“Il mio segreto è imitare la formica che accumula cibo prima di andare in letargo”.Si definiva così in una lunga intervista rilasciata il 26 gennaio 2021 al settimanale “Tiburno” Aldo Romanelli, il costruttore di Guidonia scomparso ieri all’età di 78 anni (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).Aldo Romanelli nella sua ultima intervista al settimanale Tiburno nel 2021Cinque anni fa l’imprenditore si raccontò a cuore aperto, orgoglioso di aver ideato e realizzato “La Sorgente”, il nuovo quartiere da oltre duecento appartamenti con centro commerciale e centro sportivo su venti ettari di terra lungo viale Roma, a Colle Fiorito, meta di centinaia di appassionati dello jogging all’aria aperta tra 570 alberi e le campagne ancora verdi della famiglia Tedeschi, tra i maggiori latifondisti della città. Il nuovo quartiere tirato su nell’arco di 15 anni per Romanelli rappresentò un successo imprenditoriale frutto di quello stile da formichina tra i segreti della sua ascesa.La sua è un’azienda di famiglia della quale lui è il “Pater” inteso proprio nell’accezione degli antichi romani come ‘l’unico che poteva disporre del patrimonio della gens’.Aldo Romanelli insieme a moglie, figli e nipotiI suoi soci sono i figli Antimo, Luigi e Gianni, una decina i dipendenti, più i cottimisti che in tre lustri hanno lavorato per Aldo Romanelli, un costruttore che si è fatto da solo, attivo nel mondo del calcio come presidente del Colle Fiorito, vicino alla Chiesa e amico del compianto parroco don Giovanni Fenili, fino a 20 anni fa impegnato in politica col Centrodestra, prima come presidente di Circoscrizione poi come Consigliere comunale.Per incasellare Aldo Romanelli è sufficiente raccontare che all’età di tredici anni era già in mezzo alla calce e che alle 7 del mattino era il primo ad arrivare in cantiere e l’ultimo ad andare via.E’ andata così anche ieri, nel suo ultimo giorno di vita.Aldo Romanelli nel suo ufficio dopo una giornata di lavoro“Papà aveva una Lambretta: io davanti, lui in mezzo alla guida e mamma dietro, da Roma venivamo a Guidonia per costruire la nostra villa”, ricordava Aldo nell’intervista rilasciata al settimanale Tiburno il 26 gennaio 2021 che riproponiamo integralmente.Santi Cosma e Damiano, paese d’origine dei Romanelli, stava stretto al padre Antimo, che nel 1952 si trasferì con la famiglia a Pietralata per essere assunto come capocantiere alla “Vianini spa”, un colosso del Gruppo Caltagirone che negli anni 60 costruiva ovunque, dal carcere di Rebibbia al villaggio dei ferrovieri a Valmelaina.E a Pietralata crebbe il piccolo Aldo, frequentando la scuola dalle suore sacramentine, poi una volta trasferiti a Guidonia, si specializzò alla scuola dell’Avviamento presso l’istituto “Tito Minniti” di via Zambeccari, dietro il Palazzo comunale.Uno scorcio del quartiere “La Sorgente” a Colle Fiorito di GuidoniaLe lezioni in officina non gli servirono granché, visto che meccanico non lo è mai stato, lui e un fratello seguirono le orme del padre muratore, mentre il terzo Romanelli divenne falegname.“I figli dei signori andavano alle medie, le aule erano nel Palazzo comunale dove oggi c’è l’Ufficio Urbanistica – ricordava il costruttore – I poveracci invece andavano all’Avviamento e dopo tre anni a lavorare”.Lei a che età ha iniziato a lavorare? “A 13 anni e mezzo mio padre mi mandò a Valmelaina con una impresa di pittura di Civitavecchia a fare lo sguattero”.Come sarebbe lo sguattero? “Certo, all’epoca ti prendevano a calci, non ti insegnavano nemmeno il mestiere: anzi, chi ce lo aveva era geloso che un altro lo imparasse”.Aldo Romanelli e la moglie Paolina; sotto, la coppia il giorno del matrimonioPer quanto tempo ha fatto lo sguattero? “Mio padre voleva che imparassi il mestiere e disse al titolare di darmi quello che riteneva giusto. All’età di 18 anni e mezzo ho sposato Paolina, lei è di Castelforte vicino a Santi Cosma e Damiano, l’avevo conosciuta due anni prima durante l’estate che trascorrevamo al paese. Così, appena sposato, mi sono messo sotto a lavorare e nell’arco di un anno misi da parte 440 mila lire su un conto corrente alla Posta a Guidonia per lasciarli a Paolina”.Perché?“Da lì a poco mi arrivò la chiamata per la visita dei tre giorni a Viale Giulio Cesare, all’epoca ancora non era sicuro se il terzo figlio maschio facesse o meno il servizio di leva. Mi ero detto: se vado a fare il militare mia moglie come mangia? O torna dal padre o va da mio padre. E allora che mi sono sposato a fare?”. E come finì?“Andai a fare la visita, fino alle 14 nessuno mi chiamava, mi ero rotto le scatole, bussai ad una porta e chiesi ad un maresciallo perché non mi chiamavano. Per farla breve, lo stesso giorno mi consegnarono il congedo illimitato provvisorio: non credevo agli occhi miei”. Nel 1967 all’età di 21 anni Romanelli realizzò la sua prima costruzione a via della Scafa a FiumicinoPerché dall’impresa di pittura è passato a fare il muratore?“Perché con la costruzione c’era da guadagnare di più e io mi davo da fare. Vede questa? (indica una foto affissa sul muro dietro la sua scrivania): questa è la mia prima costruzione nel 1967 a via della Scafa a Fiumicino. La realizzai a blocchetti ricoperta in cortina insieme a due soci: avevo 21 anni”.L’ultimo cantiere da 49 alloggi ultimato nel 2021E dove ha trovato i soldi per costruire?“Glielo spiego subito. Ricorda le 440 mila lire? Ebbene, non servirono più a mia moglie perché io non partii più per il militare. Così mi feci dare un pezzo di terra da mia suocero a Castelforte e costruii subito una bella villetta, l’ho venduta e ho ricavato il denaro. All’epoca avevo comprato già un appartamento a via Edoardo Maragliano al capolinea del 93 a Monteverde Nuovo che avevo affittato. Vendetti pure quello e col ricavo di entrambe le costruzioni entrai a fare parte di questa società. Consideri che a 16 anni mi ero già costruito un appartamento a Casa Calda sopra l’abitazione dei miei il sabato e la domenica, come fece papà che mi diede una mano insieme a mio fratello e qualche amico. Insomma, invece di andarmi a mangiare i soldi compravo pozzolana e blocchetti e mi feci casa”. Aldo Romanelli era presidente della Polisportiva Colle Fiorito: la Scuola Calcio ha sede a “La Sorgente”La sua carriera fu subito un successo?“Non so se definirlo un successo, all’epoca chi aveva fantasia di lavorare guadagnava bene”.Era l’epoca del rock and roll, del twist e dei grandi ballerini…“Però quelli sono rimasti col rock and roll io con un piccolo patrimonio dietro le spalle”.Aldo Romanelli non è stato un grande ballerino?“Non creda che non abbia avuto occasione di divertirmi”.Quale fu la sua prima auto?“Una Fiat 500 avana che da Pauselli feci verniciare giallo ocra. Dopo due anni la cambiai e passai prima alla Simka, poi all’Alfa Romeo”.Qual’è la chiave del successo dell’imprenditore Aldo Romanelli?“Ci si nasce col pedigree di voler fare e progredire, non ci si diventa. Se hai la mentalità di fare progressi ci riesci, se non hai la mentalità no. Ai figli, ai nipoti e ai dipendenti dico che se uno elargisce sempre, il mucchio si abbassa e poi non c’è più niente per nessuno. Ma se li sai gestire, i soldi durano nel tempo. Ci devi nascere con questa mentalità”.Una panoramica del quartiere residenziale “La Sorgente”Da ragazzino cosa sognava di fare?“E chi se lo ricorda, forse cercavo di imparare il mestiere di mio padre, il muratore. Io ho sempre lavorato, forse saranno state le suore che per tre anni a Pietralata mi hanno sempre bacchettato sulle mani”.Perché la bacchettavano?“Perché ero un birbaccione e mi mettevano in punizione col granturco sotto le ginocchia affianco alla lavagna, non era come adesso…”. Adesso com’è?“Oggi se un maestro o un professore si permette di dire ad un alunno turbolento “hai stufato”, il ragazzino va dal genitore e il genitore denuncia l’insegnante.Ma che educazione imparano questi ragazzini? Io non sono morto perché mi hanno dato qualche bacchettata sulle mani o per essere stato messo in castigo col granturco sotto le ginocchia”.Quando la punivano a scuola lo raccontava ai genitori?“Sì”. E i suoi come reagivano? “Mi rispondevano che la suora aveva fatto bene e che me le ero meritate”.La chiave del successo descritta da lei appare una lettura superficiale, quella profonda qual’è? Una voglia di riscatto, di ricchezza o di affermazione? Il desiderio di diventare il primo di Santi Cosma e Damiano? Una vendetta contro qualcosa? Un rancore oppure una rivalsa verso il padre? “Non si può fare di tutta l’erba un fascio, per me è un piacere a 73 anni andare la mattina al cantiere con la marzocca”.Ancora lavora in cantiere?“Certo. Arrivo la mattina alle 7, il tempo di cambiarmi e indossare i panni da lavoro fino alle 16 e poi mi ricambio sennò mia moglie coi panni sporchi mi caccia fuori casa. Lo sto facendo per necessità”.In che senso necessità? “Per sbrigarmi a finire questo benedetto cantiere da 49 appartamenti”.Qual’è stata la costruzione più importante nei primi 10, 15 anni di carriera? Quella che l’ha riempita d’orgoglio. “Quarant’anni fa ho costruito case a Ovindoli, 32 ville a Sabaudia e appartamenti a Spinaceto”.Il palazzo di viale Roma a Guidonia Centro antistante il Comando della Polizia LocaleQuali sono le costruzioni importanti realizzate a Guidonia prima de La Sorgente? “Il palazzo in viale Roma di fronte ai vigili urbani e tante villette a Colle Fiorito”.Per diventare un costruttore di successo, oltre alla capacità di costruire, è importante seguire le procedure burocratiche con gli enti, quelli con le banche per i mutui e la vendita. Lei aveva l’intero processo in testa?Aldo Romanelli in una foto del 2000 appena eletto consigliere comunale“Io ho fatto sempre il passo secondo la mia gamba e le spiego perché. Nel 2005 acquistai dalla famiglia Tedeschi per 35 euro al metro quadrato i 20 ettari di terreno edificabile dove ho realizzato la lottizzazione La Sorgente, il 55% era di mia proprietà e il 45% di Pagliaro. Il 6 luglio 2005 sottoscrissi la convezione col Comune impegnandomi a fare progetti e lavori delle opere di urbanizzazione, strade e fogne per un totale di 3 milioni 100 mila euro. Avrei potuto montare tre gru e costruire tutto il Centro residenziale in un colpo solo, invece ho realizzato fabbricato per fabbricato nel corso di 15 anni perché non avevo i soldi: costruivo, vendevo, incassavo e aprivo il cantiere successivo. La chiave del mio successo è non essermi fatto prendere dalle manie di grandezza, gestendo i miei soldi in maniera oculata, costruire secondo la domanda di mercato e pagare le tasse. Se vuole saperlo, nel 2019 ho pagato 290 mila euro di tasse”.Crede alla Fortuna? E quanto ha inciso nella sua vita?“Alla Fortuna ci credo, se uno se la crea lei ti viene incontro”. I soldi quanto sono importanti nella sua vita? “Relativamente, l’importante è la salute che mi ha sempre assistito perché ho fatto le cose che mi piacciono, ringraziando Dio”.Aldo Romanelli insieme a don Giovanni Fenili, compianto parroco di Colle FioritoA proposito di Dio, lei è stato vicino al compianto parroco di Colle Fiorito don Giovanni Fenili: Aldo Romanelli è un uomo di Fede? “Certo, da sempre. Altrimenti non avrei dato di tasca mia un contributo di 200 mila euro per ultimare la costruzione della Chiesa degli Angeli. Tantomeno avrei realizzato la recinzione in cemento industriale dell’oratorio della vecchia parrocchia del quartiere dove giocano i ragazzini”.Che cos’è la Fede per Romanelli?“Secondo lei per essere un buon cristiano bisogna andare tutti i giorni in chiesa?”. E come si manifesta la Fede? Attraverso le opere di carità? “No, la Fede la senti nell’anima”.Crede nell’aldilà? “Sì”.Quante volte è stato innamorato nella vita? “Una volta sola”.Dei figli quale continua la sua attività? “Tutti e tre sono nella società: uno gestisce la nostra palestra in via dei Girasoli a Colle Fiorito, un altro gestisce i campi sportivi a La Sorgente e il terzo mi affianca in azienda”.Che padre è stato? “E’ una domanda alla quale non posso rispondere, dovrebbe farla ai figli”.Il lavoro quanto è importante per lei?“Tantissimo”. Ha mai pensato ad un Aldo Romanelli che non lavora più?“No, non ci riesco perché ho sempre lavorato”.Quando pensa di posare la marzocca e gli altri attrezzi del mestiere?“Entro il 2021, finisco l’ultimo cantiere e vado in pensione”.E che si mette a fare?“Porterò a spasso i nipotini”.Cosa rappresenta per lei aver costruito un nuovo quartiere come La Sorgente? “E’ una grande soddisfazione dare la possibilità alla gente di avere una strada larga dove poter camminare o correre tranquillamente”. Il suo sogno nel cassetto? “Il progetto del Centro sportivo in un’area di 8 ettari concessa al Comune nell’ambito della convenzione de La sorgente. Lo presentai nel 2006, passò in Commissione Urbanistica ma l’amministrazione non si è mai degnata di approvarlo”.Due foto dell’archivio di Tiburno; sopra, il 24 maggio 2003 l’inaugurazione del centro sportivo della chiesa degli AngeliA proposito di sport, lei è presidente della Polisportiva Colle Fiorito: che fine ha fatto? “Il campo di calcio a 11 è stato dato in gestione ad un’altra squadra, la Nuova 7”, quindi non partecipa ai Campionati. La Polisportiva è operativa presso i campi di calcetto a La Sorgente con 150-160 ragazzini iscritti alla Scuola Calcio”.E’ vero che vuole fondare un’associazione? “L’ho già fatto. E’ stata costituita 8 mesi fa, si chiama “Amici di Guidonia Montecelio”, conta circa 50 soci e si riunisce ogni tanto in un locale di 200 metri quadrati in via Motta messo a disposizione dal sottoscritto”.A quale scopo?“Per stare in compagnia, essendo guidoniano mi piace stare insieme”.Non sarà che Aldo Romanelli torna in politica? Lei tra il 2000 e il 2005 fu consigliere comunale di Alleanza nazionale durante l’amministrazione di Stefano Sassano sindaco e fu eletto con circa 280 voti: perché si candidò e che esperienza fu? “Volevo dare un contributo ai cittadini di Guidonia, ma fu un’esperienza negativa”.All’epoca fu approvato il Piano per la Lottizzazione La Sorgente: non c’era conflitto di interessi tra il consigliere comunale e il costruttore?“Quella delibera non me la sono mica votata: se avessi fatto quello sbaglio, sapesse quanto mi avrebbero dato giù. Ma non mi possono far nulla perché ci sono 23 pareri prima di approvare un progetto che porta benessere alla mia città e ai miei concittadini. Non scendiamo sempre nella politica…”.Eppure, molti sostengono che lei alle elezioni del 2022 organizzerà una lista civica e riuscirà a prendere anche 1.200 voti.“Allora le devo rispondere. L’elettorato di Guidonia conta mediamente 35 mila votanti che divisi per due sono 17 mila a Destra o a Sinistra. Nel 2017 il Movimento 5 Stelle ha vinto per 1.100 voti perché alcuni di Sinistra non sono andati a votare al ballottaggio e nemmeno ci hanno mandato i propri sostenitori. Ecco, questi 1.100 o 1.500 voti sono l’ago della bilancia, mi fa piacere che già mi stabilizzino a 1.200 preferenze”.Mi scusi, ma nel 2022 lei avrà 75 anni: non si ritiene un po’ in là con l’età?“Non mi sento di essere vecchio, fino a quando uno sta in piedi, cammina e ha grinta”. Una volta vigeva il motto “largo ai giovani”.“Ci sono giovani molto preparati che faranno giustamente la loro parte”.Quale parte? La comparsa? A Guidonia finisce che vengono eletti sempre gli stessi o sbaglio? Romanelli sarebbe disposto a far eleggere una persona seria, preparata e capace che potrebbe fare il suo capolista? “Certo”.A 73 anni e guardando al futuro con ottimismo, ritiene che a Guidonia la politica qualche errore lo abbia commesso oppure no? “Gli errori li commettiamo tutti quanti, ci vuole la volontà di fare ma ci vuole anche la capacità. Si rende conto che in questa città per camminare dobbiamo stare attenti alle buche altrimenti ci ammazziamo?”.Più di qualcuno dice che a Guidonia c’è un rapporto inscindibile tra imprenditoria e politica. Non crede che negli ultimi 40 anni si sia sprecata un’occasione storica di sviluppo della città? Lei che idea ha? “Io sto a Guidonia dal 1956 quindi la conosco bene: per me dovrebbe essere il fiore all’occhiello del Lazio perché è contigua con Roma, ma ci vuole la volontà della classe dirigente. Le prendo ad esempio Ostia: sa perché fu annessa a Roma?”.Perché? “Perché fu collegata dalla metropolitana leggera: a Guidonia se ne parla da vent’anni ma nel frattempo siamo costretti a percorrere la Tiburtina e ci scontriamo l’uno con l’altro: una città cresce quando c’è la viabilità”. Quale sarà il futuro di Guidonia?“Per fortuna i 5 Stelle sono in perdita, serve gente che ha volontà di dedicarsi alla città”.E dove la trova? “Intanto devono essere d’accordo le persone”.Fa riferimento ai vecchi attriti tra rappresentanti del Centrodestra?“Certo”.Se il primo ostacolo è fare pace, un potenziale Centrodestra parte male.“Sono d’accordo con lei, per questo ho costituito l’associazione Amici di Guidonia Montecelio”.Romanelli, lei che vorrebbe fare?“Dare un contributo a questa città”.Ma chi glielo fa fare? “Nel 2022 sarò in pensione e avrò tempo libero da dedicare alla mia città. Io sono stato presidente della Circoscrizione ai tempi di Lombardozzi e rassegnai le mie dimissioni: questo è un coraggio, non restare incollati alla poltrona per uno stipendiuccio. Ci vuole gente che sappia governare, gestire e pure comandare: se non si trova moriremo di fame tutti quanti”.L'articolo GUIDONIA - Da pittore a muratore a imprenditore: il segreto del successo di Aldo Romanelli proviene da Tiburno Tv.