“Poste Italiane non vuole ridiscutere della riorganizzazione che sta peggiorando le condizioni di portalettere e corrieri”. Nella più grande azienda “privata” del nostro Paese – di cui il ministero dell’Economia resta azionista di maggioranza – è in corso da venerdì scorso e fino al 16 novembre uno sciopero degli straordinari. Una protesta per le condizioni di lavoro per quanto riguarda sicurezza, conciliazione, precariato. Lo hanno proclamato la Slc Cgil e la UilPoste che si oppongono a una ristrutturazione che ha portato grandi cambiamenti, tagliando le zone di consegna e, sostengono, aggravando – sostengono – il lavoro di “postini” e driver. Le sigle parlano anche di problemi di sicurezza, ai quali non sempre l’azienda darebbe una pronta risposta, e ricordano i 14.590 infortuni nel triennio 2021-2023, numero alto anche se in calo.I sindacati sono divisi: la Cisl conta più della metà dei dipendenti e non partecipa alle proteste, fedele all’atteggiamento non conflittuale. Cgil e Uil contestano la riorganizzazione che riguarda soprattutto le consegne, settore molto cambiato per la drastica diminuzione di lettere spedite e il consistente aumento di pacchi. Secondo i sindacati scioperanti il riassetto sta peggiorando la vita dei lavoratori: i portalettere sono coinvolti in un taglio di 3300 zone di recapito, che quindi diventano più estese, con una diminuzione dei centri di ritiro. Questo costringe quelli rimasti a percorrere più strada. “Lì dove il taglio di zone è partito – dicono Slc Cgil e Uil Poste – esplodono le giacenze, i mezzi dei portalettere sono stracarichi oltre ogni limite di sicurezza”. Inoltre, dovendo consegnare anche i piccoli pacchi, hanno nuovi compiti non adeguatamente riconosciuti. Quanto ai corrieri, questi hanno un orario di 39 ore settimanali e i sindacati ritengono eccessivo il fatto che possano essere chieste loro 250 ore di straordinario all’anno.L’accordo è stato firmato dalla Cisl e altre sigle non confederali. Cgil e Uil vorrebbero rimetterlo in discussione e, di fronte al rifiuto, hanno indetto anche l’ultimo sciopero, dopo gli altri degli scorsi mesi. Secondo quanto filtra, la riorganizzazione sarebbe stata presentata come un processo necessario per tenere in piedi il settore della corrispondenza, il quale – vista la profonda trasformazione – rischierebbe di essere chiuso (come avvenuto in Danimarca) con conseguenti licenziamenti di massa.C’è poi il tema della sicurezza. L’Associazione precari in rete ha sollevato il problema del numero di infortuni, che resta elevato, anche se in calo. L’Associazione parla di “pericolo notevolmente aggravato dall’uso frequente di mezzi a due ruote in servizio” e “consegne effettuate a prescindere dalle condizioni meteo”. I sindacati sostengono che la distribuzione di dispositivi di protezione non avvenga con la giusta frequenza. Poste, sentita da ilfattoquotidiano.it, assicura di essere attenta alla sicurezza: “Il valore medio annuo degli infortuni nel periodo 2020-2024 nel gruppo è stato inferiore del 27,87% rispetto al valore pre covid (2019)”, spiega l’azienda. “Anche il 2024, – aggiunge – rispetto a quel periodo, ha registrato un decremento degli eventi infortunistici (-27,10%) a fronte di un notevole incremento dei volumi trasportati e gestiti”.Altri fronti riguardano il precariato e il bilanciamento tra vita e lavoro. I sindacati sottolineano che Poste ha assunto oltre 100mila lavoratori a tempo determinato dal 2017 in poi. L’azienda ricorda il processo di stabilizzazione: “Dal secondo semestre del 2018 al 31 dicembre 2024 – anche durante la pandemia – sono stati stabilizzati a tempo indeterminato circa 21.500 ex lavoratori a tempo determinato nel recapito e nella logistica. Dal 2017 sono state assunte con contratti a tempo indeterminato oltre 40mila persone full time”. Le stabilizzazioni previste per il biennio 2025/2026 sono 25mila, aggiunge l’azienda. Slc Cgil e Uil Poste hanno ricordato che il contratto impone di rendere note ogni anno, a marzo e settembre, le opportunità di passaggio da full a part time, ma non è stato fatto. “Qualche giorno fa – conclude Poste – le sigle sindacali Slc Cgil e Uil Poste hanno diffuso un volantino relativo alle trasformazioni da full-time a part-time. L’azienda ha avviato un approfondimento, con particolare attenzione alle situazioni di maggiore gravità, ad esempio quelle relative a gravi patologie”.L'articolo Sciopero degli straordinari in Poste: la protesta indetta da Cgil e Uil. Le ragioni delle sigle e la risposta dell’azienda proviene da Il Fatto Quotidiano.