Criticità attraversate, forse più numerose del previsto, ma alla fine partita non domata né subita, contro una squadra che è pur sempre avanti nella magmatica classifica “continentale” della Champions League: la Juventus di Luciano Spalletti è una squadra che sta resettando funzioni e posizioni, con il riferimento che non riguarda il solo Koopmeiners, perché sarebbe troppo facile.Allo stesso modo, troppo semplice sarebbe aspettare un paio di mesi per trarre le prime conclusioni, perché all’inizio del 2026 verosimilmente l’identità che il tecnico pretende i bianconeri l’avranno già acquisita.Il nostro Scatto riguarda ciò che di nuovo, o forse ritrovato, per meglio dire, abbiamo riscontrato nel Vlahovic di Spalletti: un attaccante che ci sembra più centrale nella manovra offensiva e di conseguenza maggiormente responsabilizzato; più lucido nell’attaccate la profondità e, soprattutto, più famelico in termini di spazi da invadere e istanti da grattare agli anticipi.L’applauso, quando Spalletti lo richiama in panchina dopo 82 minuti, è corale e intenso, ma non premia soltanto il (bel) gol con cui Vlahovic ha pareggiato il conto con il colpo da biliardo di Araujo: è il consenso dello Stadium per una profusione d’intensità non più fine a se stessa, ma funzionale ad abbreviare i tempi affinché la Juventus raggiunga il prima possibile la miglior versione di se stessa.È un po’ poco per dire che Vlahovic si sta riprendendo la Juventus? Forse, “eppur si muove”, diceva qualcuno.Paolo MarcacciThe post Il Vlahovic di Spalletti: eppur si muove ▷ Lo Scatto appeared first on Radio Radio.