L’Italia che non arriva a fine mese: quasi il 10% dei residenti resta in povertà assoluta. Record di indigenza tra i minori e gli operai

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La povertà in Italia è diventata un male cronico. Anche nel 2024 oltre 5,7 milioni di persone, il 9,8% dei residenti, hanno vissuto senza potersi permettere beni e servizi essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile. Fermo a oltre 2,2 milioni il numero delle famiglie povere, come quello dei minori che crescono in uno stato di deprivazione: 1,28 milioni, il 13,8% del totale. Il valore più alto dall’inizio delle serie storiche. I nuovi dati Istat arrivano a pochi giorni dal rapporto Caritas che ha confermato il fallimento dell’Assegno di inclusione introdotto dal governo Meloni proprio lo scorso anno dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza. E confermano l’inefficacia dei sostegni (ora frammentari e destinati a platee più ristrette) che dovrebbero supportare chi non ce la fa. Mentre, come aveva avvertito a fine settembre il portavoce di Alleanza contro la povertà Antonio Russo, non fanno che rendere “strutturale” il fenomeno lasciando centinaia di migliaia di persone senza aiuti.Ne esce un quadro in netto contrasto con la narrazione della premier, che durante i comizi elettorali descrive un Paese in ottima salute in cui “i salari aumentano e abbiamo il record di occupazione“. Povero quasi il 9% delle famiglie di lavoratori dipendentiLe tabelle dell’istituto di statistica certificano al contrario che lavorare non basta più per garantirsi un potere d’acquisto sufficiente: l’8,7% delle famiglie in cui il “capofamiglia” è un lavoratore dipendente è comunque povera in termini assoluti. Tra gli operai la quota arriva al 15,6%. Sotto i livelli record toccati nel 2023 in seguito alla fiammata dei prezzi sommata all’emergenza dei bassi salari, che l’esecutivo non ha affrontato, ma molto sopra quelli dell’era pre Covid, quando la povertà assoluta toccava solo il 6% dei dipendenti e poco più del 10% degli operai. Tra i dirigenti e impiegati l’incidenza si ferma al 2,8%, mentre fra i disoccupati supera il 21%. “La povertà assoluta è diventata ormai una condizione diffusa e sempre più strutturale”, commenta la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi. “Ma il governo finge di non vedere e, peggio, decide di non contrastarla. Non solo ha cancellato il Reddito di cittadinanza e introdotto uno strumento profondamente ingiusto, l’Assegno di Inclusione, non solo ha sostanzialmente azzerato le risorse per contrastare il disagio abitativo a partire dalle famiglie in affitto, ma anche nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026 conferma un ulteriore e progressivo arretramento del ruolo pubblico”.La vergogna dei minori in povertàIndigesti per la premier e il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, impegnati sulla carta a sostenere le famiglie per convincere gli italiani a fare più figli, anche i numeri che mostrano come le famiglie con minori arranchino. Un nucleo su otto tra quelli con bambini non raggiunge la soglia minima di spesa necessaria per vivere dignitosamente. E se si guarda solo ai nuclei di chi lavora come operaio o impiegato la quota sale a quasi uno su cinque. Per le coppie con tre o più figli l’incidenza sale al 20,7%. Le famiglie straniere sono le più penalizzate: quando ci sono figli oltre una su tre è povera assoluta (33,6%). Diventano il 40% tra quelle composte solo da stranieri.E ancora: tra i bambini dai 7 ai 13 anni addirittura il 14,9% è povero assoluto. Al Sud la percentuale tocca il 16,4% del totale.Indigenza in crescita nel Nord ovestLa stabilità del dato nazionale nasconde variazioni territoriali corpose. Se l’incidenza (11,9%) e il numero di persone in povertà assoluta (1,6 milioni) restano più alte nel Mezzogiorno, anno su anno l’indigenza è salita soprattutto nelle Isole – dove le persone povere sono passate da 754 a 851mila, il 13,4% – e in misura minore al Nord Ovest – da 1,423 a 1,458 milioni, il 9,2%. Mentre nel Nord-est e nel Centro si registrano lievi miglioramenti, con l’incidenza della povertà assoluta individuale che cala dal 7,9 al 7,6% e dal 6,7 al 6,5%. In valori assoluti, tuttavia, quasi la metà dei poveri italiani vive al Nord.Gli stranieri sempre più penalizzatiGli stranieri sono molto più a rischio di cadere in povertà assoluta: più di uno su tre si trova in quella condizione. È una quota quasi cinque volte superiore a quella degli italiani (7,4%) e la più alta dal 2014. Nel Mezzogiorno, la distanza tra i due gruppi è abissale: 42,5% di povertà tra gli stranieri contro 8,9% tra gli italiani. Se ci sono minori, il dato balza al 46,2%. La differenza scende a 25,2 punti nel Nord (30,4% e 5,2% rispettivamente) e raggiunge il valore più basso nel Centro (24,9% contro 4,2%). In ogni caso, sottolinea l’Istat quasi a prevenire possibili interpretazioni simili a quella con cui l’anno scorso Meloni aveva sottolineato che l’aumento della povertà riguardava “soprattutto gli stranieri”, due terzi delle famiglie povere sono di soli italiani.La casa e la trappola dell’affittoMentre il governo continua a non curarsi dell’emergenza abitativa, i dati Istat evidenziano infine ancora una volta che per chi vive in affitto è molto più facile ritrovarsi senza le risorse per arrivare a fine mese. L’incidenza della povertà assoluta tra gli affittuari è stata, nel 2024, del 22,1% contro il 4,7% tra i proprietari di casa. Tra i nuclei in affitto con minori, il tasso di povertà esplode al 32,3%.L’allarme delle opposizioniPer Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd, sono dati che “squarciano il velo dell’ipocrisia di un Paese che si straccia le vesti sulla crisi della natalità. Un paese che finge di non sapere che fare figli è diventato un lusso, più che una scelta. E lo è ancora di più farne più d’uno: l’incidenza della povertà assoluta cresce vertiginosamente al crescere del numero dei figli, fino ad essere quasi tre volte tanto nel caso di tre figli rispetto al caso di un figlio solo”. Secondo Mario Turco, vicepresidente del M5S, la povertà è la cartina di tornasole del “fallimento delle politiche economiche imposte dal ministro Giorgetti e passivamente accettate dalla premier Meloni. I tre anni di Governo sono ampiamente sufficienti a dimostrare tutti i danni dell’austerità neoliberista riproposta dal Centrodestra, peraltro già bocciata dalla storia”.L'articolo L’Italia che non arriva a fine mese: quasi il 10% dei residenti resta in povertà assoluta. Record di indigenza tra i minori e gli operai proviene da Il Fatto Quotidiano.