SATANTANGO – LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI

Wait 5 sec.

László Krasznahorkai, Satantango, traduz. dall’ungherese di Dóra Várnai, pp.320, Bompiani, 2016In una fangosa campagna ungherese battuta incessantemente dalla pioggia pochi abbrutiti individui, quel che resta di un piccolo villaggio, vive senza speranza in una cooperativa agricola ormai in sfacelo. Tutti vogliono andarsene e sperano in un futuro migliore grazie al denaro che riceveranno dalla chiusura della loro fattoria collettiva. Quando all’improvviso si diffonde la notizia che il carismatico Irimiás, sparito due anni prima e dato ormai da tutti per morto, è stato visto sulla strada che porta al villaggio e sta per tornare pare un miracolo. È l’inizio dell’attesa, dell’avvento incombente di qualcosa che li può liberare ma che avrà pesanti conseguenze sulle loro vite disperate.“Cullati dai suoni vellutati della fisarmonica, i ragni della kocsma si lanciarono al loro ultimo attacco. Fecero calare leggere reti sopra le bottiglie, i bicchieri, le tazze, i posacenere, circondarono le gambe dei tavoli e delle sedie, dopo di che – con alcuni lievissimi fili segreti – congiunsero tra loro quelle reti, come se per loro fosse importante percepire ogni minimo movimento, ogni più piccolo fremito, nascosti nelle loro tane oscure e insvelate, finché quella loro rete misteriosa, perfetta e quasi invisibile, rimaneva inviolata. Intrecciarono i visi degli addormentati, i loro piedi e le loro mani, poi velocissimi corsero a nascondersi nei loro rifugi, per poter ricominciare quel criptico lavorio in attesa del fremito di uno di quei fili tenui come un soffio. I tafani – cercando riparo dai ragni nel chiarore e nel movimento – continuavano senza sosta a descrivere i loro voli disordinati a forma di otto intorno alla fioca luce della lampada”.Questo è solo uno stralcio dal capitolo centrale del romanzo, quello che determina la svolta narrativa, il passaggio dal momento dell’”attesa” a quello dell’ “avvento”, e credo renda molto bene lo stile di scrittura e l’atmosfera di un libro strutturato come i passi di un tango (sei capitoli avanti, sei capitoli indietro) in un loop che ha dell’infernale e, appunto, di satanico.Scritto nel 1985, disponibile finalmente anche per i lettori italiani solo dal 2016 nell’eccellente traduzione di Dóra Várnai, il romanzo d’esordio di quello che viene considerato uno dei maggiori scrittori ungheresi del Novecento (da alcuni, ho letto, considerato addirittura il più grande).Un romanzo che già dalle prime pagine fa capire che qui ci si trova davanti alla Grande Letteratura, all’Alta Letteratura. Questo l’incipit:“Una mattina di fine ottobre, non molto prima che sul terreno screpolato e salmastro a ovest dello stabilimento cominciassero a cadere le prime gocce delle interminabili e inesorabili piogge autunnali (il fetido mare di fango che si sarebbe creato avrebbe poi reso impraticabili i sentieri campestri e quindi irraggiungibile la città fino all’arrivo delle prime gelate), Futaki venne svegliato dai rintocchi di una campana.”Per Satantango G.W. Sebald – che di Krasznahorkai era molto amico – ha evocato Le anime morte di Gogol, ma Satantango rimanda anche al Beckett di Aspettando Godot, al Borges de Il giardino dei sentieri che si biforcano, al Kafka de Il castello e naturalmente… alla Bibbia dell’Apocalisse.Un romanzo straordinario, arrivato da noi in Italia dopo “appena” trent’anni circa. I misteri dell’editoria italiana sono e rimarranno per me insondabili.Era arrivato prima, nel 1993, il film Satantango di Béla Tarr alla cui sceneggiatura partecipò lo stesso Krasznahorkai.Allo scrittore ungherese László Krasznahorkai è stato adesso attribuito il Premio Nobel per la Letteratura 2025. Gli è stato assegnato dall’Accademia Svedese «per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte».Gli appunti di lettura che avete appena letto più sopra li avevo scritti e pubblicati in epoca non sospetta ormai sette anni fa, nel 2018, non qui su NSP ma nella mia pagina Facebook e precisamente qui . Ho scritto “in epoca non sospetta” perché nel 2018 Krasznahorkai era, in in Italia, sconosciuto ai più ed ancora oggi, alla notizia che gli è stato conferito il Nobel per la Letteratura 2025 ho visto che molti hanno reagito con un desolante “ma chi è? Mai sentito nominare! Chi lo conosce?”. Trovo desolante questo genere di commenti perché è come se si dicesse “se non lo conosco io, allora questa persona non è nessuno”. Non la trovo una bella cosa.László KrasznahorkaiPoco conosciuto dai lettori italiani, László Krasznahorkai è autore prolifico di romanzi, saggi. E’ anche autore di sceneggiature per il regista Béla Tarr , ungherese come lui, che ha curato la trasposizione cinematografica di diverse sue opere a cominciare dalla più nota, Satantango, diventata sullo schermo una traversata di ore e ore nelle miserie materiali e metafisiche dell’Ungheria contemporanea, specchio delle miserie di un’Europa e di un mondo sempre più avvitati su se stessi.Libro e film affascinanti ma anche parecchio impegnativi, in particolare il film che dura ben sette ore, costruito tutto con una serie di lunghissimi (magnifici) piani-sequenza e che è bene affrontare – per coglierne tutta la potenza e la poesia – con grande pazienza e consapevolezza. Magari non pretendendo di guardarlo subito tutto di fila… Bellissima la musica di Mihály Vig che accompagna tutto il film.Ed ora, una manciata di link di vario genere come spunto per chi volesse saperne di più:Un breve ma efficace video in cui la traduttrice Dora Varnai parla di Krasnahorkai e dei suoi libri https://www.rainews.it/tgr/lombardia/video/2025/10/traduttrice-premio-nobel-ungherese-266ea1ae-a1a3-456f-91c1-2868651d43a9.html Ecco come, il 25 Ottobre, Krasznahorkai ha risposto con un messaggio conciso, educato e… affilato alle congratulazioni rivoltegli dal Primo Ministro ungherese Viktor Orbán per l’assegnazione del Nobel:Su YouTube il trailer italiano (in ungherese con sottotitoli) del film Satantango di Béla Tarrhttps://youtu.be/80gXQiU8U5I?si=Vm_tnqtnm7HL0nyfSu YouTube la sequenza del tango con la musica di Mihály Vig (ricordiamo quel “cullati dai suoni vellutati della fisarmonica” del brano del romanzo che ho citato all’inizio del post…). https://youtu.be/tTLQq5JJHjk?si=JgaWmqyTekUGJ9W9Mihály Vig è non solo musicista e compositore ma anche attore, e nel film interpreta il ruolo di quell’Irimiás il cui arrivo, nel villaggio tutti attendonoMihály Vig nel ruolo di Irimiás in Satantango