L’Italia si conferma il principale partner economico-commerciale dell’Albania, con un interscambio di oltre 3 miliardi di euro e una quota di mercato del 20%. Fa specie che si sia aspettato solo il 2025 per convocare il primo vertice intergovernativo italoalbanese (oggi con la promessa di realizzare un business forum nel 2026). Giorgia Meloni è la prima premier italiana a dedicare attenzione politica al Paese delle aquile, in un momento in cui la strategia europea di allargamento necessita del sostegno comune e proprio mentre il tema migratorio (su cui Roma e Tirana collaborano ormai da tempo) è attenzionato non poco dalla commissione Ue, tramite il nuovo patto migratorio. Nel mezzo il rapporto personale che esiste tra i due leader, a dimostrazione di un legame ancora più forte che potrà produrre risultati incoraggianti alla voce cooperazione bilaterale.IL BILATERALEGiorgia Meloni ed Edi Rama hanno preceduto la sessione plenaria di lavoro con le rispettive delegazioni governative. Per l’Italia i ministri Tajani, Piantedosi, Nordio, Crosetto, Gilberto Pichetto Fratin, Giuli, Schillaci, Musumeci e dai sottosegretari Freni e Ferrante. I due premier hanno firmato l’Accordo intergovernativo, al fine di spingere per un salto di qualità nella cooperazione bilaterale, attraverso una pianificazione che interesserà una dimensione più ampia, strutturata e strategica delle relazioni bilaterali. Inoltre l’Accordo mira a comporre un quadro normativo stabile e strutturato per sviluppare la cooperazione e copre numerosi ambiti, dalla collaborazione economica e infrastrutturale a quella della difesa e della sicurezza, dalla cooperazione migratoria a quella in campo energetico e ambientale, fino alle sinergie in materia di salute, innovazione e formazione. Non di secondaria importanza il peso specifico dei due Paesi in un’area che è snodo cruciale di connettività energetica e infrastrutturale per l’Europa. Tra i progetti prioritari il Corridoio europeo VIII, che punta a connettere il Mar Adriatico al Mar Nero.SUD E CORRIDOIO 8Per capire il punto più significativo del filo conduttore sull’asse Roma-Tirana è sufficiente osservare una cartina geografica e prendere atto che l’Italia è protuberanza naturale, tramite l’Adriatico, verso altre aree interconnesse. Lo specifica a chiare lettere Giorgia Meloni, quando cita il corridoio 8, che parte dalla Puglia e arriva sulle sponde del Mar Nero, passando per l’Albania, Macedonia del Nord e Bulgaria, rendendo così “l’Adriatico un corridoio strategico” e “il sud Italia un hub di primaria importanza”. Il governo italiano, ha continuato il premier, sa bene che i rapporti tra Italia e Albania sono rapporti che “arrivano da molto lontano, costanti, che vanno oltre gli interessi reciproci”. Questa la ragione per cui, tra l altre cose, il supporto italiano al processo di adesione all’Ue dell’Albania sarà sempre maggiore, “faremo tutto quello che possiamo per aiutare l’Albania nella fase tecnica con serietà ed efficacia e nei tempi necessari, c’è molto da fare ma siamo pronti ad accompagnare l’Albania per raggiungere l’obiettivo comune”. Rama ricambia con un auspicio: Albania in Ue nel 2028, “quando l’Italia sarà presidente di turno del Consiglio europeo e Giorgia Meloni ancora presidente del Consiglio italiano, sarebbe la ciliegina sulla torta”.LE 15 INTESELe 15 firme intendono rafforzare la collaborazione nel campo della difesa, dell’energia e della salute. Interesseranno, inoltre, il rafforzamento delle capacità nell’ambito della protezione civile, il sostegno alle piccole e medie imprese, la lotta al narcotraffico e la collaborazione nel campo della progettazione e formazione museale.Inoltre il Protocollo italoalbanese rappresenta una innovazione in materia migratoria, che sta riscontrando sempre maggior interesse sia da parte della Commissione europea che degli Stati Membri. Le intese riguardano il memorandum d’intesa tra i ministri degli Esteri sulla cooperazione nel settore della sicurezza cibernetica; l’accordo per un credito d’aiuto della cooperazione allo sviluppo a favore della Protezione civile albanese; l’accordo per il potenziamento del settore neonatale albanese; il memorandum di cooperazione tra ministri dell’Interno per il contrasto al traffico di droga; l’accordo sulla cooperazione nel settore della difesa; il protocollo d’intesa tra la Fondazione Maxxi e la Galleria nazionale d’arte della Repubblica d’Albania; il protocollo d’intesa di cooperazione tra la Protezione civile italiana e la Protezione civile albanese; la dichiarazione d’intenti tripartita tra la Protezione civile albanese, la Protezione civile italiana e l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo per istituzione di un tavolo di coordinamento; l’intesa tecnica per la consegna di due pattugliatori alla Guardia Costiera albanese; la convenzione finanziaria per il ‘Miglioramento della rete di distribuzione di energia elettrica nell’Albania settentrionale dopo il terremoto del 2019’; il memorandum di cooperazione tecnica tra Cdp e il ministero delle Finanze albanese; l’accordo per sostenere le Pmi albanesi tra Simest e l’Agenzia albanese per lo sviluppo degli investimenti (Aida); il memorandum d’intenti tra Fincantieri e Kayo per una Joint Venture he modernizzi i cantieri navali di Pashaliman; infine il memorandum tra Leonardo e Kayo sulla cooperazione nel settore della difesa.UNA POLITICA DI COSTRUZIONE“Il vertice intergovernativo Italia-Albania rappresenta una svolta storica nei rapporti tra i nostri Paesi – dice a Formiche.net Alberico Gambino, eurodeputato di Ecr/FdI, Vicepresidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo – Nonostante la collaborazione costante degli ultimi decenni, è solo con il governo Meloni che si è tenuto il primo vertice strutturato, fondato su una visione di lungo periodo. È l’approccio che caratterizza questo esecutivo: non una politica di reazione, ma di costruzione. Le quindici intese firmate su difesa, energia, infrastrutture e migrazioni delineano un partenariato strategico e operativo, dalla cooperazione navale alla produzione di energia rinnovabile e alla gestione condivisa dei flussi migratori. Si afferma così un modello stabile di cooperazione istituzionale tra due Paesi legati da storia, interessi e prospettive comuni. Da vicepresidente della Commissione Affari Esteri e relatore ombra dei dossier sull’Albania per la commissione esteri accolgo con convinzione questo risultato, che rafforza il percorso europeo di Tirana e la centralità dell’Italia nei Balcani occidentali”, conclude.