Pio D’Antini e Amedeo Grieco non solo tornano al cinema dal 27 novembre con “Oi Vita Mia” ma per il quinto film da protagonisti debuttano anche come registi: “Ci prendiamo tutta la responsabilità, ma volevamo prenderci tutta la libertà che volevamo”, dicono all’unisono a FqMagazine.Pio gestisce una comunità di recupero per ragazzi, Amedeo una casa di riposo per anziani, dove alloggia anche Lino Banfi (“sono un malato di Alzheimer e sono da sempre un ammiratore di Pio e Amedeo, quindi sono felicissimo di aver fatto questo film a novant’anni”). Uno ha una relazione in crisi, l’altro una figlia adolescente irrequieta. Costretti dalle circostanze a vivere sotto lo stesso tetto tra anziani smemorati e giovani casinisti che si fanno la guerra, i due finiranno per scambiarsi consigli non richiesti, infilarsi in situazioni assurde e, tra bollette arretrate e partite a padel, trovare finalmente il coraggio di mettere ordine alle loro vite e scoprire così un nuovo modo di stare assieme. Il film, nelle sale dal 27 novembre, si mantiene sui toni della leggerezza, ma anche un retrogusto amaro nella narrazione di categorie difficili e spesso dimenticati dalla società. Un buon debutto alla regia per i due attori e comici.La solitudine unisce (purtroppo) generazioni diverse“Abbiamo pensato ad un film generazionale perché tra i temi c’è anche la solitudine. – dicono all’unisono i due – L’individualismo sta prendendo il sopravvento. Abbiamo pensato che questo tema potesse unire due generazioni lontane, abbattendo un po’ questo muro che ormai li divide con questa convivenza che c’è all’interno di questo film. Si impone così un dialogo alla fine tra due mondi, apparentemente distanti, ma uniti nella realtà”.I giovani di oggi sono lasciati allo sbando, con le ali tarpateE poi ancora Pio ha specificato: “In Italia c’è disattenzione verso le problematiche di giovani e anziani. Per i giovani abbiamo la percezione che più nessuno si prenda le responsabilità. Sono un po’ tutti così mandati allo sbando. Parlo da padre e confido che la scuola insegni a mia figlia delle cose, ma la scuola confida nella famiglia e allora la famiglia confida sul catechismo ed è tutto uno scaricabarile su questi giovani. Noi siamo chiamati alle responsabilità. Ed è la cosa più difficile del mondo, la cosa meno naturale del mondo… La realtà ci riempie di dubbi e non ci sono certezze perché ogni tanto arriva qualcuno e ti dice ‘tuo figlio lo devi educare in questo modo’ e tu lì entri in un trip perché dici ‘lo rimprovero o non lo rimprovero? Gli tolgo questa cosa o non gliela tolgo?’. Mi dispiace molto perché vedo tanti giovani con le ali tarpate, ecco perché abbiamo pensato di unire gli anziani ai giovani in questo film, perché l’uno per gli altri sono terapeutici. Una volta gli anziani vivevano in famiglia, oggi sono visti come un peso. E qui entrano in gioco le case di riposo, dove abbiamo ambientato la pellicola”.E all’improvviso compare anche “Temptation Island”Nella pellicola viene citato anche “Temptation Island”: “L’abbiamo inserito per fare una citazione anchea un pubblico mainstream. Perché questo film è pieno di piccole citazioni, c’è anche l’omaggio a Monicelli, che è stato un po’ il papà di un certo tipo di commedia, ma abbiamo scelto ‘Temptation Island’ perché rappresenta un prodotto transversale, un prodotto che è apprezzabile da ogni fascia sociale e d’età. Quindi abbiamo fatto questa citazione a questo programma che è diventato un fenomeno di costume. In questo passaggio naturale nella storia, c’è un ipotetico tradimento e quindi c’è una missione ad un certo punto della sceneggiatura che sfocia nella spiaggia. Comunque speriamo che questo film piaccia anche al pubblico di ‘Temptation Island’, quindi a tutti”.L'articolo “I ragazzi di oggi sono allo sbando, in completa solitudine. Gli anziani sono terapeutici. Ecco perché uniamo due generazioni”: Pio e Amedeo neo registi con “Oi Vita Mia” proviene da Il Fatto Quotidiano.