Quindici membri del Consiglio superiore della magistratura hanno chiesto l’apertura di una pratica a tutela delle giudici del Tribunale dei ministri di Roma (Maria Teresa Cialoni, Donatella Casari e Valeria Cerulli) dopo le pesanti accuse rivolte loro da Carlo Nordio in relazione al caso Almasri. “Da modesto giurista lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati”, aveva detto il ministro della Giustizia dopo il voto della Camera che aveva negato l’autorizzazione a procedere per lui, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, imputati per la scarcerazione del generale libico accusato di torture. Affermazioni che, “per il loro contenuto irrisorio e l’eccezionale diffusione mediatica, hanno arrecato grave ed evidente turbamento alla credibilità dell’ordine giudiziario“, scrivono i consiglieri, osservando come, “fermo restando il generale diritto di critica cui soggiace anche la funzione giudiziaria, (…) ancora una volta siano stati platealmente superati i limiti di continenza propri di quel diritto”.La richiesta di apertura pratica – indirizzata all’Ufficio di presidenza del Consiglio – è stata sottoscritta dai consiglieri togati progressisti di Area e Magistratura democratica, dai “moderati” di Unità per la Costituzione e dagli indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda, nonché dai laici in quota centrosinistra Roberto Romboli (Pd), Michele Papa (M5s) ed Ernesto Carbone (Italia viva). Non hanno firmato, invece – oltre ai laici di centrodestra – gli eletti di Magistratura indipendente, la corrente “di destra” delle toghe, la meno ostile al governo. L’obiettivo delle pratiche a tutela è arrivare a una presa di posizione ufficiale del Csm a difesa dei magistrati attaccati dalla politica. In questa consiliatura ne sono già state approvate due, di cui l’ultima – lo scorso luglio – riguardava un’altra vittima delle accuse di Nordio: Raffaele Piccirillo, pm della Cassazione deriso e minacciato dal Guardasigilli (“In un altro Paese avrebbero chiamato gli infermieri, potrebbe essere oggetto di valutazione”) per una sua intervista critica proprio sul caso Almasri.L'articolo Csm, chiesta tutela per le giudici romane attaccate da Nordio sul caso Almasri. Ma la corrente di destra non firma proviene da Il Fatto Quotidiano.