AGI - La Zona Franca di Misurata, principale porto commerciale e hub logistico della Libia, mira a diventare la porta d'accesso del Paese ai mercati africani. Alla fine di ottobre, il Primo Ministro Abdulhamid Dabaiba del Governo di Unità Nazionale ha inaugurato una serie di progetti strategici volti a rafforzare questo ruolo. La nuova infrastruttura comprende varchi intelligenti, un edificio per l'amministrazione doganale, una torre di controllo marittimo, un cantiere navale e un centro di gestione aziendale. Queste strutture sono considerate anelli essenziali della catena logistica nazionale e regionale.Secondo Mohsen al Saqtri, Presidente del Consiglio della Zona Franca, questi sviluppi fanno parte di un piano di modernizzazione globale volto ad aumentare la competitività del sito e ad attrarre più operatori locali e internazionali. "Vogliamo fare di Misurata un polo industriale e commerciale integrato nel Nord Africa, in grado di dare un contributo significativo al PIL della Libia", ha dichiarato ad Agenzia Nova.Lo sviluppo della zona si basa sulla completa digitalizzazione delle operazioni portuali, con la creazione di uno Smart Port e di una Smart Zone basati su sistemi di gestione integrati, una transizione ecologica attraverso l'installazione di pannelli solari, reti elettriche pulite e dispositivi di monitoraggio ambientale, nonché partnership internazionali, in particolare con Surbana Jurong e Port of Antwerp-Bruges International, per adottare le migliori pratiche di pianificazione e gestione. Al Saqtri sottolinea che la Zona implementa già gli incentivi previsti dalla legge sugli investimenti privati, garantendo vantaggi fiscali e doganali e un ambiente stabile per i capitali a lungo termine. La cooperazione economica con l'Italia è una priorità. "Libia e Italia condividono profondi legami geografici, storici e commerciali", ha osservato il leader, aggiungendo che la collaborazione in ambito logistico, industriale ed energetico potrebbe diventare un modello per l'integrazione nel Mediterraneo. Sebbene la Libia sia il secondo fornitore africano dell'Italia dopo l'Algeria, ritiene che esista ancora un vasto potenziale inutilizzato al di fuori del settore energetico. Questo slancio è già evidente a Misurata, dove la Zona Franca ha firmato un memorandum d'intesa con la compagnia italiana Elifly, specializzata nel trasporto aereo e nei servizi elicotteristici. L'accordo prevede la creazione di una filiale dedicata ai voli verticali e alla formazione tecnica, nonché la realizzazione di infrastrutture a supporto delle operazioni logistiche portuali e petrolifere e dei servizi medici di emergenza.Parallelamente, è in preparazione una presentazione ufficiale della Zona Franca di Misurata in Italia, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-Libica, per promuovere le opportunità fiscali e logistiche offerte alle aziende interessate al mercato libico e saheliano. Secondo i dati dell'Agenzia ICE, gli scambi commerciali tra Italia e Libia sono diminuiti del 21% nella prima metà del 2025, raggiungendo i 4,76 miliardi di euro. Nonostante questo calo, alcuni settori, come la meccanica industriale e la componentistica elettrica, stanno reggendo, supportati dai progetti di ricostruzione in Libia. Oggi, circa il 60% del commercio marittimo libico transita per Misurata, direttamente collegata alla rete stradale che porta in Ciad, Niger e Mali. Con l'ampliamento dei porti e il miglioramento dei collegamenti terrestri, la Zona spera di rafforzare la sua posizione di principale corridoio commerciale tra il Mediterraneo e l'Africa subsahariana. Infine, Al Saqtri insiste: "Altre zone economiche speciali, come Sirte, non sono concorrenti, ma partner di sviluppo. Insieme, stiamo costruendo una rete integrata in grado di diversificare l'economia libica e attrarre investimenti internazionali".