Le tartarughe marine comuni, le famose Caretta caretta, compiono, nell'arco della loro vita, migrazioni decennali che le portano a percorrere migliaia di chilometri – un viaggio infinito che comincia fin da quando le uova si schiudono su una spiaggia e le piccole tartarughe entrano in acqua per la prima volta.Sappiamo da qualche anno che riescono a orientarsi su distanze così immense grazie alla loro capacità di percepire il campo magnetico terrestre, ma finora non conoscevamo il meccanismo fisiologico dietro questo "superpotere". Ora uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology getta luce su quello che è il principale metodo di orientamento delle tartarughe marine, suggerendo però anche che la situazione possa essere ancora più complessa.. Campo magnetico terrestre. Entriamo nei dettagli: esistono due metodi principali usati dagli animai per percepire il campo magnetico terrestre, come vi avevamo già raccontato qui (segnalando peraltro che "la loro capacità di mappare le singole aree, invece, è governata da… qualcos'altro, che ancora non siamo riusciti a identificare", e che questo studio identifica).Uno prevede di "vederlo" indirettamente, sfruttando come organi di senso particolari molecole sensibili alla luce nelle quali la luce stessa attiva reazioni chimiche che possono essere influenzate dal campo magnetico terrestre. L'altro metodo, invece, prevede che nell'animale siano presenti piccoli cristalli di magnetite, che si muovono dentro il suo corpo permettendogli non di vedere, ma di "sentire" il campo magnetico.. La danza del cibo. Per capire quale dei due metodi venga usato dalle tartarughe marine, il team della University of North Carolina ha sfruttato la loro passione per il cibo. Fin dalla loro nascita, infatti, le tartarughe sono state addestrate ad associare un particolare campo magnetico (nello specifico quelli intorno alle isole di Turks e Caicos e a Haiti) alla presenza di cibo.Dopo due mesi di addestramento, le tartarughe sono state prima allontanate dal campo, poi riportate in zona; qui hanno cominciato a "danzare", tirando il corpo fuori dall'acqua, aprendo la bocca e agitando le zampe anteriori: un segno che aspettavano con ansia l'arrivo del cibo, associato a quello specifico campo magnetico.. L'esperimento. A questo punto, il team ha provato a disattivare il loro superpotere, usando un'apposita gabbia di metallo che emette un impulso magnetico che "spegne" temporaneamente l'efficacia della magnetite. Le tartarughe sottoposte al trattamento non hanno danzato una volta portate all'interno del loro campo magnetico: questo suggerisce che il loro metodo principale per percepirlo sia sentirlo, non vederlo.. Sensi in sinergia. Questo comunque non esclude che le tartarughe marine possano integrare le informazioni della magnetite con l'altro senso, quella della "vista magnetica", che già sappiamo che questi animali usano per scegliere la direzione in cui nuotare. È molto probabile, quindi, che i due sensi lavorino in coppia, con uno dei due che "guida" e l'altro che completa il lavoro..