Passo indietro della Lega sull’educazione alla sessualità: dopo le polemiche, cade il divieto per le scuole medie

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Dopo le proteste dei partiti di opposizione e le critiche degli esperti, è arrivato il passo indietro. La Lega ha depositato alla Camera un emendamento sull‘educazione alla sessualità a scuola, parzialmente correttivo rispetto al testo approvato in commissione (e inizialmente voluto proprio dal Carroccio). Cade così il divieto per le medie, che vengono in tal modo equiparate alle superiori dove si richiede per queste attività comunque il consenso dei genitori che dovranno conoscere temi e materiale didattico. “Fermo restando quanto previsto dalle indicazioni nazionali”, è adesso previsto che il divieto resta solamente per le scuole dell’infanzia ed elementari. La discussione in prima lettura del disegno di legge del ministro Valditara sulle “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico” è iniziata lunedì mattina alla Camera, poi passerà al Senato.“Alla fine, la destra è stata costretta a tornare indietro“, esulta Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd. “Dopo settimane di polemiche, critiche da parte del mondo della scuola, delle associazioni, degli psicologi e di chiunque avesse a cuore la formazione dei ragazzi, cade – sottolinea – il divieto di introdurre percorsi di educazione sessuale nelle scuole secondarie di primo grado”. Manzi la definisce “una marcia indietro evidente, un passo obbligato dopo le proteste unanimi contro una misura priva di senso, ideologica e dannosa“. “Non basta un correttivo a cancellare l’errore di fondo: quello di pensare che la scuola debba tacere su tutto ciò che riguarda la crescita emotiva, relazionale e sessuale degli adolescenti”, sottolinea la deputata dem ricordando che “la scuola deve formare, non censurare”.Di parere diverso il capogruppo della Lega in Commissione Cultura Scienza e Istruzione e relatore in Aula del provvedimento, Rossano Sasso: il nuovo emendamento, sottolinea, punta a “fare chiarezza. Noi non siamo quelli che vogliono vietare che in classe si parli di affetto e rispetto”, dunque si è optato per “una modifica normativa alla luce della strumentalizzazione in atto“. “Anche alle elementari si potrà parlare di educazione al rispetto, ovviamente, nessuno entra in quel campo” e poi il divieto non è tassativo bensì “fermo restando quanto previsto dalle indicazioni nazionali”. “A sinistra – aggiunge il deputato del partito di Salvini – si battono per l’ideologia gender, cantano e saltano sui carri dei pride e pretendono poi di educare i bambini alla loro ideologia, arrivando al punto di propagandare alle elementari perfino la compravendita di bambini attraverso l’utero in affitto. Noi – conclude – chiediamo invece che la scuola non venga utilizzata in tal modo, ma resti un luogo sereno dove poter crescere e apprendere”.L'articolo Passo indietro della Lega sull’educazione alla sessualità: dopo le polemiche, cade il divieto per le scuole medie proviene da Il Fatto Quotidiano.