Come spiegare ai bambini il significato del Presepe? Quando è nata questa tradizione? Chi è il suo ideatore? Spiegare ai bambini il significato del Presepe è raccontare loro il perchè si festeggia il Natale. Il Natale è una ricorrenza cristiana che celebra in tutto il mondo la nascita di un Messia, Gesù, un bambino che nel corso del tempo si è fatto grande e ha portato al mondo il suo messaggio d’amore, dando origine alla nascita del cristianesimo, una delle religioni più diffuse al mondo. Raccontare ai bambini che oltre ai vari simboli del Natale, come l’albero, le luci, le canzoncine, c’è la tradizione di ricreare, attraverso statuine, la nascita di Gesù Bambino, il cosiddetto Presepe. Una sorta di ricostruzione in miniatura, frutto della creatività di grandi e piccini.Facendo un passo indietro nella storia, il primo a pensare di raffigurare questo momento prezioso per la cristianità fu proprio San Francesco d’Assisi, quando, nel 1223, di ritorno dalla Terra Santa, mise in scena la natività a Greccio, un piccolo borgo umbro che tanto ricorda Betlemme. Non molto tempo più tardi, nel 1283, lo scultore Arnolfo Di Cambio realizzò le prime statue del presepe.Cosa significa la parola Presepe? Presepe è una parola dalle origini antiche e significa proprio “mangiatoia” usata come culla per il bambino appena nato. I Vangeli narrano la storia di Cristo Gesù, a testimoniarlo furono proprio gli evangelisti Luca e Matteo che Maria partorì in una stalla e che molte genti andarono ad adorare il Bambin Gesù guidati da una Stella Cometa. La simbologia del Presepe raffigura principalmente la famiglia, infatti è bello poterlo costruire insieme ai genitori e ai nonni all’altezza dei bambini, per permettere loro di giocare, far avanzare un po’ per volta, giorno dopo giorno, le statuine dei Re Magi alla capanna, dando origine ad una vera e propria tradizione improntata sul messaggio d’amore, nell’essere buoni, caritatevoli e tendere una mano verso chi è meno fortunato di noi. Molti sono i libri che raccontano questa tradizione, raccontano di come nel corso del tempo anche le statuite sono cambiate, qualcuno si è aggiunto, altri le hanno fatte proprie. Tra questi c’è Il primo Presepe di Fulvia Degl’Innocenti edito da Paoline edizioni, che racconta come Luca e Marta proprio l’8 dicembre, hanno un impegno speciale: realizzare il loro Presepe. Una tradizione familiare, perchè ad aiutarli c’è nonna Adele, che racconta loro la storia del primo presepe, quello voluto e tanto desiderato da San Francesco d’Assisi.Un viaggio-intervista con l’autrice per toccare con mano questa antica tradizione:Cos’ha di speciale il mese di dicembre per grandi e piccini che non ha nessun altro mese dell’anno? Il mese di dicembre raccoglie tradizioni diverse che vedono un personaggio religioso portatore di doni ai bambini: San Nicola, Santa Lucia, Cristkind (ovvero Gesù bambino) e Santa Klaus, Babbo Natale. Sia che si aderisca a un credo religioso o meno è un mese dove la magia, l’ attesa, il dono appunto, vengono celebrati, e magari personalizzati in famiglia. E anche se il consumismo se ne è appropriato banalizzandolo, credo valga ancora la pena, proprio attraverso le storie, alimentare questa attesa e questa magia, che hanno forti valenze educative all’ interno delle relazioni familiari.Come spiegare ai bambini il Presepe?Il presepe più che spiegare si fa e si racconta. È la messa in scena di una narrazione di cui ci sono poche tracce nei vangeli e che poi è stata arricchita; è una storia potente, ancestrale, con tutti gli elementi delle grandi storie epiche. Poi, per chi crede, quel bambinello è il figlio di Dio, per gli altri è comunque un bambino perseguitato, in fuga, migrante, bisognoso di protezione, simbolo di tutti i bambini.È tradizione italiana realizzare con i propri cari il Presepe: la costruzione delle casetta, la raccolta del muschio, la ricerca dei personaggi. Cosa si racchiude dietro questi gesti e che insegnamento si dà ai bambini? Realizzare insieme il presepe, come appuntamento ricorrente anno dopo anno è uno di quei riti che rafforzano i legami e creano memorie positive. È trasmissione di sapere e di saper fare, da una generazione all’ altra, e può essere arricchito con mille varianti, essere recitato o costruito.I presepi vengono creati in tutte le parti del mondo, ma c’è un luogo in Italia dove è speciale: Napoli. Come mai secondo te?I presepi in origine erano solo nelle chiese erano opere d’ arte lignee e si limitavano alla sacra famiglia. A Napoli da un lato la creatività degli artigiani, dall’ altra l’ opulenza della corte borbonica, favorirono lo sviluppo dell’ arte presepistica più popolare. Ma il presepe napoletano, quello degli artigiani di San Gregorio armeno dove personaggi comuni, contemporanei, di anno in anno diventano statuine del presepe, è solo uno degli aspetti più folkloristici e noti della presepistica, un’arte diffusa in molti altri luoghi e in molte altre forme.Perchè viaggiare con “Il primo presepe”?L’albo illustrato Il primo presepe vuole andare a colmare una lacuna non solo nei bambini: i più ignorano l’origine del presepe, chi ebbe l’ idea di rappresentare la natività, come fu la prima volta, che significato profondo assume. Una cosa che tutti hanno sotto gli occhi da sempre, ma di cui spesso ignorano la storia. Scoprire la storia è sempre un viaggio di conoscenza e consapevolezza per grandi e piccini di tutto il mondo. Infatti il libro è stato tradotto in molte lingue per garantire una conoscenza che abbraccia più persone: dal Brasile al Madagascar, dalla Spagna al Portogallo e dalla Polonia all’Ungheria con la speranza che possa abbracciare altri luoghi e arricchire di conoscenza tutti i bambini.Il primo presepedi Fulvia Degl’Innocenti illustrazioni di Manuela Leporesi Editore Paoline, Età di lettura: da 5 anniL'articolo Perché il Presepe si chiama così? Un libro per spiegare ai bambini la storia e il significato di questo simbolo del Natale proviene da Il Fatto Quotidiano.