SUBIACO – Il giornalista Pino Scorciapino presenta il libro “Gocce di pace”

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Sabato 15 novembre nella Biblioteca comunale di Subiaco in via della Repubblica 26 verrà presentato il libro “Gocce di pace”.Il saggio, scritto a quattro mani da Pino Scorciapino e da don Silvio Rotondo, è stato pubblicato quest’anno da Guida editori di Napoli. Sottotitolo: Manualetto pratico per aiutarci ad essere “artigiani della pace”.La presentazione avviene nel quadro degli “Incontri d’Autunno” di “Subiaco Capitale italiana del Libro 2025”.Il mondo precipita nel baratro della guerra, a Gaza, in Ucraina, in tanti altri paesi. Temiamo che il continente europeo diventi un campo di battaglia tra Russia e Nato, anche con l’impiego di armi atomiche. Il riarmo acuisce l’insicurezza, sottrae immense risorse allo sviluppo. La gente, prima lontana dalla geopolitica, ora la segue con apprensione, consapevole di incidere zero. Il libro propone invece un protagonismo per ognuno.Manifestiamo. Sì, certo. È necessario.Ovviamente manifestazioni non violente.Ma non basta.Si può fare anche altro, in modo proattivo.Osiamo: usciamo dal contesto locale, facciamoci sentire in ambiti anche lontani.“Gocce di pace” è un libro propositivo ed è anche un progetto e un metodo.Se tutti, da 8 a 100 anni, possiamo diventare attivisti, proponenti di “Gocce di pace”, non siamo solo bersagli senza voce della guerra ineluttabile.COSA PROPONE IL LIBRO “GOCCE DI PACE”Sono scenari angosciosi. La gente, prima lontana dalle relazioni internazionali e dalla geopolitica, ora le segue con apprensione. Ma anche con la consapevolezza di incidere zero. Sono scarsamente incidenti i “potenti della terra” – presidenti, premier, ministri di potenze che non siano Trump, Xi Jinping, Putin ossia i tre “signori della guerra” del tripolarismo delle superpotenze Usa, Cina e Russia – figuriamoci noi. Conseguono preoccupazione, frustrazione, rassegnazione.Questo libro propositivo e controcorrente, scritto a quattro mani da Pino Scorciapino e don Silvio Rotondo, al contrario, propone un protagonismo per ognuno di noi.Anche se siamo solo cittadini, nulla di più e nulla di meno. “Che fare?”. Sì, certo: mobilitare l’opinione pubblica, promuovere associazioni per la pace, marce della pace, manifestazioni non violente, fiaccolate, sit-in.Ma “Gocce di pace” propone di osare di più: con un paradigma innovativo uscire dal contesto locale per fare sentire la nostra voce in ambiti anche lontani e di ben più alto livello decisionale. Intervenendo sia su scenari globali che su aree di crisi regionali.Sempre non violenti e perseveranti, dobbiamo rompere le scatole, disturbare, scomodare, provocare, scuotere. Peroriamo l’intelligenza e la bellezza della pace, argomentiamone la razionalità contro l’irrazionalità ottusa, animalesca, distruttiva, suicida della guerra.Oltre ad essere un saggio “Gocce di pace” è un progetto e un metodo. Anche a considerare ogni iniziativa di pace che proponiamo una goccia in un oceano di massacri e macerie (da questa considerazione origina il titolo del libro) dobbiamo essere convinti che “gutta cavat lapidem”: la goccia scava la pietra. Debolissima eppure incisiva purchè continua, insistente.Può farsi promotore di “Gocce di pace” chiunque sappia entrare in questa dimensione proattiva e abbia la sfrontatezza di “prendere carta e penna” – come si diceva una volta, oggi ovviamente useremo altri strumenti più tecnologici – e di indirizzarsi a destinatari impensabili: cancellerie, ministeri, ambasciate, organizzazioni internazionali, associazioni, consessi interstatuali, università, centri studi e di ricerca, scienziati, produttori di armi.  Non esiste limite alla capacità di diventare tutti soggetti proattivi.Piccoli, insignificanti.Ma capaci di “dire la nostra” – positivi e propositivi – su decine di contrasti armati tra stati e all’interno di nazioni.Se tutti, dagli otto ai cento anni, possiamo diventare soggetti proponenti di “Gocce di pace”, attivisti della pace, non siamo più solo bersagli passivi e senza voce, piegati alla inevitabilità, all’ineluttabilità della guerra nei prossimi mesi o nei prossimi anni (come ci dicono e ci “preparano” praticamente ogni giorno generali e politici, analisti ed “esperti”).Sta a noi con le nostre piccole ma diffuse cordate per la pace saperci indirizzare al o ai destinatari ottimali del nostro messaggio e della proposta che contiene.Battiamoci contro ogni evidenza, ogni lavaggio del cervello a cui siamo sottoposti, ogni pensiero dominante, false notizie o propaganda martellante.Anche con gesti apparentemente senza peso e prospettive come “Gocce di pace” si può e si deve resistere a chi teorizza, prepara, arma, concretizza la guerra.Don Silvio Rotondo definisce il suo contributo nella seconda parte del libro “piccolo strumento per aiutarci ad essere operatori di pace” e “manualetto pratico per artigiani della pace”. Nel quale ha dato sostanza ad una grammatica e ad una pedagogia della pace. Preziose di indicazioni per il credente ma anche per chi non lo è.Due visioni – laica di Scorciapino, di marcata impronta religiosa cristiana di Rotondo – compongono una risposta unica alla domanda “Che fare?”. GLI AUTORIPino Scorciapino (Troina (En), 1955) sposato, due figlie e tre nipoti.Laureato in Scienze politiche, dirigente della Regione Siciliana a Palermo dal 1987 al 2017. In pensione dal 2018. Sindaco di Troina dal 1994 al 1998. Giornalista pubblicista, dal 1983 al 2016 ha collaborato a quotidiani e periodici tra cui Giornale di Sicilia, Cronache Parlamentari Siciliane, SiciliaInformazioni.com. Dal 2018 collabora al sito www.piolatorre.it del “Centro studi Pio La Torre” di Palermo occupandosi in prevalenza di geopolitica, relazioni internazionali, pacifismo, disarmo, armamenti.Saggista, biografo, aforista, storico, è al suo diciassettesimo libro. Tra gli altri: Governi e parlamenti nella formazione della politica estera italiana, scritto con Fulvio Attinà e Salvo Cutuli (1982), Ancipa (1984), Due anni in Ottorighe (2012), Le massime di Massimo (2013), Gaetano Zito. Parroco di periferia, intellettuale, storico della Chiesa (2021), Gesualdo Bufalino e quell’invito a Troina cortesemente declinato (2022), I prevaricatori, i sopraffatti, i cloroformizzati (2023), A grandi passi verso la Terza Guerra Mondiale (2023).Silvio Rotondo (Troina, 1953). Laurea in Sociologia alla “Sapienza” di Roma. Obiettore di coscienza, per 20 mesi svolge servizio ai disabili a Roma nella comunità di Capodarco. Ordinato sacerdote poco meno che quarantenne nel 1993.Parroco, animatore di gruppi scout. Consegue il baccalaureato nell’“Istituto teologico San Tommaso” di Messina. Ha insegnato religione e coordinato gli insegnanti di religione della Diocesi di Nicosia. Corso biennale di Pastorale Sanitaria al “Camillianum” di Roma e Master in Gestione Sanitaria alla “Cattolica” di Roma.Alla morte di padre Luigi Ferlauto, fondatore dell’IRCCS “Oasi” di Troina, nel 2017 è nominato presidente della struttura sanitaria specializzata in ritardo mentale e involuzione cerebrale senile.Carica che mantiene fino al mese di febbraio 2024. Nel luglio 2024 gli è stato conferito il premio internazionale di arti visive, cultura e solidarietà “Gino De Agrò – Città di Troina”.L'articolo SUBIACO – Il giornalista Pino Scorciapino presenta il libro “Gocce di pace” proviene da Tiburno Tv.