Meloni resta stabile, ma per il centrodestra si è calmato il vento. Il radar Swg

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C’è un’Italia che non si “scalda” più, ma che resta ferma sulle sue posizioni. L’ultimo Radar Swg fotografa un governo Meloni che, pur non brillando per entusiasmo popolare, resiste a livelli di consenso eccezionalmente stabili: il 40% degli italiani continua a giudicarlo “abbastanza efficace”, una quota che da diciotto mesi non si muove di un punto.È una costanza che non ha precedenti nella Seconda Repubblica, dove i governi tendevano a perdere ossigeno strada facendo.La premier regge grazie alla coesione del blocco di centrodestra, ma la polarizzazione è ormai strutturale. Tra gli elettori di Fratelli d’Italia e Lega il giudizio è largamente positivo – rispettivamente 78% e 70% – mentre nel campo delle opposizioni si registra una bocciatura senza appello. Persino tra gli elettori di Forza Italia, componente moderata dell’alleanza, affiora “qualche perplessità in più”.Nel merito delle politiche, emerge un paradosso: i cittadini chiedono soprattutto efficienza nei servizi pubblici e interventi sul territorio – due ambiti in cui il governo raccoglie i voti più bassi. Sanità, scuola e infrastrutture restano il tallone d’Achille dell’esecutivo. Al contrario, le maggiori valutazioni positive arrivano sulla politica estera e la gestione dei conti pubblici: settori di importanza media, ma dove Meloni incassa il riconoscimento di “buon governo”. È la conferma che il capitale politico della premier si gioca più sull’immagine internazionale e sulla disciplina dei conti che sull’efficacia domestica.Anche la squadra di governo – esclusa Meloni – raccoglie il favore di poco più di un terzo degli italiani, ma nell’elettorato di maggioranza il gradimento sale a livelli plebiscitari (79%). Un dato che racconta più la fede politica che la convinzione nella qualità dell’esecutivo. Sul piano elettorale, la fotografia del 10 novembre 2025 conferma una tenuta del centrodestra, ma con segnali di raffreddamento. Fratelli d’Italia resta primo partito con il 31,3% (-0,1 rispetto alla settimana precedente), seguito dal Partito Democratico al 22,2% (+0,3) e dal Movimento 5 Stelle al 12,8% (+0,2). Forza Italia si attesta all’8,1%, mentre la Lega scende all’8,0% (-0,2). In leggera ripresa l’Alleanza Verdi-Sinistra al 6,7%, mentre Azione e Italia Viva restano ai margini (rispettivamente 3% e 2,5%). Il dato forse più eloquente è quello dei non espressi, che restano il 30%: un terzo del Paese che osserva, ma non sceglie. È lì che si gioca la vera partita della premier, ormai leader consolidata ma senza più “onda di trascinamento”.Meloni, insomma, tiene la barra dritta in un mare calmo ma stagnante. La stabilità del consenso è la sua forza, ma anche il suo limite: la premier convince chi già la vota, mentre il resto del Paese resta fermo sulla riva, in attesa di vedere se, dopo tre anni di governo, arriverà ancora un’idea capace di muovere le acque.