“La pace non significa dimenticare, né significa impunità“. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ribadisce la sua posizione rispetto alle accuse a Israele di genocidio a Gaza ricordando che “ci sono processi aperti davanti alla Corte penale internazionale“. Mentre riecheggiano ancora gli applausi della Knesset per Donald Trump e a poche ore dal vertice-show a Sharm El-Sheikh (al quale ha preso parte anche lui), Sanchez, intervistato da Cadena Ser, ricorda il mandato di arresto per Benjamin Netanyahu emesso dalla Cpi nel novembre scorso: “Coloro che sono stati attori chiave nel genocidio perpetrato a Gaza devono rispondere alla giustizia, non ci può essere impunità”, sottolinea il premier iberico. I mandati sono stati emessi per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto.Sanchez ha anche assicurato che l’embargo di armi deciso da Madrid per Israele “si mantiene”. Quanto all’eventuale invio di truppe spagnole in missione di peacekeeping, ha assicurato che, se sarà richiesto, “la Spagna vuole essere attiva in questo processo”, e “avere un ruolo non solo nella ricostruzione in una zona in cui abbiamo molti interessi”, ma dalla “convinzione morale del rispetto del diritto internazionale“.Commentando i prossimi passi successivi al cessate il fuoco, Sanchez ha riconosciuto che “ci sono molti compiti, molte incognite sulla governance” sulla Striscia per consolidare la pace. “Ma è importante che sia cessata la violenza a Gaza e che ci sia opportunità di dialogo franco fra Israele e Palestina, in riconoscimento dei due Stati”, ha rilevato. Il premier spagnolo ha inoltre messo in valore “la presenza molto importante” dell’Autorità Palestinese al vertice a Sharm el-Sheikh, riconosciuta da tutti gli attori, anche dal presidente statunitense e “l’impegno fermo degli Stati Uniti per consolidare la pace”.Il premier spagnolo, nell’intervista, ha insistito sul “riconoscimento unanime” del ruolo svolto dalla Spagna, da parte delle Nazioni Unite, di tutti i Paesi arabi e da parte dell’amministrazione statunitense, nel processo verso un cessate il fuoco, “con il riconoscimento dello Stato palestinese, assieme a Irlanda e Norvegia, che ha aperto la strada verso quello che oggi l’unanimità delle Nazioni Unite e un’ampia maggioranza dell’Unione Europea riconosce come decisivo per la soluzione dei due Stati“. Sanchez ha rimarcato poi che la Spagna e l’Europa devono “accompagnare e vigilare” sul “processo verso la pace”.L'articolo Sanchez su Gaza e Netanyahu: “Pace non significa impunità. Attori del genocidio devono rispondere alla giustizia” proviene da Il Fatto Quotidiano.