di Shors Surme – Prima della visita negli Usa, il dipartimento di Stato di Washington ha rimosso il presidente siriano Ahmad al-Shara dalla lista dei terroristi. Le sanzioni contro lui e il capo all’intelligence Anas Khattabi sono state invece revocate giovedì dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sempre su iniziativa Usa.Come annunciato in precedenza dal ministro degli Esteri siriano Assad Shaibani, al-Sharaa si è recato negli Usa dove ha incontrato Donald Trump, il quale ha confermato che “Abbiamo revocato le sanzioni alla Siria per darle una possibilità. Ho sentito dire che il suo presidente sta facendo un ottimo lavoro”.Tecnicamente, perché le sanzioni Usa siano rimosse, serve il voto del Congresso, per cui il provvedimento di Trump è da intendersi valido per un massimo di sei mesi, ma intanto il presidente Usa si è portato a casa l’obiettivo di costruire una base in Siria, dove già ce ne sono due russe fin dai tempi dell’Unione Sovietica. La base militare sarà costruita nei pressi di Damasco, ufficialmente “per coordinare l’aiuto umanitario e osservare gli sviluppi tra Siria e Israele”. Da notare che solo una ventina di giorni fa il presidente siriano è stato a Mosca per incontrare Vladimir Putin, dimostrando una certa capacità di equilibrismo, più che di equilibrio.Il presidente Usa ha anche chiesto, si potrebbe dire “preteso”, che le Sdf, cioè le forze anti-jihadisti a maggioranza curda (Ypg), si fondino nell’esercito siriano, di fatto infilando in un unico contenitore ex nemici. Si tratta di una miscela pericolosa per via delle braci accese sotto la cenere, ma alla Casa Bianca serve un Medio Oriente il più possibile stabile sia per vedere da vicino i nemici, come nel caso degli iraniani e dei loro proxy, sia per tenere sotto controllo gli amici, cioè quel Netanyahu che non perde occasione per allargarsi anche a nord, erodendo settori strategici alla Siria ben oltre le Alture del Golan. Indubbiamente i due hanno discusso anche di quest’ultimo problema, che vede continui raid israeliani sulla Siria, come pure dell’annosa questione curda, con gli usa che si sono serviti di loro nella guerra all’Isis senza tuttavia sostenerli nelle loro richieste di autonomia.Tornando alle sanzioni, per il capo della Casa Bianca il passato di al-Sharaa come jihadista lo aiuterà addirittura a ricostruire il paese”. Si intende, oltre ai 216 miliardi di dollari che arriveranno dalla Banca Mondiale e dai donatori (Usa compresi), “perché – ha affermato Trump – vogliamo che la Siria diventi un paese di grande successo, e credo che questo leader possa farcela”.Al-Sharaa si è presentato a Washington in giacca e cravatta a retata di jihadisti dell’Isis appena conclusa (70 arresti), ma è stato Trump a rifargli la verginità “dimenticando” che proprio gli Usa avevano messo sul leader siriano ben 10 milioni di dollari di taglia.In passato infatti al-Sharaa aveva giurato fedeltà direttamente al leader di al-Qaeda Ayman al-Ẓawahiri, ed era stato a capo della diramazione siriana dell’organizzazione terroristica, il Fronte al Nusra. Questo nel 2017 confluì in Hayat Tahrir al-Sham, di cui al-Sharaa divenne leader.