Il nuovo report di Welfare Italia indica la nuova leva per la competitività del Paese nell’investimento in Capitale umano

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Mettere il capitale umano al centro delle politiche di sviluppo del Paese: è questa la direzione tracciata dal Forum Welfare Italia 2025, svoltosi martedì a Roma sul tema ‘Capitale umano, la nuova leva della competitività nazionale‘. “Il Paese, lo Stato, ha fondamentalmente due asset che consentono di farlo progredire come crescita economica – spiega Carlo Cimbri, Presidente di Unipol Assicurazioni –  Le risorse naturali di cui risponde è la popolazione che vi lavora, quindi il capitale umano. Quindi non è un elemento accessorio, ma un elemento particolarmente importante per risolvere tante di quelle questioni di cui spesso parliamo. Per contenere l’elevato debito pubblico che abbiamo, ad esempio, c’è bisogno di un incremento di produttività, un incremento di produttività che passa attraverso una migliore capacità di produrre del capitale umano di cui disponiamo”. L’evento è stato anche l’occasione per presentare il rapporto 2025 del Think tank “Welfare Italia”, iniziativa promossa da Unipol in collaborazione con TEHA Group. Il rapporto richiama la necessità di una strategia italiana per il capitale umano tra elettore e sistemica che faccia del welfare non solo un presidente di protezione, ma anche un motore di produttività, crescita e coesione. “Dobbiamo a livello politico istituzionale guardare meno il TG delle venti, ma guardare di più ai prossimi vent’anni – ironizza ma neanche tanto, Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group, tra gli autori del rapporto. Se guardiamo in prospettiva futuro cosa scopriamo? Che gli investimenti del welfare sul passato, quindi sulle pensioni e su quello che concerne guardarsi indietro, sono molto superiori agli investimenti sul futuro, quindi sull’istruzione e per le politiche attive nel lavoro.“Dobbiamo continuare a investire su quel rapporto tra scuola e territorio – avverte Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ospite sul palco di Roma – una scuola sempre più aperta durante la giornata, sempre più capace di coinvolgere gli studenti, quindi con attività come sport, teatro, musica, con un potenziamento dell’organico, non con una riduzione del numero di studenti nelle classi, che si è rivelata una scelta che non dà esiti positivi, ma con un potenziamento dell’organico proprio per realizzare quel potenziamento, quella personalizzazione soprattutto extracurricolare per i ragazzi che hanno ritardi, che hanno problematiche in alcune materie”.“La qualità parte da un livello di istruzione che deve rimanere – avverte ancora Cimbri – se possibile incrementarsi, per esempio un’istruzione primaria che sia di qualità per produrre capitale umano di qualità, che dobbiamo per ultima cosa essere capaci di mantenere in questo paese, di attrarre se è possibile da altri paesi, perché formare capitale umano di qualità e poi disperderlo a beneficio di altre economie è una perdita di valore proprio per tutti noi”.Altro tema emerso dal convegno è quello della sanità, una delle voci di spesa del welfare che andrebbe reimpostata a livello culturale agendo più sulla prevenzione, come spiega Giovanna Gigliotti, Amministratore Delegato, UniSalute e Deputy Insurance General Manager – Life & Health, Unipol Assicurazioni: “È evidente – sottolinea – questo ragionamento anche è culturale. Bisogna guidare le persone a seguire la prevenzione in maniera sistematica. A volte basta un esame semplice e non costoso per accendere una lampadina su qualcosa che potrebbe diventare serio come il diabete ad esempio”.Questo articolo Il nuovo report di Welfare Italia indica la nuova leva per la competitività del Paese nell’investimento in Capitale umano proviene da LaPresse