Eicma 2025 senza filtri: cosa valeva davvero la pena vedere

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Eicma 2025 è stato un salone spaccato in due: da una parte i marchi che sognano in grande, dall’altra quelli che preferiscono non farsi male. Honda ha aperto con la V3 a compressore elettrico, una naked che sembra un prototipo sfuggito al reparto segreto di un film di fantascienza. L’anno scorso c’era solo il motore, quest’anno la moto: segno che il futuro è già in cantiere. Bmw ha alternato desideri e realtà con la Concept RR (230 cavalli, carbonio come se piovesse, linee da astronave) e la 450 GS, pensata per conquistare nuovi motociclisti e portarli dentro l’universo bavarese. MV Agusta ha provocato con un V5 che riporta la mente alla Honda RC211V, mentre CF Moto ha stupito con una Superbike V4 che fa girare la testa non solo al pubblico, ma anche agli ingegneri europei che si sono fermati a studiarla come un’opera d’arte industriale. Suzuki finalmente osa: ha salvato il suo storico bicilindrico 650 e ha rimesso in pista il quattro cilindri della GSX-R 1000 R. Ducati, regina dell’asfalto, si è buttata nel fango con la Desert X 890 e la nuova 450 Enduro, progettate per un fuoristrada vero, muscolare, destinato a far crescere le vendite. Morbidelli rinasce grazie al gruppo Keeway, che usa il marchio italiano per firmare una gamma Premium e spingersi verso la Moto2 e la Moto3. Benelli ha presentato la TRK 602 X, evoluzione della moto che ha riscritto la sua storia commerciale. Aprilia punta di nuovo sui giovani con la 457, mentre Kawasaki attraversa una fase più prudente. Il risultato è un Eicma che ha raccontato un settore in rapidissima evoluzione: oggi la novità non è solo la moto più potente, ma quella capace di tracciare la rotta del domani.