(LaPresse) A Castel d’Azzano, nel Veronese, i vicini raccontano uno stile di vita isolato e pieno di disagio dei fratelli Ramponi, occupanti del casolare agricolo esploso nella notte. Lavoravano di notte e dormivano di giorno, accudivano le mucche sotto un faro montato nei campi per illuminare l’oscurità. “Nessuno li vedeva mai, vivevano con il poco latte che ricavavano”, racconta un vicino. Franco, Dino e Luisa Ramponi – così si chiamano i tre fratelli – vivevano lontani da tutto e da tutti, senza amicizie fuori dalla cerchia familiare. I genitori, entrambi deceduti, avevano lasciato loro alcuni terreni, venduti nel tempo per far fronte ai debiti. Restavano solo la casa e un appezzamento con una trentina di mucche. “Strani” è l’aggettivo più usato da chi li conosceva. Marcello Fusini, ex compagno di scuola di uno dei fratelli, racconta: “Ieri Dino è passato col trattore e non mi ha nemmeno guardato. Ci parlavo solo quando andavo a scuola”.Questo articolo Castel d’Azzano, i vicini: “Vivevano isolati, lavoravano solo di notte” proviene da LaPresse