La sconfitta al Santiago Bernabeu contro il Celta Vigo ha riacceso le polemiche in casa Real Madrid. La formazione della capitale spagnola si trova a quattro punti dalla capolista Barcellona e con una sola vittoria in campionato nelle ultime cinque partite disputate, situazione che ha permesso ai blaugrana di scappare in vetta quando allora era in ritardo di cinque punti sulle Merengues.Al centro delle polemiche, come riporta il quotidiano spagnolo Marca, è la posizione di Xabi Alonso sulla panchina dei Blancos. Al triplice fischio della partita contro il Celta Vigo, i dirigenti del Real Madrid, compreso il presidente Florentino Perez, si sono incontrati per una riunione di emergenza direttamente nella pancia del Bernabeu per provare ad analizzare il momento della squadra che sembra essere entrata in una spirale negativa e ricca di tensioni, come rappresentano le due espulsione contro i galiziani. Una riunione di emergenza che si è protratta fino a tarda notte.Sul tavolo della discussione fra i dirigenti il gioco di scarso livello mostrato dalla squadra di Xabi Alonso, specialmente in casa contro il Celta Vigo, il tema infortuni, l’ultimo in ordine di tempo quello grave occorso a Militao, e il nervosismo imperante nei calciatori, come dimostrato dalle due espulsioni di Garcia e Carreras, a cui si va ad aggiungere anche quella dalla panchina comminata a Endrick. Inoltre non è mancato il capitolo sugli arbitri. La direzione di gara di Quintero González sembra aver infatti rafforzato l’idea, da tempo ormai radicata tra i dirigenti del club madrileno, che gli arbitraggi sfavoriscono il Real nelle partite della Liga.Per tutte queste ragioni, la partita di Champions League al Bernabeu di mercoledì contro il Manchester City del vecchio rivale Pep Guardiola può rappresentare uno spartiacque importante per il resto della stagione della squadra e, soprattutto, per il futuro immediato di Xabi Alonso sulla panchina. Ma nella riunione di emergenza di ieri sera, i dirigenti del Real hanno individuato anche in qualche senatore alcuni evidenti sintomi della crisi madrilena che sembra aver preso piede sempre di più dopo lo sfogo di Vinicius sul suo rapporto con il tecnico ex Bayer Leverkusen. Da lì è iniziato il momento difficile della squadra che era partita con 13 vittorie nelle prime 14 partite stagionali.Xabi Alonso è stato chiamato dal presidente Perez con il chiaro intento di dare una svolta alla storia recente del Real Madrid contraddistinta dalle gestioni di Carlo Ancelotti e Zinedine Zidane, che avevano un grande rapporto con lo spogliatoio e specialmente con quelli che erano considerati i senatori. Con un naturale cambio della guardia, un cambio di filosofia sembrava una scelta giusta al momento giusto e i primi risultati come detto hanno premiato questa decisione, che ora inizia a fare intravedere qualche crepa.Il lavoro di Xabi Alonso ha colpito fin da subito l’ambiente madrileno, sin dai primissimi allenamenti e dalle partite del Mondiale per Club negli Stati Uniti. L’intenzione, fin da subito evidente, era costruire un gioco moderno, con la squadra organizzata per esaltare le caratteristiche di Kylian Mbappé, prescelto per occupare la posizione numero 9, ma senza dare punti di riferimento alle difese avversarie che si sarebbero dovute preoccupare anche degli inserimenti dei centrocampisti, senza dimenticare i movimenti sull’esterno di Vinicius, con cui però il rapporto non è mai realmente sbocciato, anche per via dei compiti anche difensivi che sono richiesti al brasiliano.I risultati inizialmente sono arrivati, ma proprio in quei momenti alcuni senatori dello spogliatoio hanno iniziato ad accusare un certo malessere nei confronti dei metodi adottati dal nuovo tecnico. Si parla, secondo quanto trapela dalla Spagna, di calciatori come Vinicius, Bellingham e Valverde, che sotto la gestione Ancelotti erano considerati degli intoccabili. E così sono emersi i primi malumori nei confronti di sedute video troppo lunghe e frequenti, un lavoro tattico pressante ed esposizioni interminabili alla lavagna tattica.Il manifesto di questo malessere è il già citato Vinicius. Il brasiliano non ha mai accettato un ruolo non centrale nella squadra in cui prima era la stella più lucente mettendo la firma anche sull’ultima Champions League vinta e per cui è andato a un passo, con relative grandi polemiche madridiste contro la FIFA, dal Pallone d’Oro. Un malcontento venuto a galla proprio dopo la vittoria del Clasico con il Barça.Nel post partita Vinicius ha polemizzato, anche con toni duri, contro la decisione di Xabi Alonso si sostituirlo quando mancavano ancora 20 minuti al triplice fischio finale. Ed è stato proprio quell’episodio a segnare un prima e un dopo nella stagione del Real Madrid. E un segnale chiaro è stato dato anche dalla società che decise di non multare Vinicius per le sue dichiarazioni lanciando un messaggio implicito al resto dello spogliatoio: la figura di Xabi Alonso non convinceva nemmeno la dirigenza.Da lì sono iniziati i problemi, che dallo spogliatoio sono passati al campo. Il pressing, marchio di fabbrica di Alonso, è diventato meno feroce. I giovani fedelissimi Brahim Diaz e Mastantuono sono stati sempre più esclusi dall’undici titolare in favore di Vinicius e Bellingham con Valverde che è stato riportato al centro del campo e non più sulla fascia.Una battaglia, quella della rivoluzione in termini di gioco e approccio alle gare, che ormai sembra persa da Xabi Alonso con i calciatori che hanno deciso di abbandonare il tecnico non seguendo più le sue direttive, nonostante un inizio di stagione da record. Proprio per questo la posizione del tecnico spagnolo è sempre più a rischio, in particolar modo dopo l’inaspettata sconfitta contro il Celta Vigo. La partita contro il City di Guardiola assomiglia sempre più a un’ultima spiaggia.