«Sono l’unico in grado di abbatterlo». Così Jeffrey Epstein parlava di Donald Trump nel 2018. Quando il tycoon era già alla Casa Bianca. E mentre i messaggi del miliardario pedofilo sul presidente degli Stati Uniti finiscono sui media, in molti puntano l’attenzione sul tentativo di Epstein di agganciare i russi promettendo rivelazioni su Trump. E su quanto potrebbe spiegare oggi la politica della Casa Bianca nei confronti di Vladimir Putin. Epstein sosteneva che il tycoon «sapesse» degli abusi sulle minorenni. E aveva offerto a un giornalista del New York Times foto private di «Donald e ragazze in bikini nella mia cucina». «Epstein mi raccontò che Trump era così concentrato nel guardare giovani donne in piscina da sbattere contro una porta», il ricordo di Landon Thomas.Epstein, Trump e PutinUn mese prima dell’incontro tra Trump e Putin a Helsinki nel 2018 Epstein in una email all’ex premier norvegese Thorbjorn Jagland, allora alla guida del Consiglio d’Europa, si era offerto di fare da insider per i russi. «Penso che potresti suggerire a Putin che Lavrov (il ministro degli Esteri, ndr) potrebbe ottenere informazioni parlando con me», scriveva. E in un’altra email diceva a un’amica: «So quanto è losco Donald». Mentre agli amici raccontava che Trump «si era intrattenuto» a casa sua per ore con Virginia Giuffre. Tutte circostanze su cui potrebbe fare luce l’ex compagna Ghislaine Maxwell. Che però punta a ottenere la grazia da Trump. Ed è finita in un carcere leggero dopo la prima testimonianza.La prossima settimanaForse già la prossima settimana la Camera voterà per rendere pubblici i file di Epstein. Trump ha avvertito che chi voterà a favore è «o molto cattivo o stupido». Ma i dem sostengono che sarebbero «almeno tra i 40 e i 50» i repubblicani alla Camera pronti a votare sì. Anche la mail del febbraio 2019 in cui Epstein scriveva: «Trump sapeva ed è venuto a casa mia molte volte in quel periodo. Non ha mai ricevuto un massaggio» sembra alludere a qualcosa. Anche perché è una mail singolare visto che Epstein la manda a sé stesso. E ancora: con Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro e presidente di Harvard, Epstein definiva Trump «un demente borderline». A uno dei suoi avvocati suggeriva di indagare sul mutuo per Mar-a-Lago.23 mila documentiPoi ci sono le email in cui lo chiama «scemo», «demente». Pochi mesi prima di finire in prigione, Epstein scrive a un amico che stanno «cercando di far cadere Trump», ma «è folle, perché io sono quello che potrebbe farlo cadere». Il suo commercialista Richard Kahn gli scrive di aver esaminato le finanze di Trump trovandovi «nove cose interessanti» sui debiti, le entrate e la sua fondazione. Poi le frasi indirizzate ai russi: «Penso che potresti suggerire a Putin che Lavrov potrebbe farsi un’idea parlando con me». A Larry Summers, ex segretario del Tesoro di Bill Clinton e presidente dell’Università di Harvard, dice che Trump è «al limite della follia». Summers gli risponde che i sauditi pensano che «Donald sia un clown, sempre più pericoloso per la politica estera».Stormy DanielsAnche quando scoppia il caso di Stormy Daniels Epstein dice: «So quanto è sporco Donald». Scrive al fondatore di PayPal Peter Thiel per complimentarsi per le sue «esagerazioni su Trump, non bugie» e lo invita nella sua isola nei Caraibi. E a Steve Bannon dice: «Ci sono molti leader di Paesi con cui possiamo organizzare» (se Bannon è d’accordo a passare 8-10 giorni in Europa). La giornalista Julie K. Brown, che fece arrestare Epstein, dice oggi al Corriere della Sera che «nessun altro nome appare così tanto, a parte quello di Epstein. Il presidente è il centro di gravità di questi documenti, incluse le email. Non lo implica nei reati di Epstein, ma è interessante che fosse così centrale nel suo mondo».La morte di EpsteinPerò sulla morte di Epstein la giornalista fuga i dubbi: non ci sono relazioni con i suoi files. «Sulla base delle prove che abbiamo, non lo credo. So che i procuratori di New York presero in carico il caso per via dei miei articoli. Fu durante il movimento MeToo: politicamente a quel tempo era vista come una cosa buona perseguire uno come Epstein. E francamente c’erano un sacco di prove e avrebbe dovuto essere incriminato con accuse peggiori anni prima. Penso sia stato arrestato sulla base delle prove e non di chi fosse in carica. Probabilmente Trump non avrebbe voluto che fosse arrestato, dato che, quando Ghislaine Maxwell è stata arrestata, ha fatto commenti in suo appoggio e ora il suo governo l’ha spostata in una prigione confortevole. Quel procuratore peraltro fu licenziato da Trump dopo aver messo insieme il caso».Le conseguenzaBrown non pensa che ci saranno conseguenze per i documenti «mentre Trump è in carica. È solo la mia opinione, basata sul fatto che la sua Fbi e il suo dipartimento di Giustizia, Pam Bondi e Kash Patel, hanno già detto che non ci saranno altre incriminazioni e che “non c’è niente da vedere”. Hanno detto chiaramente che non vogliono perseguire il caso oltre. Il Congresso aprirà una qualche indagine di un procuratore speciale? È possibile, ma queste cose possono andare avanti per anni e non so che risultati possano avere. Molte di queste donne vogliono giustizia, ma quando si tratta di abusi avvenuti decenni fa, diventa difficile».L'articolo «Sono l’unico che può abbatterlo»: le mail di Epstein su Trump e quell’offerta a Putin proviene da Open.