Ecco gli ‘scheletri nell’armadio’ che Segre ricorda a Roccella: il fascismo fu parte attiva nella Shoah

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All’affermazione della ministra della Famiglia Eugenia Roccella su fascismo e antisemitismo ha già risposto la senatrice a vita Liliana Segre, 95 anni, cittadina milanese con radici ebraiche, tra i pochi superstiti ai campi di sterminio (il 30 gennaio 1944, quando aveva 13 anni, fu deportata da Milano verso Auschwitz-Birkenau). Ha commentato la senatrice: “Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito ‘gite’ i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. […] La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi“.Tuttavia, per contestualizzare questa vicenda, è il caso di chiarire alcuni aspetti dal punto di vista della storia e della storiografia; per capire quali possono essere gli “scheletri negli armadi” citati da Segre. Perché effettivamente sono gravi le responsabilità del regime fascista di Benito Mussolini per l’assassinio di almeno 70.000 nostri concittadini nei campi di sterminio (lì morirono 5.969 ebrei su 6.806 deportati, circa 12.000 partigiani e prigionieri politici su 33.000, un’ottantina di sinti e rom e alcuni testimoni di Geova) e in altri tipi di lager (dove persero la vita più di 50.000 Internati militari – IMI – tra i 650.000 che dopo l’8 settembre rifiutarono di indossare le divise naziste del Reich o mussoliniane della RSI; è imprecisato il numero delle vittime tra i 100.000 internati civili).Visto che la ministra Roccella, dimenticando colpevolmente tutte altre categorie di vittime poc’anzi citate, ha collegato soltanto l’antisemitismo alla stragi nei lager, va chiarito che i pregiudizi antisemiti erano già presenti nella società italiana nei decenni precedenti il Ventennio fascista; però non si erano mai tradotti, come è successo sotto il regime di Mussolini, prima in normative punitive nei confronti degli italiani ebrei, poi nella complicità concreta con il regime hitleriano per quel che riguarda la “soluzione finale”: lo sterminio sistematico di tutti gli ebrei europei.D’altra parte la responsabilità del regime fascista per la sorte degli ebrei non si limita al periodo della Repubblica Sociale Italiana (RSI) e dell’occupazione nazista, tra 1943 e 1945, ma ha radici più vecchie:– Le leggi razziali (1938): Il fascismo introdusse in modo autonomo la legislazione antiebraica, nota come “Leggi per la difesa della razza”, ben prima dell’occupazione tedesca. Queste leggi esclusero gli ebrei dalla vita civile, militare e professionale, privandoli dei diritti civili e aprendo la strada alla loro persecuzione. Proprio Mussolini ebbe un ruolo centrale e diretto in questa svolta razzista (non si può dimenticare, in questo campo, il ruolo di Giorgio Almirante, poi diventato il leader del Movimento Sociale Italiano post-fascista, da cui è nato l’attuale partito di Fratelli d’Italia).– I campi di internamento fascisti (1940-1943): con l’ingresso in guerra, il regime mussoliniano istituì circa cinquanta campi di concentramento (o internamento) in Italia, destinati agli ebrei stranieri e a una parte di quelli italiani considerati “pericolosi”, oltre che ad oppositori politici e a cittadini di Stati nemici. Questi campi, pur non essendo di sterminio come i lager nazisti, rappresentarono il primo livello di reclusione e schedatura su base razziale operato dal fascismo.– La Repubblica Sociale Italiana (RSI) e la deportazione (1943-1945): Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la nascita della RSI, sotto il controllo nazista, il governo fascista repubblicano intensificò la collaborazione con il Reich hitleriano nella persecuzione degli ebrei. Per esempio:1. Il Manifesto di Verona (novembre 1943) stabilì che gli ebrei erano considerati “stranieri” e “nemici”, legittimando la loro cattura. All’articolo 7 si legge: “Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”.2. Il regime di Salò assunse un ruolo attivo e collaborativo nell’arresto e nel concentramento degli ebrei. La Polizia della RSI e la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) procedettero a rastrellamenti in diverse città, consegnando poi i prigionieri alle autorità tedesche.3. I campi di internamento fascisti preesistenti, come Fossoli, vennero utilizzati come campi di transito (o di smistamento) sotto il controllo congiunto italo-tedesco per la deportazione verso Auschwitz, in virtù degli accordi tra le autorità fasciste e quelle naziste.In sintesi, il regime fascista e il suo capo, Benito Mussolini, non furono spettatori passivi della Shoah e della repressione nazista; furono complici consapevoli dei crimini hitleriani. Tanto che la RSI partecipò direttamente alla consegna di migliaia di italiani – come ebrei, soldati non collaborazionisti e oppositori – al sistema di internamento e sterminio concepito da Adolf Hitler.Educare i giovani italiani dell’antifascismo e all’antirazzismo, anche con viaggi d’istruzione nei luoghi in cui il nazifascimo ha recluso e ucciso milioni di persone, è quindi un dovere della scuola italiana e del nostro Stato democratico. Dovere basato su una preziosa Costituzione, nata dalla Resistenza contro due feroci dittature.L'articolo Ecco gli ‘scheletri nell’armadio’ che Segre ricorda a Roccella: il fascismo fu parte attiva nella Shoah proviene da Il Fatto Quotidiano.