La Asl Roma 2 ha aperto un fascicolo e ha sospeso Roberto Palumbo, primario del reparto di nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, in quanto agli arresti domiciliari per presunte tangenti. Lo si apprende da fonti sanitarie.Ieri la gip del Tribunale di Roma, Paola Della Monica, ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Palumbo, dopo averne convalidato l’arresto. Le accuse a PalumboIl medico è accusato di aver intascato una presunta tangente di 3000 euro, da parte di un imprenditore della sanità romana. Nelle 41 pagine di ordinanza la giudice sottolinea come “deve, tuttavia, distinguersi la posizione del Palumbo” da quella dell’imprenditore “che ha ammesso, con più trasparenza, le proprie responsabilità, ha fornito elementi atti a ricostruire compiutamente i fatti; ha mostrato, soprattutto all’udienza di convalida, di essere quasi sollevato dall’emersione della vicenda che, in qualche modo, gli ha consentito di sottrarsi a procedure e condotte necessarie per poter svolgere la propria attività ma vissute anche come imposizioni. Ha chiaramente detto che la titolarità formale del 60% delle quote gli è stata sostanzialmente imposta ed avuto uno sviluppo, nel tempo, da lui patito e, certamente, non voluto, non avendogli portato alcun vantaggio”. “Anche Roberto Palumbo ha reso dichiarazioni che, comunque, hanno permesso una più esatta ricostruzione dei fatti e, tuttavia, la sua condotta va valutata come più grave – si legge – perché la contestazione consente di cogliere una costanza di comportamenti e, dunque, una pervicacia, significative di una personalità incline alla commissione dei reati della specie di quello per cui si procede”. Osserva infine la Gip, in uno dei passaggi finali dell’ordinanza che ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari, che “sulla base di tali emergenze si ritiene che adeguata a fronteggiare il rischio di reiterazione sia esclusivamente una misura custodiale posto che, per i profili di personalità degli indagati e per le modalità della condotta, si ritiene che il pericolo di condotte recidivanti necessiti di misura custodiale – dovendosi sottoporre gli stessi ad un controllo effettivo e continuativo che impedisca la consumazione di altri episodi criminosi – non praticabile efficacemente attraverso misure non coercitive, allo stato da ritenersi inefficaci”.Questo articolo Primario Palumbo arrestato a Roma, la Asl lo sospende proviene da LaPresse