“Se verrà confermata la riforma della giustizia, per i cittadini cambierà niente. Cosa servirebbe davvero? Che le cose le possano discutere e decidere persone che hanno lavorato nella vita. Molte volte non è malafede, il problema è che si tratta di persone che non si rendono conto, persone che non sanno nemmeno dove sono sedute e qual è lo scopo della loro funzione. Certo, Nordio è stato un magistrato, ma per me sarebbe stato il migliore ministro della Cultura”. E’ un Nicola Gratteri molto agguerrito quello che ha parlato di riforma della giustizia e referendum come ospite di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi, in onda il sabato su Nove. Dopo l’approvazione finale del 30 ottobre scorso, il procuratore capo a Napoli è impegnato nella campagna referendaria per il no alla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere, la duplicazione del Csm e la creazione di un’Alta corte per giudicare i magistrati. “Se noi pensiamo che la giustizia, i tribunali, le indagini servano per dare risposte alla gente, per chi commette reati e per chi li subisce, che vorrebbe una sentenza più veloce, per evitare di rivolgersi poi alle mafie, – ha spiegato il magistrato – allora queste riforme non servono assolutamente a nulla. Se si vuole velocizzare i processi e dare risposte alla gente, bisognerebbe far rientrare le centinaia di magistrati che sono fuori ruolo, che sono in tutti i ministeri e in tutte le commissioni. Anziché prendere magistrati in pensione per fare i consulenti, si mettono i magistrati che hanno vinto il concorso per scrivere le sentenze. Poi bisognerebbe chiudere i tribunali piccoli, – ha proseguito – perché si sprecano risorse, però questo governo, questo ministro anziché chiudere i tribunali piccoli che non funzionano, apre quelli nuovi. Ne hanno aperto uno a Bassano del Grappa dove tutti i presidenti dei tribunali del Veneto, tutti i procuratori della Repubblica del Veneto, i Presidenti dei Consigli dell’ordine degli avvocati hanno detto che non serviva. È stato aperto lo stesso e ‘per caso’ il ministro della Giustizia mi pare che abiti proprio in Veneto”.Gratteri ha poi detto cosa servirebbe soprattutto secondo lui, ossia “che le cose le possano discutere e decidere persone che hanno lavorato nella vita. Perché molte volte non è malafede, è gente che non si rende conto, gente che non sa nemmeno dov’è seduta e cosa qual è lo scopo della sua funzione“. “Però l’attuale ministro della Giustizia è stato un magistrato”, ha ribattuto Sommi. “Sì, è stato 35 anni sostituto procuratore a Venezia e cinque anni procuratore aggiunto a Venezia, però Nordio è un uomo di cultura. – ha sostenuto l’ex procuratore di Catanzaro – Quando abbiamo inaugurato la Procura di Catanzaro è venuto per l’inaugurazione. Abbiamo fatto un buffet e lui si è dimostrato un uomo di cultura: lui può parlare tre giorni di Churchill, quattro giorni di Napoleone Bonaparte. Poi è un pozzo di storia e quindi per me sarebbe stato il migliore ministro della Cultura. Di giustizia però non abbiamo parlato nemmeno 2 minuti”, ha concluso Gratteri, che ha anche promesso che andrà in tutte le trasmissioni che lo inviteranno da qui alla prossima primavera, per spiegare le ragioni del no alla riforma della giustizia.L'articolo Riforma della giustizia, Gratteri (Nove): “Non ha alcun impatto positivo sulla gente. Nordio? Meglio se faceva il ministro della Cultura” proviene da Il Fatto Quotidiano.