Fratelli d’Italia vuole creare delle “liste” degli scioperanti nel settore dei trasporti e imporre una scelta con una settimana di anticipo, senza possibilità di cambiare idea. Un modo per aprire la strada – denunciano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – a “discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali”. Il partito di Giorgia Meloni, che insieme a Matteo Salvini da tempo bombarda le scelte sindacali soprattutto in questo settore, vorrebbe introdurre la norma con un emendamento alla legge di Bilancio.La modifica prevede che i lavoratori “dichiarano preventivamente la propria intenzione di aderire allo sciopero” e “la comunicazione di adesione è irrevocabile e deve pervenire in forma scritta alle amministrazioni e alle imprese erogatrici dei servizi entro sette giorni dalla data prevista per l’astensione dal lavoro”. Sulla base della “lista”, secondo FdI, amministrazioni e imprese “devono tener conto delle adesioni preventive” così da poter scegliere “preventivamente” i lavoratori “tenuti a garantire le prestazioni indispensabili ricorrendo, ove possibile, prioritariamente al personale che non ha manifestato l’intenzione di aderire allo sciopero”.L’emendamento ha fatto saltare dalla sedia Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che hanno espresso “ferma contrarietà” avvisando che la misura proposta, definita un “obbligo inutile e dannoso”, finisce per snaturatre “il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali”. Da qui la richiesta di un “ritiro immediato” dell’emendamento e che, in caso contrario, “metteremo in campo tutte le iniziative necessarie”.Per evitare il ricorso allo sciopero dei lavoratori del settore trasporti, ricordano, “è necessario investire sulle infrastrutture, sulla forza lavoro e adoperarsi per rimuovere le cause del conflitto riconducibili al mancato rispetto, da parte delle aziende, dei contratti collettivi di lavoro vigenti, degli accordi liberamente sottoscritti fra le parti e, peggio ancora, al mancato pagamento delle retribuzioni a fronte delle prestazioni di lavoro rese”. Per i sindacati “comprimere ulteriormente l’esercizio di un diritto costituzionale già fortemente privato della sua forza di creare le condizioni per risolvere le criticità e tutelare i diritti e gli interessi legittimi delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti, non è la strada giusta per garantire una mobilità di qualità”.L'articolo FdI vuole le “liste degli scioperanti” nei trasporti con 7 giorni di anticipo: il blitz in Manovra proviene da Il Fatto Quotidiano.