L’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere. È durato meno di un’ora l’interrogatorio preventivo davanti al gip di Palermo, Carmen Salustro, per l’ex segretario nazionale della Democrazia Cristiana Sicilia, accusato dalla procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia, di associazione a delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti. I pm ne hanno chiesto l’arresto ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta del Ros che coinvolge altre 17 persone, tra cui il deputato nazionale Francesco Saverio Romano, coordinatore di Noi Moderati.“Fiducioso nella giustizia”“Sono fiducioso nella giustizia” sono state le poche parole pronunciate dall’ex presidente stamane all’arrivo (intorno alle 9:15) al Tribunale palermitano, accompagnato dai suoi legali Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano. Dopo circa un’ora, Cuffaro è uscito dal palazzo di Giustizia, senza fermarsi davanti ai microfoni e sviando le ripetute domande dei numerosi giornalisti presenti. “Mi hanno detto di non parlare”, l’unica frase pronunciata dall’ex governatore. “Non abbiamo nessun commento, Cuffaro si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha reso le sue dichiarazioni davanti al gip. Ci limiteremo ad inviarvi una nostra nota, non abbiamo altro da dire”, ha aggiunto l’avvocato Di Benedetto.Il comunicato dei legali“Si ritiene indispensabile, prima di sottoporsi a qualsivoglia interrogatorio, un approfondimento sul compendio probatorio con il quale misurarsi, con particolare riferimento al contenuto delle intercettazioni. Tale convincimento nasce anche dal fatto che l’unica trascrizione di intercettazione ambientale finora ascoltata, anche con l’ausilio di un consulente tecnico espressamente nominato, è risultata errata su un punto di centrale rilevanza per la configurabilità del reato contestato al capo 5 in concorso con Vetro, Pace e Tomasino, nel senso che non si ravvisa la parola “soldi” e la frase in questione, diversamente da quanto emerge nella trascrizione, non è stata proferita da Cuffaro. Nel corso dell’udienza camerale la difesa ha eccepito l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per tutte le incolpazioni provvisorie contestate, nonché l’inutilizzabilità della relazione di servizio contenente asserite dichiarazioni spontanee rese da Cuffaro e da questo disconosciute”, si legge nella nota dei legali Di Benedetto-Montalbano.L’atto contestatoIl riferimento dei legali di Cuffaro alla richiesta di non ammettere l’atto, si riferisce al deposito della relazione di servizio redatta dal Ros durante la perquisizione negli appartamenti dell’ex presidente, e depositata stamane dai magistrati Claudio Camilleri, Giulia Falchi e Andrea Zoppi della procura di Palermo. Secondo i pm l’atto sarebbe ammissibile considerata la sentenza della Cassazione del 2022 – della sezione all’epoca presieduta da Alfredo Mantovano (attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio) – in cui si spiega che “le dichiarazioni spontanee che la persona sottoposta alle indagini abbia reso, in assenza di difensore ed in difetto degli avvisi” siano “utilizzabili nella fase procedimentale, e dunque nell’incidente cautelare e negli eventuali riti a prova contratta”.L’accelerazione della gara d’appalto “voluta da Romano”Nelle pagine firmate dai Ros, Cuffaro avrebbe chiamato in causa Saverio Romano, spiegando che il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Francesco Maria Caltagirone “era uomo di Forza Italia” e dagli atti dell’inchiesta “era chiaramente indicato che la vera accelerazione nella gara d’appalto verso la società Dussman era avvenuto soltanto a seguito dell’intervento di Romano, tanto che – aggiunge Cuffaro – la vera svolta c’era stata grazie a Roma”. Tra i diversi passaggi, Cuffaro avrebbe detto ai carabinieri che il tenente colonnello Stefano Palminteri “aveva chiesto un incontro con lui tramite l’amico comune, l’avvocato Gallina”, e che gli “aveva detto, a suo dire millantando, della presenza di indagini sul suo conto e che la stessa cosa aveva fatto anche con il deputato Carmelo Pace” e che “l’ufficiale gli aveva chiesto di aiutarlo ad ottenere l’incarico di direttore generale di Gesap, società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo”.L'articolo Inchiesta Sicilia, Cuffaro non risponde al gip. E ai Ros disse: “L’accelerazione della gara d’appalto voluta da Romano”. Video proviene da Il Fatto Quotidiano.