Nel film “Lei” (“Her”), diretto da Spike Jonze nel 2013, il protagonista Theodore (Joaquin Phoenix), finisce per intraprendere una relazione sentimentale con la suadente Samantha, incantevole sistema operativo del suo computer. La sua voce femminile lo affascina, lo ammalia, lo comprende e lo sostiene, lo fa innamorare giorno dopo giorno. Soprattutto: non fa scenate ‘isteriche’ e non ha le esigenze e le fragilità di una donna umana. Fantascienza? Per ora sì. Ma l’ipotesi di un rapporto quotidiano con l’intelligenza artificiale e le sue conseguenti ripercussioni sulla nostra vita intima sono oggi al centro di una riflessione che solleva domande etiche e affettive. Saremmo disposti ad avere un fidanzato o una fidanzata artificiali?Dall’Osservatorio Infedeltà 2025, ricerca condotta da Gleeden in collaborazione con YouGov, arrivano i primi dati. L’89 per cento degli italiani respinge in assoluto il ruolo di un Ai come partner, ma il 30 per cento non esclude affatto che in futuro possa sostituire per davvero una relazione reale, anche se con riserva. Il dato che non ci si aspetta? A sorpresa, sono i boomers, i più vecchi, quelli che vengono dal passato remoto della cabina a gettone, i meno scettici su questa possibilità (il 68 per cento). Mentre la gen Z sembra essere la generazione che fa più resistenza all’idea (74 per cento.)Proprio fra loro, giovani pionieri del sesso virtuale, solo il 40 per cento si dichiara a proprio agio nell’avere rapporti intimi con l’intelligenza artificiale, siano essi personaggi pornografici virtuali o programmi come ChatGPT. Altra curiosità: la differenza fra maschi e femmine rispetto all’interazione erotica con un’Ai è marcata. Il 23 per cento delle donne lo considera un tradimento, contro il 12 per cento degli uomini. E i single? Sono i più cauti e spaventati: solo una persona su dieci ritiene accettabile avere scambi di natura romantica con ChatGPT. Passiamo ad altri aspetti di questa fotografia nazionale sulle relazioni di Gleeden. La ricerca condotta documenta la fine del mito del matrimonio. Un ritorno al sogno romantico? Il 70 per cento degli italiani, secondo ciò che emerge dallo studio, ritiene che il matrimonio sia sopravvalutato e che una relazione significativa possa durare anche senza vincoli legali.In sintesi: il matrimonio è in declino, la convivenza in crescita. Con sette italiani su dieci che ritengono le nozze sopravvalutate. “E’ la fotografa di un’Italia in piena trasformazione sentimentale” commenta Sybil Shiddell, country manager Italia di Gleeden. Che specifica. “Dopo anni di sperimentazione, apertura e fluidità, il Paese sembra tornare a una visione più romantica e tradizionale dei legami, dove l’amore esclusivo e la stabilità tornano a essere i veri obiettivi di vita”. Il dato più emblematico è il calo dell’infedeltà, scesa all’11 per cento in meno rispetto al 2022, soprattutto tra i più giovani, che rifiutano di netto l’idea del tradimento. Emerge infatti un paradosso affascinante: la generazione più giovane, quella che in passato aveva spinto verso relazioni fluide, aperte e non convenzionali, oggi riscopre il valore della monogamia.E dopo anni in cui le dating app sembravano la risposta moderna alla ricerca di un partner, oggi solo un italiano su dieci dichiara di aver trovato l’amore online. Eppure, la tecnologia non scompare, semplicemente cambia pubblico per diventare il terreno privilegiato per chi cerca solo relazioni senza impegno o extraconiugali. È la nuova doppia faccia del digitale: da un lato strumento di connessione, dall’altro spazio protetto per trasgressioni controllate. Dopo anni di primato assoluto in Europa per tasso di infedeltà, al 45 per cento nel 2022, l’Italia del 2025 registra un calo dell’11 per cento dei tradimenti. Sale invece la soddisfazione di coppia, sia emotiva che sessuale, soprattutto nella forma della convivenza.E’ quanto emerge dal nuovo Osservatorio Italiano sull’Infedeltà di Gleeden 2025 (una community di oltre 12 milioni di iscritti nel mondo) realizzato su un campione rappresentativo di oltre 1.500 persone tra i 18 e i 65 anni. Registra un “dietrofront digitale”: il dating online viene percepito come poco affidabile. La voglia di conoscersi dal vivo, tramite amici o passioni comuni, segna invece la svolta culturale: i giovani sarebbero più inclini alla ricerca dell’amore dal vivo rispetto alle generazioni precedenti. Ma senza per forza incorrere nel vincolo del matrimonio. I motivi? Non è dato conoscerli. Forse, a furia di sposarsi e divorziare, tanto vale prevenire costi e sbattimenti e al tempo stesso mantenere quel romanticismo che il matrimonio sembra annientare nella pratica. Se son rose fioriranno comunque.L'articolo “Io, gelosa di ChatGPT”: il 23% delle donne considera tradimento un flirt con l’intelligenza artificiale, i single sono i più spaventati proviene da Il Fatto Quotidiano.