Gli enti locali bocciano la manovra: “A rischio la capacità di garantire servizi essenziali ai cittadini. Fuori i Lep”

Wait 5 sec.

Comuni, Regioni e Province lanciano l’allarme: la legge di Bilancio 2026 non affronta le criticità strutturali della finanza locale e gli enti potrebbero ritrovarsi non in grado di garantire servizi essenziali ai cittadini. Nel corso delle audizioni davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, Anci e Upi hanno espresso un giudizio fortemente negativo sul testo del governo, denunciando tagli, accantonamenti e mancanza di risorse stabili. Mentre le Regioni hanno avvertito che i Lep non possono essere garantiti con loro risorse.Manfredi (Anci): “Comuni arrivati a fondo scala”“Permangono pesanti criticità finanziarie che mettono a rischio la capacità dei Comuni di garantire alcuni servizi essenziali ai cittadini”, ha spiegato il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Il nodo principale resta la spesa corrente, gravata da tagli e accantonamenti introdotti dalle precedenti leggi di bilancio per un totale di 2,08 miliardi fino al 2029, con una contrazione di 460 milioni nel 2026. “I Comuni sono arrivati a fondo scala, sia come capacità fiscale sia come capacità di spesa corrente rispetto ai vincoli esistenti”. Secondo l’Anci, sarebbe necessario trasformare parte dei tagli in accantonamenti per spese di investimento, così da liberare margini per interventi sui territori. Tra i temi sollevati il costo del personale su cui “c’è un piccolo segnale” ma la chiusura del contratto nazionale “determina un incremento della spesa di circa 1 miliardo” per cui “si determina una capacità ridotta di reclutamento e di sostituzione del personale che va in pensione“.Il sindaco di Napoli ha poi richiamato due emergenze: quella relativa alla stabilizzazione degli oneri per l’assistenza ai minori affidati con sentenza e quella dell’Asacom, l’assistenza per gli studenti disabili, il cui costo “ha superato i 600 milioni a fronte di trasferimenti statali di appena 170 milioni”. Criticità anche sul fronte dei minori stranieri non accompagnati: “La copertura dei costi è stata garantita per il 2023 e il 2024, ma per il 2025 non abbiamo ancora notizie dalle prefetture”, ha aggiunto Manfredi.Inoltre la norma “sull‘imposta di soggiorno prevede una proroga dell’incremento introdotto per il Giubileo, mail 30% del maggiore introito viene prelevato per coprire un fondo nazionale sui disabili. Chiediamo l’abolizione perché confligge con un principio che noi inderogabile: la tassa di soggiorno sia tassa di scopo, quindi destinata a necessità di incremento dei servizi per far fronte alla presenza dei turisti, che altrimenti graverebbero sui residenti”. Infine su Lep e obiettivi di servizio “chiediamo che le norme in merito siano stralciate e diventino oggetto di una valutazione più dettagliata rispetto a quelle che sono le necessità e gli obblighi di legge rispetto all’assistenza e al welfare. Questo è un altro punto molto importante”.Anche le Regioni contro i Lep in manovraAnche le Regioni dal canto hanno espresso “preoccupazione” per le norme sui Lep e chiedono un Fondo per colmare l’impatto del taglio dell’Irpef sui bilanci. “Non si può pensare che i Lep possano essere garantiti coi contributi delle Regioni, li deve garantire il governo” ma “i Lep vanno garantiti costituzionalmente dal governo con fondi adeguati”, sostiene il presidente del comitato Sanità della Conferenza delle Regioni Marco Alparone durante l’audizione in Senato. Nei giorni scorsi tutti i gruppi di opposizione hanno trasmesso al presidente del Senato una lettera per stigmatizzare l’atteggiamento del governo che ha “surrettiziamente inserito” in manovra quattro articoli, dal 124 al 128, che ridisciplinano e ridefiniscono il monitoraggio dei Livelli essenziali delle prestazioni, quelli previsti dalla legge sull’autonomia differenziata che la Corte costituzionale aveva chiesto al Parlamento di ridefinire.Lattuca (Upi): “Squilibrio di parte corrente da 920 milioni”Un giudizio altrettanto severo arriva dalle Province. “La manovra economica elude le richieste che come Upi avevamo avanzato al Governo e su cui ci aspettavamo risposte”, ha dichiarato Enzo Lattuca, presidente della Provincia di Forlì-Cesena, intervenendo in audizione in Senato.L’Unione delle Province d’Italia chiede interventi urgenti per risolvere lo squilibrio di parte corrente, stimato in oltre 920 milioni di euro, e per assicurare risorse strutturali destinate a sostenere gli investimenti. Tra le proposte avanzate, un fondo pluriennale da 1,5 miliardi per la messa in sicurezza e modernizzazione degli edifici scolastici e un fondo da 300 milioni annui per il monitoraggio e la messa in sicurezza delle gallerie sulle strade provinciali.Lattuca ha anche sollecitato un piano di investimenti per le aree interne, da finanziare con parte dei fondi di coesione non ancora utilizzati, e ha denunciato il perdurare della crisi istituzionale delle Province: “Governo e Parlamento non sembrano più interessati a risolverla. Chiediamo di sapere se entro la fine della legislatura si interverrà per restituire alle Province un quadro certo di funzioni e governance. Non è una richiesta degli amministratori locali: serve al Paese”.L'articolo Gli enti locali bocciano la manovra: “A rischio la capacità di garantire servizi essenziali ai cittadini. Fuori i Lep” proviene da Il Fatto Quotidiano.