di Vincenzo Tartaglia – Nella lotta contro le bande armate ad Haiti si è verificato un cambiamento inatteso. È stata infatti sciolta la Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza, il comando internazionale a guida keniota creato nel 2024 e rivelatosi incapace di sconfiggere le gang. Al suo posto l’8 dicembre 2025 è stata istituita la nuova Forza di Repressione delle Bande.Il Kenya continua a essere il principale alleato del governo haitiano: negli ultimi giorni ha inviato altri 230 militari a sostegno delle forze locali, come riferito da Le Nouvelliste Haïti e Prensa Latina. Nonostante il cambio di missione, i combattimenti tra esercito e gruppi armati restano violentissimi, soprattutto nella capitale Port-au-Prince e in località come Kenscoff, dove recentemente l’esercito ha riportato una rara vittoria contro la coalizione criminale “Viv Ansamn” (“Vivere insieme”).Dalla situazione emergono due aspetti centrali.La presenza di contingenti esteri, come i kenioti, è malvista dalla popolazione, segnata da un passato di interventi internazionali, e osteggiata anche dalle stesse bande. Jimmy “Barbecue” Chérizier, il più influente capobanda del Paese, che controllerebbe fino all’80% della capitale, diffonde regolarmente messaggi contro le truppe straniere, promettendo di cacciarle.I leader delle gang sembrano inoltre aver adottato un nuovo modus operandi: al controllo del territorio affiancano rivendicazioni politiche, fino a proporsi come alternativa al governo. Fu lo stesso Chérizier, nel marzo 2024, a contribuire alla caduta del contestato presidente e primo ministro ad interim Ariel Henry.Nonostante la recente vittoria a Kenscoff, gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sui visti a Fritz Alphonse Jean, membro del Consiglio Presidenziale di Transizione haitiano, accusandolo – seppur senza prove definitive – di legami con le bande. Una mossa che rischia di aggravare ulteriormente la fragilità politica del Paese.Sul fronte sociale, arrivano appelli alla riconciliazione dal mondo religioso. La Conferenza Episcopale di Haiti (CEH) ha esortato tutte le parti politiche e sociali a collaborare per garantire elezioni presidenziali libere e credibili, in vista del 7 febbraio 2026, data di fine mandato del Consiglio Presidenziale di Transizione, come riportato da Haiti Libre. Anche Augustin Saint-Clou, Re del Vudù haitiano, ha invitato a un risveglio spirituale e alla pace nazionale.In un contesto segnato da instabilità, povertà e violenze croniche, una nota di speranza arriva dallo sport: dopo 52 anni, la nazionale di calcio haitiana si è qualificata ai Mondiali 2026 (USA-Canada-Messico). Un traguardo storico celebrato con entusiasmo da un popolo provato da decenni di crisi.