La scrittrice e giornalista Benedetta Sabene, che rischia il processo per stalking insieme alle femministe Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli, si difende dalle accuse di aver partecipato alla presunta campagna diffamatoria contro il giornalista A.S indicato come «abuser» e «molestatore». «Non ho mai perseguitato né messo alla gogna nessuno. E non facevo parte di chat come “Fascistella”», afferma Sabene in un’intervista a la Repubblica. A colloquio con Rosario Di Raimondo, la scrittrice confida di essere particolarmente «provata» per essere finita al centro di una narrazione mediatica «su fatti per i quali non ho avuto alcun ruolo». Ci tiene a prendere le distanze dagli insulti emersi nelle scorse settimane dalle chat di gruppo. Ma fa un’osservazione: «Una cosa mi ha colpito: nelle chat c’erano anche uomini. Eppure, le uniche persone attaccate sono state le donne. Penso ci sia un clima da caccia alle streghe. Si è creato il mito della donna isterica che perseguita l’uomo». Il rapporto con il giornalista A.SLa scrittrice è comunque indagata per stalking. E racconta di aver scoperto l’indagine a suo carico il giorno dopo essere tornata a casa da un trapianto d’organo donato dal padre: «All’alba, sei poliziotti hanno fatto irruzione in casa con un mandato di perquisizione. Sono rimasta sconvolta dall’accusa di stalking». Sabene ricostruisce dall’inizio il rapporto con il giornalista A.S. La scrittrice racconta di essersi vista con lui tre volte, l’ultima il 30 dicembre 2023. «Un mese dopo, la sua compagna mi scrive: aveva scoperto i nostri messaggi. Le ho confermato tutto, ma lei lo aveva già lasciato», spiega. Secondo Sabene, la preoccupazione sarebbe nata in seguito ai racconti della compagna di A.S., che le avrebbe descritto «comportamenti allarmanti» da parte del giornalista, che non voleva finisse la loro relazione.«Eravamo preoccupate» per la sua ex«Eravamo preoccupate per lei, era incinta. Se un’amica scrive che un uomo si aggira vicino casa, manda centinaia di mail, fa centinaia di chiamate e la fa contattare da altre persone… Qualsiasi donna si preoccupa per la sua incolumità», spiega Sabene. Poi, però, la coppia si sarebbe riappacificata, e intorno a loro sarebbe cresciuto il clima del cosiddetto call out per escludere il giornalista da ogni spazio pubblico: «Io ho bloccato entrambi sui social prima degli eventi di cui sono accusata. Non ho mai fatto gogne, divulgato nomi o sollecitato esclusioni. Se qualcosa è stato fatto, è stato fatto da altri in autonomia», dice la scrittrice.«Sfoghi privati, ma nessuna diffamazione pubblica»Sollecitata sul fatto che nelle carte dell’inchiesta compare un dialogo con la scrittrice Valeria Fonte, in cui Sabene avrebbe descritto A.S. come «abuser» e discusso un possibile boicottaggio di un evento, risponde: «Erano sfoghi privati, conversazioni tra persone di fiducia. Avevo paura. A.S. è un giornalista influente, temevo potesse danneggiarmi professionalmente». Sulle pratiche del call out” Sabene prende le distanze, ma sul caso specifico precisa: «Non mi risulta che qualcuno abbia pubblicato post pubblici con il nome di questa persona, né che si sia scatenata un’ondata contro di lui. Io di certo non l’ho mai fatto. C’è un paradosso: in passato, A.S. fece un call out contro una nota scrittrice».L'articolo Benedetta Sabene e il giornalista che ha accusato le femministe di stalking: «Eravamo preoccupate per la sua ex. Mai fatta gogna» proviene da Open.