«Una parte della maggioranza era più favorevole all’obiettivo della legge, un’altra meno. Così abbiamo pensato di avviare un’interlocuzione: Elly Schlein e Giorgia Meloni si sono sentite, e il dialogo è andato a buon fine. Sembrava impossibile, e invece ce l’abbiamo fatta». A parlare con Open è la deputata del Pd ed ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che commenta l’approvazione di ieri in Commissione Giustizia, dell’emendamento che introduce nel reato di violenza sessuale il principio del consenso «libero e attuale». Una modifica nata da una proposta di legge presentata proprio dalla stessa Boldrini. «Il consenso dovrà essere sempre espresso»Ma cosa cambia, concretamente? «Il consenso dovrà essere sempre espresso». Se una persona non ha manifestato la volontà di avere un rapporto sessuale, si tratta di stupro. «Prima, se la vittima restava pietrificata dalla paura e non reagiva, si riteneva che, in assenza di dissenso esplicito, il fatto non sussistesse – specifica – Ma non tutte le persone sono in grado di manifestare un rifiuto quando subiscono un’aggressione sessuale: studi scientifici dimostrano che la paura può immobilizzare. Ora si cambia paradigma: non bisogna più dimostrare di aver gridato o reagito all’aggressione, ma che la persona abbia espresso un chiaro “sì”».«Mettersi al passo con molti Paesi europei»«È un passaggio importante – sottolinea – per l’Italia è una svolta anche culturale e significa mettersi al passo con molti altri Paesi europei che hanno già recepito il principio del consenso». In realtà, spiega la dem, la Corte di Cassazione applicava già da tempo questo principio nelle sue sentenze, ma mancava una norma chiara: «C’era un vuoto legislativo e ora lo stiamo colmando».L'articolo Violenza sessuale, Laura Boldrini e l’emendamento sul consenso: «Non bisognerà più dimostrare di aver gridato o reagito, basterà la mancanza di un chiaro “sì”» – L’intervista e il video proviene da Open.