Ordine di Malta, il capo dei volontari: “Mi sarei comprato una casa con i soldi spesi in ambulanze”. E i vertici viaggiano in jet privato

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“Mi sarei comprato una casa, invece ho comprato ambulanze”. Vincenzo Lucisano è un imprenditore lombardo che da quindici anni guida il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) a Monza e Brianza. Coordina 80 volontari locali, 500 in Lombardia. Portano pasti, vestiti e cure a chi vive per strada. A proprie spese. Nel mondo rovesciato del “Sovrano Ordine di Malta” – come ha rivelato il Fatto mercoledì scorso – il Gran Maestro e la sua corte volano in jet privati con maggiordomo e segretaria al seguito, e risiedono tra lussi e privilegi nel Palazzo Magistrale di via Condotti 68.Lucisano lo racconta con amarezza. “Quando ho messo la spilla da cavaliere, ho sentito il peso di rappresentare un ordine millenario. Oggi sento solo il peso di doverlo difendere da chi lo sta distruggendo”.Il nostro giornale aveva raccontato che mentre la “base” si autofinanzia per servire pasti caldi e cure a poveri e malati, le alte sfere dell’Ordine vivono nel lusso usando risorse destinate agli ultimi. Un abisso morale. Il Gran Maestro John Dunlop, pur avendo fatto voto di povertà, è ribattezzato “fra-jet” per quanto spende in voli. Per andare in Ungheria noleggia un jet privato: 18 mila euro per un solo volo che in economy costerebbe solo 165 euro.I “frati professi” del Sovrano Consiglio, che dovrebbero vivere in povertà, risiedono gratis in via Condotti, spesati di tutto punto: pulizie, bollette, perfino l’abbonamento a Sky. E incassano pure la “soldea”: un’indennità mensile di 7-8 euro mensili per ilGran Maestro, 5mila per le alte cariche e duemila per i membri del sovrano consiglio non residenti a Roma.“Ho indagato sulle cose che ha scritto”, dice Lucisano “pare sia tutto vero… una vera delusione”. E poi spiega. “In effetti Roma non ci dà nulla. Se vogliamo comprare un mezzo, dobbiamo fare raccolte fondi o donarlo di tasca nostra. Io ne ho regalati diversi”. Poi aggiunge, con un sorriso amaro: “Mi sarei comprato una casa. Ogni donazione finisce su un conto unico a Roma, noi non abbiamo nemmeno un nostro IBAN. Se devo fare benzina, uso la mia carta”.Il vizio, va detto, non è nuovo. Papa Francesco aveva già provato a spezzarlo: prima con il commissariamento del 2017, poi con la riforma del 2022 e una nuova squadra scelta da lui per riportare l’Ordine alla sua missione di carità. Ma quella volontà è stata tradita, di nuovo e sotto gli occhi di tutti. Voleva fermare un andazzo diventato intollerabile. E gli esempi non mancano.Mentre i volontari come Lucisano comprano ambulanze di tasca propria, l’ex Gran Cancelliere Albrecht von Boeselager spendeva 22.900 euro tra iscrizione e consumazioni al Circolo della Caccia, uno dei club più esclusivi di Roma. E non è tutto. Il 29 maggio 2023, nel pomeriggio, una donna entra dal portone socchiuso in via Condotti e svaligia la residenza del Gran Maestro: dentro trova 200mila euro in contanti — banconote da 500 — orologi di lusso.Volontari e alte sfereDue mondi che fanno capo allo stesso Ordine ma che viaggiano su due binari completamente diversi e sono così distanti che neppure si parlano. Il giorno e la notte sono più vicini. Perché c’è chi ancora crede nel valore originario, nella carità concreta. “Noi siamo la parte viva dell’Ordine, quella che serve davvero i poveri. Ma stiamo morendo soffocati da chi vive nel velluto”.E così a Monza ogni settimana i volontari escono in strada, ascoltano, curano, distribuiscono cibo, vestiti, coperte e medicinali. “Lo facciamo per convinzione. È un secondo lavoro, se non a volte un primo”, racconta Lucisano. Ma la convinzione non basta a colmare il divario con chi predica la povertà dai salotti di velluto. Un episodio lo ha segnato più di altri.Risparmiavano sul cibo ai volontari“A un campo estivo dell’Ordine a Udine, ospitato nella tenuta vinicola della Rocca, il tetto perdeva, la pasta era scotta, il dolce una mela. Ho detto: mangio meglio alla mensa dei poveri.” I magazzini erano pieni di cibo ma le scorte non venivano usate. “C’era roba scaduta. Ho dovuto chiedere al medico di campo di controllare il menù, perché ci davano solo carboidrati. È cambiato solo dopo la relazione sanitaria. Facevano i tirchi sulla pelle dei volontari e dei poveri cristi.” Lucisano avrebbe potuto portare prosciutti e viveri grazie ai contatti con aziende alimentari. “Bastava chiedere. Invece ci trattavano come fastidi. E’ li che ho capito la distanza, non ci tornerò più”.La disillusioneQuando è entrato nell’Ordine da “donato”, cioè membro laico, Lucisano ha sentito “la pesantezza della croce ottagona sulle spalle”. Ma il disincanto è arrivato presto. “Quando parlo con alcuni cavalieri e dico: ‘Sai cos’è il CISOM?’, non lo sanno nemmeno. Eppure siamo il loro braccio operativo, quello che aiuta i bisognosi.”Molti si comportano come un’aristocrazia spirituale. “Ti guardano dall’alto in basso. Per loro l’Ordine è una passerella, un ritrovo tra nobili annoiati.”La promozione dentro il sistema è questione di gradi, non di meriti. “Io sono ‘donato’ da quindici anni. Poi arriva un tenente colonnello e in un mese diventa Cavaliere. Ti cadono le braccia”.Il rischio di perdere l’animaLucisano teme che l’Ordine voglia ora mettere le mani sul CISOM per controllarne la gestione. “Stanno entrando a gamba tesa. Se continua così, ci distruggeremo”. Il corpo di soccorso è sempre stato laico, aperto a tutti. “Ho accolto musulmani, atei, comunisti. Io guardo la persona, non la religione.” Ma oggi, per entrare, serve anche un colloquio con il prete assistente spirituale. “Così non siamo più attrattivi. Mi hanno criticato per aver ammesso cinesi e musulmani. Ora mi hanno detto di fare un passo indietro, ma io resto: a modo mio, sono un rivoluzionario”.“Non parlate coi giornalisti”L’inchiesta del Fatto ha provocato un certo interesse in Vaticano, anche se non si registrano reazioni ufficiali. Di sicuro ha suscitato un forte imbarazzo ha suscitato nelle alte sfere dell’Ordine stesso. Lo rivela una nota che è stata diramata urbi et orbi, anche alle 115 ambasciate: una lettera nella quale – senza nulla smentire di quanto scritto dal Fatto – si fa leva proprio sul valore dei volontari per mantenere lo status quo, anche se Papa Francesco li voleva mettere tutti in convento a fare la vita religiosa e umile coerentemente al loro voto di povertà e obbedienza anziché fare la “bella vita” spolpando i beni ereditati.A firmare la missiva spedita alle “loro eccellenze” e anche alle ambasciate in tutto il mondo è il ministro degli Esteri e degli Interni Ricardo Paternò di Montecupo in persona. Nel corpo della mail inviata si raccomanda: “Vi prego di attenervi alle linee guida contenute nel documento allegato nel caso in cui riceviate richieste di commenti su questa vicenda. Desidero inoltre ricordarvi che qualsiasi richiesta proveniente da giornalisti o dai media deve essere indirizzata all’Ufficio Comunicazione del Gran Magistero”. Perché il silenzio, esattamente come la vita loro, è d’oro.L'articolo Ordine di Malta, il capo dei volontari: “Mi sarei comprato una casa con i soldi spesi in ambulanze”. E i vertici viaggiano in jet privato proviene da Il Fatto Quotidiano.