Lun, 13 Ott 2025La ristrutturazione prevedeva il ritorno del Barcellona entro novembre 2024. Ma un anno dopo non si è ancora concretizzato e le penali presenti non sono state esercitate da parte del club.DiRedazioneCondividi l'articoloSpotify Camp Nou (Foto: David Ramos/Getty Images)Continuano a passare i giorni e le settimane e il Barcellona non ha ancora fatto ritorno nel nuovo Spotify Camp Nou. Anzi, durante questo divorzio forzato si sono fatti largo numerosi dubbi e casi intorno all’impianto dei catalani.L’ultimo è quello lanciato dall’emittente radiofonica Cadena Ser relativo al bando per i lavori di ristrutturazione. A occuparsene è la azienda turca Limak, che secondo quanto riportato non avrebbe avuto tutti i requisiti in regola con il bando stesso, prima che questo venisse però modificato.Infatti, la prima valutazione tecnica data dalla commissione indipendente, che contava membri designati dal Barça ma anche professionisti esterni, era di soli 50 punti su 100, uno dei peggiori score fra le ditte in corsa per l’appalto dei lavori. Inoltre, è stato sottolineato come le risposte degli esponenti di Limak sul cronoprogramma fossero vaghe e insufficienti, mentre il fabbisogno di cassa iniziale della società era di circa 200 milioni di euro, molto superiore ai 12 milioni richiesti dai concorrenti.Ma solamente due giorni dopo questa valutazione tecnica, la commissione Espai Barça ha ribaltato del tutto la propria decisione, assegnando a Limak 74 punti, una valutazione spinta dal suo cronoprogramma, giudicato più realistico rispetto ai concorrenti Ferrovial e FCC. La scelta finale ha privilegiato il rispetto dei tempi di consegna, che garantivano un solo anno di permanenza allo stadio comunale Montjuic e un ritorno parziale al Camp Nou già novembre 2024, con completamento finale previsto nel luglio 2026.Un anno dopo dalla data di un eventuale ritorno parziale, ora ecco emergere questo caso legato a Limak. Nel contratto, inoltre, sono previsti penali per ritardi nelle consegne parziali, ma finora non sono state applicate a causa di fattori esterni come ritardi nei materiali o carenza di personale, anche se le clausole contrattuali stesse consentono proroghe solo per eventi straordinari come incendi, terremoti o guerre.Nei primi mesi di cantiere, Limak ha ricevuto finanziamenti consistenti necessari per avviare i lavori, e alla fine l’offerta si è rivelata la più economica considerando le contingenze e il cronoprogramma. Alcune parti del progetto, tra cui il nuovo spogliatoio della prima squadra, sono state assegnate a subappaltatori esterni. Dopo l’assegnazione, inoltre, diversi membri di spicco di Espai Barça hanno lasciato il progetto, tra cui il direttore responsabile Jordi Llauradó, che ha contestato la trasparenza del concorso. Il club ha modificato il bando originale del 2017, redatto sotto la gestione di Josep Maria Bartomeu, per permettere a Limak di partecipare, eliminando requisiti tecnici troppo restrittivi relativi a esperienze precedenti in Spagna.Come detto, la scelta di Limak è stata determinata principalmente dal rispetto dei tempi di consegna e dalla capacità finanziaria, più che dalla valutazione tecnica iniziale, suscitando critiche e dimissioni tra i dirigenti storici del progetto. Una scelta che si è rivelata errata da parte di Espai Barça che getta ancora di più ombre sul progetto del Camp Nou.Developed by 3x1010