poter gestire meglio la difesa del fianco Est europeo. Alla vigilia della ministeriale difesa dell’Alleanza atlantica, dove il tema verrà affrontato, diverse fonti confermano che uno dei problemi individuati sono i “limiti nazionali” imposti da ogni capitale quando fornisce i mezzi– come i jet da combattimento – al comando Nato. Tutto questo dopo che la Nato ha deciso di militarizzare il confine Est con l’operazione “Sentinella orientale“. Annunciata dopo l’incursione dei droni in territorio polacco, la missione viene vista come “un banco di prova” per la costruzione di un’operazione di difesa aerea integrata. Ma sulla modifica delle regole d’ingaggio, al momento, non c’è unità.Gli Usa: “Ridurre i vincoli” – Tra i favorevoli ci sono gli Stati Uniti. “Siamo stati messi alla prova dalla Russia, intenzionalmente o meno, e abbiamo risposto con una significativa dimostrazione di potenza militare e, come sapete, abbiamo superato la prova sia per come abbiamo affrontato le minacce, sia per come le abbiamo combattute: ma non è un segreto che più sono le restrizioni nazionali sui nostri jet da combattimento, più è difficile per il Comandante supremo rispondere con prontezza”, ha detto l’ambasciatore Usa alla Nato Matthew Whitaker nel corso di un briefing con la stampa. Parlando del dibattito sulla modifica delle regole d’ingaggio sottolinea che “queste sono conversazioni che continueremo ad avere all’interno dell’alleanza per assicurarci che, se possono essere ridotte, lo siano”. “Ma comprendiamo – continua Whitaker – anche che quando qualcuno contribuisce, ad esempio con un caccia, alle attività di polizia aerea e di vigilanza rafforzata, vuole assicurarsi che venga utilizzato con giudizio e evitando l’escalation“.Rutte: “Devono essere i militari a decidere” – Sul punto, lunedì era stato lo stesso segretario generale della Nato a precisare che devono essere i militari a decidere se cambiare o meno le regole d’ingaggio senza interferenza da parte dei politici: “Non è necessario abbattere un jet russo appena entra nello spazio aereo della Nato perché siamo molto più forti della Russia, se fossimo più deboli allora magari dovremmo lanciare un messaggio”, ha detto Mar Rutte intervenendo all’Assemblea Parlamentare in Slovenia. “I nostri militari dicono che abbatteranno i velivoli russi solo se pongono una minaccia ed è giusto che sia così”, ha sottolineato.Le misure in discussione – La scorsa settimana il Financial Times ha rivelato alcune delle misure in discussione fra gli alleati della Nato. Tra queste il dispiegamento di droni da ricognizione armati lungo il confine con la Russia, esercitazioni militari a ridosso dei confini e anche l’allentamento delle limitazioni imposte ai piloti degli aerei militari di pattuglia lungo i confini orientali dell’Alleanza per consentire loro di aprire il fuoco contro aerei russi. Secondo quanto riportato queste discussioni hanno preso il via dai Paesi confinanti con la Russia con il sostegno di Francia e Gran Bretagna e hanno poi coinvolto un numero maggiore di alleati. Sulle regole di ingaggio alcuni Paesi richiedono ai piloti di caccia di avere una conferma visuale della minaccia prima di ingaggiare, mentre altri consentono di aprire il fuoco sulla base dei dati radar o del pericolo percepito dalla direzione o dalla velocità dell’oggetto ostile. Da qui la richiesta di snellire le regole. Ma gli Stati sono divisi: alcuni Paesi, infatti, spingono per una posizione più aggressiva della Nato come mezzo di deterrenza; altri alleati, invece, consigliano una risposta più conservativa, dato il rischio di confronto diretto con una potenza nucleare come la Russia.L'articolo Il comandante della Nato vuole “più flessibilità” nelle regole d’ingaggio per gestire il confine con la Russia proviene da Il Fatto Quotidiano.