Non è stata colpa dell’ammoniaca e l’indiziato numero uno non è neanche il sistema di climatizzazione. Gli accertamenti per appurare che tipo di sostanza si sia sprigionata all’interno del liceo Marconi di Pescara, provocando l’intossicazione di diverse persone e sei ricoveri in codice verde, non sono stati finora in grado di ricostruire le cause dei malanni accusati. Dopo le prime verifiche dei vigili del fuoco, sul posto sono intervenuti i tecnici dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale, che da una parte dovranno accertare l’origine del fenomeno, dall’altro dovranno confermare che l’emergenza, come sembra, è cessata.Gli esperti dell’agenzia – il distretto intervenuto è quello di Chieti, competente per territorio – hanno campionato delle sacche d’aria: i risultati dovrebbero essere pronti nell’arco di 24 ore. L’episodio ha interessato la palazzina ‘A’ dell’istituto e, in particolare, le aule 18, 19 e 20. Stando a quanto appreso, sembra che la sostanza non si sia diffusa attraverso l’impianto di climatizzazione, come inizialmente riferito nell’ordinanza con cui il Comune ha disposto la chiusura della scuola che è stata evacuata.Sembra esclusa al momento anche l’ipotesi dell’ammoniaca, di cui si era parlato nella prima fase dell’emergenza: nell’area della scuola interessata non è presente un laboratorio di chimica. “Le analisi finora effettuate non hanno evidenziato alcuna positività” alla sostanza, scrive la Asl in una nota, precisando che “sulla base delle valutazioni attuali, si tratterebbe dell’inalazione di una sostanza irritativa non ancora identificata”.L'articolo Liceo evacuato a Pescara, indagini sulle cause dell’intossicazione: “Campionate sacche d’aria” proviene da Il Fatto Quotidiano.