Il nuovo Codice della strada genera mostra burocratici. Lo può ben dire il signor Mario (nome di fantasia): dopo un banale incidente d’auto, gli è stata sospesa la patente per via della positività al test degli stupefacenti. Ovvio: assume tutti i giorni cannabis terapeutica su ordine del medico – la sera prima di dormire – per via di una sindrome ansiosa riottosa alla cura. Matteo Salvini aveva promesso: “Nessuna sospensione della patente per i pazienti in cura con farmaci psicotropi”. Ma al signor Mario, munito di regolare prescrizione medica, la “deroga” evocata dal ministro non è valsa. Per forza: non è prevista dalla legge entrata in vigore il 14 dicembre 2024, nonostante le parole del segretario leghista.La richiesta al ministero: “Ispettori alla Commissione medica, paziente trattato da drogato”Il Fatto ha raccontato l’inizio della storia, ma i nuovi capitoli si tingono d’assurdo. Partiamo dalla fine: Mario ha riottenuto la patente dalla motorizzazione, ma il documento è già in bilico. “L’automobile è il mio strumento di lavoro”, racconta lui, di mestiere rappresentante di commercio. “Copro 100mila chilometri l’anno e senza patente rischio il posto, non riesco più ad essere me stesso”, dice. La patente di Mario è appesa al giudizio della Commissione medica di Catanzaro e i 4 componenti appaiono poco inclini all’uso terapeutico della cannabis: Mario, secondo il legale che lo assiste e il dottore che lo ha accompagnato al colloquio – sarebbe stato considerato alla stregua di un drogato. Tanto che l’avvocato Lorenzo Simonetti, il 5 dicembre, ha chiesto ufficialmente un’ispezione ministeriale con una pec. La missiva è stata spedita al dicastero dei Trasporti guidato da Salvini e a quello della Salute presieduto da Orazio Schillaci: “Il mio Assistito è stato trattato come un pericolo pubblico per l’incolumità quando invece – leggiamo nel documento – egli è semplicemente un paziente che si cura con la cannabis (come previsto dal Decreto Lorenzin, 2015), è un onesto lavoratore e padre di famiglia”.La giravolta dei medici e la burocrazia cieca: la patente è tornata, ma è già in bilicoSul signor Mario, la Commissione medica di Catanzaro ha cambiato idea in due giorni. Prima ha rilasciato il certificato di idoneità alla guida, l’11 novembre. Ma 48 ore dopo ha ingranato la retromarcia comunicando via mail la “sospensione del certificato medico in autotutela”, destinata al signor Mario e alla Motorizzazione. “Al fine di emettere un nuovo giudizio”, Mario viene convocato dalla Commissione medica il 27 novembre: lo scopo è concludere la revoca dell’idoneità alla guida. Ma il ricorso contro la sospensione della patente è già sulla scrivania del giudice di Pace di Partanna. E il 17 novembre giunge il verdetto, favorevole al signor Mario, anche in virtù del “certificato rilasciato dalla Commissione medica di Catanzaro”: la prefettura dunque deve riconsegnare la patente. “E’ la prima volta che viene accolto di urgenza un ricorso per la patente da quando il nuovo Codice è stato approvato”, rivendica l’avvocato Simonetti.Oggi il nuovo verdetto in Commissione medica per l’idoneità di guidaOltretutto, annota il giudice, “il provvedimento Prefettizio è stato notificato 5 mesi dopo la rilevazione del sinistro”. Un dettaglio, rispetto al grosso guaio dell’idoneità per mettersi al volante. Il giudice ha ricevuto il via libera alla guida firmato l’11 novembre, ma non l’avviso di revoca di due giorni dopo, perché la procedura è ancora aperta: formalmente, si chiuderà solo dopo il nuovo incontro del signor Mario con i medici della Commissione. L’appuntamento del 27 novembre è slittato, per problemi di salute, ad oggi: 9 dicembre. E intanto il verdetto del giudice ha smosso le caselle in prefettura: il 26 novembre, dai funzionari di Trapani giunge il semaforo verde alla Motorizzazione per la riconsegna della patente. Risultato: al signor Mario è giunta sull’app “Io” il documento di guida, mentre ha ricevuto brevi manu il foglio sostitutivo. Peccato che al contempo l’idoneità di guida sia in via di sospensione. Lui e l’avvocato Lorenzo Simonetti ne sono convinti: “Oggi la Commissione medica di Catanzaro concluderà la procedura per la revoca, a meno di imprevisti”, dice il legale a Ilfattoquotidiano.it. Come fanno a esserne sicuri? Lo spiega il dottor Carlo Privitera, specializzato nelle terapie a base di cannabis.Il dottor Privitera: “La Commissione non riconosce la cannabis per uso medico”L’11 novembre, quando la Commissione medica incontra il signor Mario concedendogli l’idoneità di guida, al colloquio c’era anche lui. “Dall’altra parte del tavolo stavano 4 dottori e sono rimasto basito dalla loro ignoranza sulla normativa sulle cure con i cannabinoidi, che ha oramai dieci anni”, dice Privitera. “Quel giorno hanno rilasciato l’idoneità di guida valida 3 mesi, ma solo ad una condizione – ricorda il dottore: stop alla cura con la cannabis, Mario avrebbe dovuto cambiare farmaco: se dopo 90 giorni le analisi del capello fossero risultate positive ai cannabinoidi, la Commissione ha avvisato che non avrebbe rinnovato il documento di guida”. Privitera nel racconto dinanzi ai medici sottolinea la legittimità della terapia alla cannabis, “anche perché l’alternativa sono le benzodiazepine, con effetti collaterali ben più gravi”. Ma dall’altra parte vede un muro: “Secondo loro la presenza del Thc non è contemplata nella definizione di cannabis medica, ma solo quella ad alto Cbd e con Thc sotto 1%, una follia”, conclude Privitera. Il racconto del dottore è tutto da verificare. Di sicuro, due giorni dopo il rilascio dell’idoneità di guida, la Commissione medica è tornata sui suoi passi. Le motivazioni si sapranno solo dopo l’appuntamento del 9 dicembre. Per Mario una nuova ansia.L'articolo Codice della strada, l’inferno burocratico del paziente in cura con la cannabis: la prefettura gli ridà la patente, la commissione medica potrebbe togliergliela proviene da Il Fatto Quotidiano.