Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha recentemente affermato che il cosiddetto “deserto industriale” italiano è in gran parte dovuto alle politiche dell’Europa. Una visione che, seppur timidamente, rappresenta un passo avanti rispetto alla tradizionale cautela di Confindustria nei confronti delle politiche dell’Unione. Orsini sottolinea che l’introduzione del Green Deal europeo ha accelerato la deindustrializzazione del continente, favorendo invece la crescita dei colossi asiatici e americani, che hanno saputo approfittare di queste politiche.L’Europa oggi si trova a un bivio cruciale: deve decidere se mettere al centro l’industria e puntare sulla competitività, oppure continuare a perdere terreno, diventando sempre più un “territorio di conquista” per altre potenze economiche. La crescente incertezza dovuta ai dazi statunitensi, insieme alle fluttuazioni del rapporto euro-dollaro, sta riducendo la competitività dell’Europa, mentre la domanda cruciale è dove reperire le risorse necessarie a sostenere il sistema competitivo europeo.La Pianificazione Strategica: una Necessità IgnorataOrsini suggerisce che sia urgente una pianificazione strategica chiara per rilanciare l’industria europea, un tema su cui il sottoscritto ha insegnato per molti anni nelle università. Le imprese italiane e europee si stanno muovendo in questa direzione, ma gli Stati non sembrano più in grado di fare lo stesso. Esistono proposte, come l’emissione di Eurobond, che potrebbero rappresentare una possibile soluzione. Alcuni suggeriscono anche di riorganizzare i fondi del PNRR e dell’Unione Europea in uno strumento unico che favorisca gli investimenti, premiando la produttività e investendo sulla formazione di lavoratori con competenze sempre più specializzate.L’idea sarebbe quella di creare organizzazioni aziendali che mettano al centro il fattore umano, riducendo la complessità burocratica e le normative che generano incertezze, creando così un clima di paura che frena gli investimenti. Questo approccio, però, non sembra essere nell’agenda politica europea, dove l’attenzione sembra concentrarsi esclusivamente su logiche finanziarie, ignorando il tessuto delle famiglie e delle imprese produttive.Le Politiche Green: una Colpa Ignorata per Troppo TempoPerò, caro presidente di Confindustria, non è che la deindustrializzazione del deserto italiano sia solo una conseguenza delle politiche europee, ma unica conseguenza di quelle politiche. Se l’Italia fosse rimasta uno Stato libero, avrebbe potuto decidere autonomamente quale strada intraprendere. Purtroppo, da molti anni, l’industria non viene più supportata, non per mancanza di mezzi, ma per mancanza di volontà politica.Le politiche green, che oggi Orsini critica, sono state promosse senza la dovuta opposizione da parte di Confindustria, quando ancora avrebbero potuto fare la differenza. E ora si scopre che queste politiche sono state dannose per la produttività europea. Tuttavia, il problema non sono solo i dazi imposti da Trump, ma i dazi europei che l’Italia e gli altri Stati membri hanno sopportato per oltre 30 anni. Sono le norme burocratiche e restrittive imposte dall’Unione Europea che non tengono conto delle reali esigenze delle imprese produttive e delle famiglie, ma si concentrano esclusivamente su interessi finanziari.The post Confindustria scopre l’acqua calda: è l’Europa che ha affossato l’industria italiana appeared first on Radio Radio.