Christian, 15 anni e una malattia grave: “Ma la scuola gli nega le lezioni a casa previste per legge”

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“Non chiediamo la luna, ma solo l’istruzione domiciliare prevista dalla norma per i casi come mio figlio. Abbiamo bussato a ogni porta, ma abbiamo trovato un muro, al punto che siamo stati costretti a diffidare la dirigente”. A raccontare questa vicenda è Nadia Trotta, mamma di Christian, 15enne affetto dalla forma più grave di atrofia muscolare spinale. Dalla prima elementare alla terza media ha potuto fare lezione da casa. Lo scorso gennaio si è iscritto al liceo classico Perito Levi di Eboli, presentando tutta la documentazione necessaria affinché la preside potesse attivare il servizio previsto per i casi come il suo. Il 15 settembre, al suono della prima campanella, Christian si è presentato in classe, ma dopo quattro giorni non ce l’ha fatta. Il suo fisico, troppo debole, non gli ha permesso di proseguire in presenza. Da quel momento è stata una via crucis.Nelle prime settimane gli sono state assegnate due docenti di sostegno che – a detta di quanto riferito dalla dirigente Laura Maria Cestaro alla mamma – non hanno dato la disponibilità a recarsi a casa. In un secondo momento è stata individuata una sola supplente per nove ore settimanali, che non è mai entrata in servizio sul caso, in attesa che si trovasse anche la seconda professoressa per completare il quadro orario di 18 ore complessive. Il 26 settembre scorso si è tenuto il Gruppo di lavoro operativo (Glo) che ha redatto il Pei (Piano educativo individualizzato) di Christian, ma nessuno si è fatto vivo a casa sua. Tutto rinviato a un altro Glo previsto il 29 ottobre. Insomma, sistemate le carte (come spesso accade), poi tutto è rimasto come prima. “In queste ore sono stata convocata dalla scuola – spiega Trotta –. Non so ancora se il tutto sarà risolto. Avevo chiesto di far venire a casa almeno la docente che ha nove ore, ma niente da fare. Hanno cercato di ridurre anche le ore di sostegno. Eppure, già lo scorso mese di gennaio avevo fatto richiesta alla preside dell’assistenza domiciliare”.La madre del ragazzo di Serre ha dovuto lottare fin dall’inizio: “La dirigente, al primo colloquio, aveva espresso dei dubbi sulla possibilità che potessimo avere l’istruzione domiciliare, giustificando la sua posizione con la fine del periodo Covid. Ma non è così: è la legge che lo prevede per i casi come mio figlio. Noi non possiamo più attendere”. In queste settimane Christian ha potuto avere l’aiuto dell’assistente alla comunicazione che effettua, in ogni caso, un numero di ore inferiore alle 18: “Abbiamo richiesto – sottolinea la mamma – più ore al Comune di Eboli, ma anche in questo caso nessuna risposta”. Intanto, a prendersi carico del caso è il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, Ettore Acerra, che al fattoquotidiano.it spiega: “L’ufficio provinciale ha correttamente assegnato le risorse per il sostegno. Ci potrebbero essere problemi di coordinamento con i servizi di assistenza specialistica, necessari in questi casi. E poi gli specialisti dell’Asl dovrebbero verificare se la condizione sanitaria del ragazzo sia assolutamente incompatibile con una qualsiasi frequenza in presenza. Certamente, come ufficio, abbiamo chiesto una relazione urgentissima alla dirigente per chiarire. Attiverò anche il servizio di supporto per i progetti di istruzione domiciliare”.L'articolo Christian, 15 anni e una malattia grave: “Ma la scuola gli nega le lezioni a casa previste per legge” proviene da Il Fatto Quotidiano.